Un ritratto dell'attore attraverso i film Nazzari eroe dei buoni sentimenti di Sandro Casazza
Un ritratto dell'attore attraverso i film Un ritratto dell'attore attraverso i film Nazzari eroe dei buoni sentimenti LA figura di Errol Flynn, il carattere di Spencer Tracy, la sicurezza maschia di Clark Gable: in clima di autarchia Amedeo Nazzari era una delle risposte del cinema fascista al divismo hollywoodiano. Il sogno nostrano di bellezza, coraggio, generosità, fierezza: •Cavalleria» fu il segno del suo glorioso destino cinematografico. Una carriera consegnata a centododici film che raccontano la storia di un'Italia sana, pulita, onesta, resistente a qualsiasi regime, a qualsiasi calamità. •Il suo bel testone pieno di riccioli e di baffi-, come dice ' Fellini, regalava subito al pubblico fiducia e complicità. Con Amedeo, fosse bandito o ufficiale, trionfavano sempre la giustizia e i buoni sentimenti. Lui stesso affermava con orgoglio: -Sullo schermo ho fatto tutte le parti, mano il mascalzone. Mi sono stati offerti personaggi privi di integerrimità, forse anche interessanti però poco limpidi, negativi. Per la cronaca, mi vanto di averli sempre rifiutati. Ho sempre scelto quelli che avevano un contenuto morale, etico ed educativo e non me ne pento affatto*. Fu l'unico vero divo, insieme con Mastroianni, che il cinema italiano abbia mai creato. Il libro di Piero Pruzzo e Enrico Lancia (editore Oremete, 190 pagine, 28400 lire) racconta, secondo la formula della collana -Le Stelle Fi- simpatia e il cameratismo fi- mieri. (1936), per l'interessalauti», questa irripetibile vi- nivano davanti al copione o mento di Elsa Merlinl che cenda artistica, titolo dopo davanti alla cinepresa, volle come partner quell'aititolo, fotogramma dopo fo- quando erano netle mani di tante giovanottone, conotogramma con centinaia di praticoni dalla scarsa prò-' sciuto sulle tavole del palcoimmagini, alcune delle quali fessionalità; l'attore discute- scenico, molto rare. va le battute (-ero incapace Dal personaggio del pitto- Prima della guerra tre di pronunciare frasi in cui Te Antonio Rondinelli in film bastarono a creare il non credevo*), le scelte di «Ginevra» al ■ Guglielmo di mito, a fissare il personag- produzione, i colleghi, le in- «Catene., dal Luciano Serra gio: «Cavalleria», •Luciano quadrature e anche il lavoro omonimo pilota fino al maeSerra pilota», «La cena delle di regia. . ,stro di feuilleton in .Melo- beffe» con i seni della Cala- Dopo un decennio di fatica drammore» (1978), lavoranmai e la celebre apostrofe: teatrale dignitosa, costrutti- do con Alessandrini, Blaset«Chi non beve con me peste va, pur senza punte di eccel- li. Camerini, Matarazzo, lo colga lenza, e qualche sfortunato Lattuada, Soldati, Fellini Questo sardo probo e fiero provino cinematografico, Salce, Risi, Vemeuil, passanpossedeva un carattere tut- Nazzari debuttò sullo scher- do attraverso il cinema fafaltro che conciliante. La mo con «Ginevra degli Al- scista, la guerra, il neorealismo, la commedia all'italiana, l'avventura, il -mèlo- e il genere -nero*, Amedeo Nazzari ha saputo mantenere un'immagine positiva, a tutto tondo, senea ombra di ambiguità, come da anni ormai il cinema non fabbrica più sn Eroe nazionale e popolare, esemplo di professionalità d'altri tempi, star di personalità hollywoodiana (anche se mai si lasciò tentare dal fascino di Hollywood) Nazzari sta bene incorniciato nella definizione di Fellini. •Rude ma buono, severo ma giusto, temperamentoso ma leale, amato dalle donne ma fedelissimo marito; un vero uomo, insomma, che poteva indossare armature medievali, calzamaglie, sahariane, anche camicie nere, restando sempre l'Amedeo Nazzari di cui lo spettatore si fidava ciecamente*. Nazzarì nel film «Il brigante Musolino» Sandro Casazza
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