Imposte e risparmio timori e attese di Mario Salvatorelli

litro )o litro )o ro )oste e risparmio timori e attese Quindici giorni' alle elezioni' politiche. S'infittiscono i comizi e si moltiplicano i «sondaggi» sulle opinioni degli italiani,' Non sembra,- però, che ci si preoccupi molto di quel che pensano le famiglie, che nel' 1982 hanno «messo da parte» quasi il 20 per cento delle loro risorse disponibili, più di 75 mila miliardi di lire. Con questa cifra il risparmio delle famiglie è salito a oltre 470 mila miliardi, superando, pensiamo per la prima volta, il prodotto interno lordo di un anno, che nel 1982 è stato di 469 mila miliardi di lire. Sono cifre gigantesche, delle quali non è lecito parlare con il linguaggio involuto, sibillino, dei politici: o si tace, o ci si esprime chiaramente, anche, diremmo soprattutto, in tempi di elezioni. Non sembra, però, che questa esigenza sia molto sentita, neppure dall'onorevole Craxi, un candidato alla presi' denza del prossimo Governo, se dobbiamo basarci sulle anticipazioni di una sua intervista, e «L'Espresso», trasmesse in questi giorni dalle agenzie. Infatti, alla domanda se fosse di' sposto a prendere formale impegno a non toccare i Bot e a non introdurre un'imposta patrimoniale, «qualsiasi cosa accada», nella prossima legislatura. Craxi ha risposto: «no». I questo «no», accettabile, m fondo, se supportato da chiare motivazioni, è accompagnato, invece, da queste parole: «Non sono disposto. Vedo che ne parlano in molti, anche se, per la verità, in modo piuttosto generico. Non credo che questo possa essere il toccasana dei nostri mali, ma niente impedisce che la questione sia approfondita, sia valutata, con il metro dell'effettiva efficacia e della rispondenza agli interessi generali del paese, oltre che dei principi di equità nella distribuzione dei carichi fiscali». A parte la «equità» nella distribuzione dei carichi fiscali, che, anziché un principio costi tuzionale, è ormai diventata un principio filosofico, questa risposta non è, di certo, la mi gliore per chiarire le idee ai risparmiatori e ai proprietari di immobili. I primi, come si detto, sono in numero tale da coinvolgere praticamente tutte le famiglie italiane. E i secondi. i proprietari d'una casa, sono ben più della metà dei capi-famiglia, diciamo 10 milioni, più i relativi componenti a carico, I Bot che, alla fine del 1982. erano in mano ai risparmiatori, ammontavano ad almeno 62 mila miliardi di lire. E questo, malgrado il fatto che «voci» di un possibile consolidamento (cioè di rinvio a tempo indeterminato dei rimborsi) per i titoli di Stato e di una probabile tassazione, avevano determinato, sul finire dell'anno, «l'uscita del pubblico dai Bot», secondo le parole del Governatore della Banca d'Italia. Oggi si può presumere che, con un «ritorno del pubblico», i Bot in mano ai risparmiatori superino i 70 mila miliardi, e che la loro consistenza totale si aggiri sui 150 mila miliardi, assai più di un terzo del totale del debito pubblico. Ogni «voce», pertanto, che suoni allarme per questi titoli può far «tremare» il «risparmio», ma anche il bilancio dello Stato, II disimpegno dell'onorevole Craxi può riferirsi sia ai Bot che alla patrimoniale, come le anticipazioni .de «L'Espresso» autorizzerebbero a pensare, oppure solo alla patrimoniale, come noi riteniamo. In attesa, di chiarimenti, occupiamoci della patrimoniale. L'attuale ministro delle Finanze, Francesco Forte, compagno di partito di Craxi, ha recentemente dichiarato che «il limite < pressione fiscale, secondo ! nostra impostazione di rigore di equità, non può essere varcato». Infatti, nel primo trimestre di quest'anno il gettito del le imposte dirette — sul patrimonio e sul reddito — è cresciuto di oltre il 52 per cento, rispetto allo stesso perìodo dell'anno scorso. Questo incredibile aumento avviene dopo che già nel 1982 e nel 1981 il getti to era cresciuto, rispettivameniè. del 30 e del 35 per cento ri spetto agli anni precedenti cioè a ritmi quasi doppi di quelli dell'inflazione. Anche il Governatore Ciampi, all'ultima assemblea della Banca: d'Italia, ha detto che «l'inversione delle tendenze di lungo periodo dei saldi della finanza, pubblica (cioè, il passaggio da un disavanzo crescente a un disavanzo calante della pubblica amministrazione, n.d.r.), non può essere perseguito attraverso continui aumenti della pressione fiscale, anche se debbono essere intraprese azioni più incisive nelle aree di evasione». Ci sembra che queste parole dovrebbero persuadere i «politici» che al torchio fiscale non si può ricorrere con disinvoltura, tanto più quando questo torchio minaccia di frantumare la casa, già recentemente colpita con la «una tantum», ,e, quindi, di bloccare l'edilizia, una delle attività sulla quale tutti i Paesi si basano per rilanciare l'economia e l'occupazione. Analogo discorso si può fare per la Borsa, sospesa anch'essa, come il risparmio,.tra timori e attese, alla vigilia delle elezioni. C'è da supporre che i tempi dei canti popolari, in cui si attaccavano i «ladri delle Borse» siano finiti, anche se di ladri, come, purtroppo, in tutti i settori, nelle Borse ce ne sono ancora. Ma, almeno a parole, oggi la Borsa è riconosciuta come il canale naturale per convogliare il risparmio al sistema produttivo. Non siamo pessi misti. Pensiamo che, dopo le elezioni, anche per l'entrata in funzione dei fondi comuni d'investimento italiani, una ripresa della Borsa potrà esserci. Ma pensiamo anche che, in questo vortice di dichiarazioni elettorali, qualche indicazione, programmatica, concreta, finalizzata a un rilancio dell'economia, ci starebbe bene., Mario Salvatorelli

Persone citate: Ciampi, Craxi, Francesco Forte

Luoghi citati: Italia