Rapimenti, un vortice di miliardi

Rapimenti, un vortice di miliardi Rapimenti, un vortice di miliardi Rompere l'omertà La scuola del crìmine Dietro alcune bande cause del fenomeno di Giovanni Bechelloni Interrogarsi sui sequestri ai persona, da un punto di vista sociologico, significa cercare le cause di un fenomeno tanto vistoso e inquietante. Sono anch'essi, non c'è dubbio, un indicatore forte di una situazione di profonda trasformazione della società in cui avvengono, cosi come altri indici di criminalità: gli omicidi, i suicidi, le violenze sessuali. La trasformazione sociale produce inquietudine, anomia, indebolimento della coscienza collettiva, incertezze diffusa sui limiti della legalità e della giustizia. E tutti questi fattori sono sicuramente visibili nel contesto italiano e contribuiscono a creare un ambiente favorevole alla criminalità organizzata. si nascóndono persone insospettabili - Le - La necessità di una polizia più efficiente I sequestri di persona, in particolare, si possono considerare unii forma «moderna» di criminalità per via dell'elevato livelle di professionalità necessario a condurre in porto un sequestro o, più ancora, una pluralità di sequestri: organizzazione efficiente, pluralità di ruoli specializzati che devono interagire reciprocamente, informazioni e collegamenti necessari a individuare la persona «giusta» da sequestrare e le modalità per riciclare il denaro «sporco». Scendendo a.un livello maggiormente analitico si possono individuare più specifici fattori causali. La presenza di una massa di giovani, soprattutto meridionali, relativamente colti rispetto alle generazioni precedenti, vogliosi di benessere e stufi della sottooccupazione garantita dalle clientele tradizionali, assicura la disponibilità di una «manovalanza» disposta a tutto pur di trovare una via d'uscita alla propria situazione esistenziale. Le varie «anonime sequestri» possono cosi reclutare con una certa facilità, come del resto accade anche per mafiosi e camorristi. In secondo luogo, in molte zone dell'Italia vi sono ricchezze, anche cospicue, che si sono formate in tempi relativamente brevi e che possono apparire, anche quando non lo sono, ambigue e truffaldine, se non altro dal punto di vista dell'evasione fiscale. La ricchezza, si nciò col caso di B sa bene è oggetto di invidia; i soprattutto quando essa è nuo-l va e può apparire immeritata.: Ciò significa che i bersagli di un'azione di sequestro sono! molto numerosi e quindi difficili da difendere. Inoltre, tale relativa abbondanza di «nuovi ricchi» favorisce il costituirsi di una rete di omertà tra tutti gli invidiosi e i nemici dell'arricchito. Infine, terzo fattore causale, non si può non ricordare che le forze di polizia son ben lontane dall'essere attrezzate — sia dal punto di vista tecnico-culturale sia dal punto di vista della legittimazione sostanziale — per prevenire e combattere questa forma di criminalità. Molto resta ancora da fare. Nulla o quasi nulla, invece si può ancora dire circa gli uomini che hanno ideato e che'organizzano i sequestri. Dai pochi casi conosciuti si può pensare a una pluralità di situazioni. Il buon esito e l'alto rendimento di molti sequestri hanno incentivato l'ingresso nel mercato — per cosi dire — di nuovi operatori, per lo più insospettabili, certamente molto professionalizzati. E' possibile ritenere che i sequestri di persona diminuiranno drasticamente in una situazione di maggiore stabilità sociale, con una polizia più efficiente, con la rottura del clima di omertà della presenza di troppe «anonime» che finiranno per farsi la guerra tra loro. aby Lindberg Roma, luglio '81. L'industriale Non è solo la r Marcello Molinari appena libera icchezza altrui a to dai banditi dopo due mesi scatenare l'idea quella che è in realtà in quanto dovremmo passare il' nostro tempo a difenderci dall'aggressività altrui. Ora questa dimensione aggressiva, di cui siamo portatori, è sempre vista con occhio negativo per cui slamo propensi a