Povero Bologna ,è a un passo dal cadere in C

Povero Povero è a un passo dal cadere in C go diverso. Perché a parte gli errori precedenti, neppure la lezione della retrocessione in B è bastata a correggere una linea di condotta fallimentare. I guai dell'annata si annunciarono fin dall'estate con il braccio di ferro che i dirigenti intrapresero con Gigi Radice, il quale preferì rinunciare all'incarico ancor prima che cominciasse il campionato. L'altalena degli allenatori (Magni, Garosi e quindi il fedelissimo Cervelluti) si accompagna a vicissitudini societarie movimentate al punto da precipitare nel dramma con l'arresto del presidente Fabretti. E la squadra continua a perdere di quota in classifica fino a cadere nella zona retrocessione. Immaginabile tostato d'animo che, si coglie nell'ambiente. Mentre il neopresidente Giuseppe Brizsi, succeduto a Fabretti poche settimane or sono, si limita a ventilare oscure minacce dietro enigmatiche battu¬ dal nostro Inviato PIER CARLO ALFONSETTI CREMONA — Settantaquattro anni di storia, la maggior parte dei quali trascorsi nella grandezza calcistica. Sette scudetti, una infinità di campionati disputati con il piglio della protagonista, naturalmente sempre in massima divisione. Poi, un anno fa, il tonfo, repentino quanto brusco in serie B: una stagione assurda, una conclusione traumatizzante che avrebbe tuttavia dovuto preludere al riscatto immediato. E invece, da ieri sera, il 'Bologna che tremar il mondo fa» si trova praticamente in serie C: la matematica gli concede ancora un esilissimo filo di speranza, Irrealtà pratica è amarissima. Sui tifosi bolognesi si è abbattuta l'ennesima mazzata, ma questa appare la logica conclusione di una storia dirigenziale che non avrebbe meritato epilo¬ te (-Non fatemi parlare altrimenti scatenerei un putiferio»), Cesarina Cervelluti, il quale nel Bologna si può ben dire abbia trascorso una vita intera, afferma affranto:' •Non mi era mai capitato di assistere a una partita senea chela mia squadra effettuasse come a Cremona un solo tiro in porta, ma questo dramma è maturato ben prima: Giacomo Bulgarelli, portacolori di un Bologna ben più glorioso, offre un motivo di speranza: «Ora si faranno avanti persone intenzionate a ricostruire la società; ma unanonimo capo tifoso minaccia con toni perentori: «Questa è la dimostrazione che avevamo tutte le ragioni di contestare la società così come abbiamo fatto per diversi mesi Si sappia allora che, con il permessa della questura, da domani scenderemo in piazza». Insomma, un rimbalzare di impressioni che trovano gli echi più duri nelle parole del cantante Dino Sarti il quale, come si ricor¬ derà, per mezzo di una emittente privata e in collaborazione con Raffaele Pisu, si è posto a capo di un movimento che avrebbe dovuto appoggiare la causa rossoblu. «Questa —dice l'artista—è una formazione che non appartiene a Bologna pur vestendone le maglie e portandone i distintivi. La nostra squadra va in serie Cmail fallimento vero è della società non dei giocatori, in un certo senso vittime anche loro di una avventurosa situazione che si trascina da anni. A questo punto — conclude Sarti — non rimane che fallire creando cosi le premesse per ripartire daccapo, naturalmente senza affidare le sorti della società a forestieri che ritengono di poter fare miracoli buttando a vanvera quattro soldi». E, per finire, il parere dello sconsolato Colombo, capitano ed emblema del rossoblu: .Due anni così sono terribili: sono sensazioni che distruggono moralmente».

Persone citate: Dino Sarti, Fabretti, Giacomo Bulgarelli, Gigi Radice, Magni, Raffaele Pisu, Sarti

Luoghi citati: Bologna, Cremona