I Paesi occidentali fingono di ignorare il «massacro a porte chiuse» dei Curdi

Mentre Turchia, Iran e Iraq continuano nel loro genocidio Mentre Turchia, Iran e Iraq continuano nel loro genocidio I Paesi occidentali fingono di ignorare il «massacro a porte chiuse» dei Curdi Massacro a porte chiuse, guerra segreta, genocidio: ognuna di queste definizioni può caratterizzare l'azione condotta da Turchia, Iran e Iraq — tre Paesi diversissimi per regimi politici e alleanze internazionali (oltreché per storia e tradizioni) — contro una delle più antiche etnie dell'Asia anteriore (i cardukl di cui scrisse Senofonte) e tra le pia numerose (si calcola dal 12 ai 18 milioni di individui): quella curda. Essa è priva di Indipendenza statale, nonostante le. clausole del Trattato di Sèvres (1920) avessero disegnato un Kurdistan indipendente nei territori tra Erzerum, Mosul, Kirkuk e Tabriz; anche la sua identità culturale e linguistica è negata: dal 1924, l'Uso della lingua curda è proibito nella Turchia Orientale: ad Ankara, per sottolineare .inesistenza di una nazione curda, si parla di «popolazioni dell'Est», o addirittura di «turchi della montagna». 17 24 maggio scorso, una sentenza del tribunale turco di Diyarbaktr (uno dei luo¬ 1 ghi storici dell'indipendentismo curdo; ora sede di un carcere, tra i più sinistri della Turchia, dove si pratica la tortura) ha condannato 35 •separatisti» curdi alla pena capitale (28 all'ergastolo, tra cui 10 minorenni; 333 a pene che vanno dai 3 ai 36 anni di reclusione); questa sentenza, contro la quale giorni fa il Consiglio d'Europa ha elevato M'indignata, quanto platonica, protesta, non è altro che un episodio, in sé clamoroso, In un ben piti ampio contesto di tentativi miniar', dei tre Stati di por fine in qualsiasi modo alle lotte autonomistiche curde che, sviluppatesi sin dal secolo scorso, sono divenute endemiche negli ultimi 80 anni. L'Iraq, impegnato in una guerra contro l'Iran che non accenna a concludersi, ha demandato alla Turchia del generale Evren (un bastione della Nato tra Europa, Asia e Urss) il compito di colpire nei propri territori settentrionali la resistenza curda, che nel 1975 ricevette un colpo durissimo, ma non risolutivo, con la fallita insurre¬ zione dello sceicco Barsani: alla fine di maggio, commandos dell'esercito e della polizia di Ankara hanno condotto una serie di rald nell'Iraq settentrionale, conclusisi con la cattura di migliala dt Indipendentisti curdi. Tra la filoccidentale Turchia e l'Iraq, un Paese dell'area araba radicale, ancora legato all'Urss per le forniture belliche e l'assistenza di consiglieri sovietici, esistono ora «una vastissima collaborazione e una grandissima comprensione»; i curdi ne sono le vittime. Anche nella repubblica Islamica dell'Iran, dopo un periodo Iniziale di tregua e ricerca di soluzioni soddisfacenti per Teheran e gli autonomisti del Partito democratico curdo, si combatte tra l posdaran (guardiani della rivoluzione khomeintsta) e l peshmerga (combattenti della morte) curdi, una guerra senza quartiere: bombe al napalm e al fosforo sarebbero state lanciate più volte contro villaggi curdi: solo negli ultimi mesi dell'82 i morti sarebbero stati più di 5000, tra la popolazione civile. Gli iraniani sono riusciti ad assicurarsi il controllo dei principali centri urbani, ma nelle campagne e nelle montagne stentano a venire a capo della guerriglia curda. I curdi, divisi tra loro da molteplici e aspre rivalità, tribali oltreché politiche, inetti agli altri popoli della regione per le loro tradizioni guerriere (parteciparono, tra l'altro, alle campagne turche contro gli armeni, alla fine del secolo scorso), sono isolati sul plano Internazionale e incapaci'di coordinare (a loro lotta. A loro favore non sventola nessuna bandiera ideologica; e alle potenze conviene più assicurarsi alleanza o accordi con t loro persecutori. Si spiega cosi ti pesante silenzio su questa nazione dimenticata, negata e disperata. L'esempio preoccupante del terrorismo armeno potrebbe consigliare agli occidentali atteggiamenti diversi. Piero Sinatti

Persone citate: Evren, Piero Sinatti