giustificare 1 nostri atti scegliendo il capro espiatorio appropriato. Per il sequestratore la vittima ha sempre il torto di essere, in linea generale, molto ricca e poiché la ricchezza è sempre associata al male, egli ha modo di vedere il negativo non in se stesso ma al di fuori quasi incarnato nell'uomo che egli stesso ha messo in catene. In altre parole il criminale esterna al di fuori di sé le parti non accettabili della sua personalità e per mezzo di queste parti sulla quale il negativo vieneproiettato. In questo modo è come se una persona imparasse a dominare la propria malvagità criminalizzando un altro rendendolo palpabile e vivo nella figura di un uomo. Alla base di questo meccanismo ci sono molte situazioni che attengono alla re¬ are complici dei l perseguitati non è soltanto un fatto esterno ancorato' cioè alla realtà di chi ci vuole fare del male, ma è anche una condizione interiore che coinvolge 11 nostro senso di colpa. Siamo allora perseguitati perché in un modo o nell'altro ci sentiamo macchiati di una colpa. Fra gli scrittori moderni Kafka con il suo romanzo «Il processo» ha dipinto in modo esemplare la nostra assurda condizione umana. Nessuno ci dirà mai perché slamo stati arrestati, nessuno ci dirà chi saranno i nostri giudici. In questa macabra condizione che, si badi bene, dipinge 11 senso che ognuno di noi può avere qualche volta della propria esistenza è come se noi ci dovessimo quasi convincere di essere colpevoli. I sequestrati, per motivi economici, ad esemplo, non potranno non sentire il fatto di essere ricchi come una colpa ed allora si è Inevitabilmente condotti l ad identificarsi con questa colpa. • ' Tale identificazione, con U primo, clamoroso, fu il rapimento Gadolla nel '70 - Così quel «modello» fu seguito e perfezionato - Taglie sempre più alte di Luciano Curino II rapimento a scopo di estorsione è arrivato atte prime pagine dei giornali nell'ottobre 1970. Titolo: - Un giovane di ricca famiglia rapito di notte davanti a casa: Era Sergio Gadolla, studente di 19 anni, figlio detta prima contribuente di Genova. Verso la mezzanotte del 5 ottobre era stato sequestrato appena sceso dall'auto e un'ora dopo la madre era stata svegliata dal telefono: «Se vuole rivedere Sergio, prepari duecento milioni». Il giorno dopo c'erano a Genova gli inviati dei principali quotidiani e settimanali. C'era la televisione davanti al condominio presso il Lido di Albaro, dove abitavano i Gadolla. Non era il primo rapimento in Italia. Erano, ansi, frequenti netta sarda Barbagia e in quelle parti detta Sici- del sequestro lazione tra persone. In molti rapporti umani ci si accorge che qualcuno deve assorbire il negativo degli altri. Ciò che però è interessante da un punto di vista psicologico, è che la persona negativa viene quasi fabbricata, le vengono attribuite false colpe e perfidi delitti. La storia è piena di queste tragiche condizioni, il lungo cammino verso la conoscenza di noi stessi ci ha insegnato che il primo passo verso la liberazione è proprio la capacità di dover sentirci privi di peccato soltanto perché abbiamo stabilito che un altro è 11 peccatore. La propria maturità psicologica si raggiunge al duro prezzo di riconoscere in noi stessi la matrice fondamentale del destino che ci governa' .HIWSWlj» W^ttoCfeflv^i circondano dalle responsabilità che gli abbiamo addebitato, ma dobbiamo però ritenere che il sequestratore, che osserva la sua vittima, difficilmente potrà capire che egli non controlla una possibile fonte di guadagno ma soltanto le sue nefandezze che ha spostato su di un'altra persona. oro carcerieri la parte in ombra della propria personalità, è un meccanismo psicologico molto comune, specie nei primi anni della nostra vita. Ripetendoci continuamente 1 nostri genitori che siamo cattivi, noi rischiamo senza rendercene conto di addossarci 1 panni che ci vengono imposti fino a soddisfare realmente le aspettative negative di coloro che ci accusano di possederle. Può anche accadere che il processo