Dai film di Campanile ai campanili di Roma

Dai film di Campanile ai campanili di Roma Dai film di Campanile ai campanili di Roma ROMA — «Sono convinto che, come dice il Vangelo, nella casa del Signore ci siano molti posti: il mio era quello del giornalista» dice Santino Spartà, autore del libro «I campanili dì Roma» della Newton Compton, appena uscito in libreria. Prima che scrittore e giornalista. Spartà è un sacerdote, conduce da anni una rubrica di critica letteraria alla Radio Vaticana ma soprattutto è sceneggiatore e consulente di fiducia del regista Pasquale Festa Campanile. Un uomo, insomma, dalle eclettiche attività. Ma come spiega un balzo cosi alto, dai film di Campanile... al «Campanili di Roma»? •Perché — risponde Spartà — forse un prete non può occuparsi anche di cinema? Io non mi sento chiuso a nessuna esperienza culturale e artistica. La mia amicizia con Festa Campanile è di vecchia data, risale al tempi del film II ladrone c II mio compito professionale è di rivedere i dialoghi e le scene per evitare situazioni che reputo irriverenti. A volte purtroppo, non mi dannoretta». A «I campanili di Roma» padre Spartà tiene in modo particolare. «Mi è costato due anni di minuzioso lavoro; ho effettuato ricerche in decine e decine di archivi e biblioteche, ho esaminato centinaia di carte topografiche e incisioni delle varie epoche studiandone perfino 1 dettagli architettonici più sottili. Solo in quest(jmo- Pasquale Fest do ho potuto rintracciare quasi trecento campanili disseminati in. tutta la città». Quali difficoltà ha trovato nella stesura del libro? «La maggiore — risponde Spartà — è stata quella dell'esatto reperimento dei dati per la mancanza quasi totale del materiale di documentazione. Inoltre, ho voluto verificare di persona quello che riuscivo a a Campanile dirige Montesano nel «Ladrone» o e r l . i a trovare, visitando ad uno ad uno, tutti l campanili che descrivo-. il campanile che apre il libro è 11 più antico in ordine di costruzione: risale al IX secolo e si trova al numero 20 di via de Ss. Quattro Coronati. E' un piccolo capolavoro per gli amanti di storia dell'arte e per gli appassionati di Roma e dei valori locali: «Sema un segno di operficie, marcapianparaste: ucortina, undrifore in apo' attentapadre Spapiombo neinvece di edrangolarepiramide: segno di ornamento sulla superficie, niente cornicetta marcapiani, niente trafori o paraste: una moda, una rozza cortina, un giro di tozze quadrifore in alto. A guardarlo un po' attentamente — conclude padre Spartà — si presenta a piombo nelle linee di profilo e invece di essere a prisma quadrangolare, tende a tronco di piramide:

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