regressivo del sequestrato sia cosi profondo che egli cerchi di colludere con il suo stesso nemico. Tecnicamente questo fenomeno si chiama «sindrome di Stoccolma» e si richiama ad un episodio realmente accaduto tra alcuni rapinatori e delle ragazze in una banca di Stoccolma. In questi casi 11 delinquente assume l'aspetto del padre onnipotente da cui la vita dipende del tutto, è proprio in questi casi che il masochismo con il quale ci chiniamo di fronte a qualsiasi sopruso diventa l'unica forma di sopravvivenza. Ho e della Calabria dove la mafia è attiva. Ma nelle altre regioni questo di Gadolla era il primo clamoroso sequestro con una taglia. Per la prima volta i giornali raccontarono di una madre che supplicava in lacrime, attendeva istruzioni, chiedeva alla polizia di non intervenire. Di giornate passate nell'angosciosa attesa di una telefonata. Di un senso di impotenza che avwiliva o sdegnava una città. La vedova Rosa Gadolla apparve disfatta alla televisione implorando i banditi: «Farò come vorrete». , Durò cinque giorni. Secondo le istruzioni, una borsa con SO chili di banconote da diecimila fu consegnata ai rapitori, e Sergio fu liberato. Chi ha vissuto quei giorni ricorda che a Genova erano in molti a pensare, e a dirlo apertamente, che si trattava di una messinscena di Guido per spillare soldi alla madre. In seguito, nella sentenza di rinvio a giudizio per il «coso Gadolla,, il giudice istruttore affermò che, finché Sergio non era stato rilasciato, -l'opinione pubblica era emotivamente portata a vedere la simulazione e la frode familiare invece del rapimento'. Lo stesso magistrato ammise con franchezza che da questo clima si lasciarono influenzare anche gli inquirenti i quali, a episodio concluso, sottoposero Sergio, suo fratello e gli amici a lunghi Interrogatori. Sergio fu 'addirittura trattenuto 16 ore in 'arrestoprovvisorio,. Feltrinelli "Impronte" ÒGAI MORI VITA SEXUALIS Dal Giappone primo Novecento un capolavoro "proibito". Racconto di un'educazione sentimentale f. e un'iniziazione sessuale, romanzo-verità sulla nascita al desiderio di un uomo maturo. MARGUEALEXIS La lotta vana di un giovane marito contro la propria inclinazione omosessuale. Nel primo romanzo dell'autrice dell'Opera al nero la grandezza dei libri che restano nel tempo. MAURICE BLANCHOT DA KAFKA A KAFKA Nel centenario della nascita. Attraverso i saggi di uno dei massimi critici contemporanei, una biografia intellettuale che va al cuore dell'enigma Kafka. Cas Tutto questo, adesso, indignerebbe, sarebbe sconcertante. Ma nell'ottobre 1970 aveva una spiegazione. Tredici anni \fa la gente rifiutava semplicemente l'idea che qualcuno potesse essere rapito netta strada di una città. «Le colline di Genova non sono le montagne della Barbagia o l'Aspromonte,, si diceva. Il rapimento era un crimine fino allora sconosciuto e ostinatamente ed •emotivamente», come ha osservato il giudice, non si voleva accettare l'evidenza. Ma alla fine si è dovuto accettare la realtà. E allora questa non è risultata soltanto una brutta storta genovese. Riguardava tutti. Ormai c'era una paura nuova, non solo a Genova, ma a Torino, a Milano, in tutte quelle città dove questa forma di delinquenza era sconosciuta, si credeva fosse una espressione del banditismo sardo, della mafia siciliana e calabrese, del gangsterismo americano. SI è scoperto che t rapitori erano anche nelle nostre citta. Nessuno si è nascosto la preoccupazione che quel rapimento potesse fare scuola. Perché il delinquente imita, ricalca i modelli perfezionandoli. Cosi è stato. Dopo il rapimento Gadolla ne sono seguiti presto altri, ovunque. Sempre più numerosi e con taglie sempre più alte, pili efferati e l tempi di prigionia si allungavano. Poi Milena Sutter, Cristina Mazzetti e via via altri sono stati trovati morti o di loro non si è più saputo nulla. LIS o f RITE YOURC Lunedì 6 giugno, ore 18presso il Centro Incontri della sa di Risparmio di TCorso Stati Uniti, 23 verrà presentato il libro ENAR 18 tri Torino