«La dc a Torino: troppi personalismi poco entusiasmo, disorganizzazione»
«La de a Torino: troppi personalismi poco entusiasmo, disorganizzazione» Tre esclusi cercano di interpretare il crollo del loro partito in città «La de a Torino: troppi personalismi poco entusiasmo, disorganizzazione» II giudizio è di Costamagna - Secondo Porcellana: «E' venuto meno il segnale del pericolo comunista» - Anna Maria Vietti: «Più che predicarla, la politica del rigore bisogna farla» L'han chiamato crollo, perdita secca, stangata. Definizioni a parte, c'è una realtà politica inconfutabile: la de in questa tornata elettorale ha subito un clamoroso calo di voti, meno 4-5 punti in percentuale rispetto alla precedente fino a raggiungere il minimo storico dei consensi (19,6 per cento) nella nostra città. Quali le cause di questa imprevista sconfitta? Sentiamo alcuni candidati al Parlamento rimasti bocciati dall'esito delle urne. L'ing. Giovanni Porcellana, ex sindaco della città, due volte deputato, è uno di questi. «Non mi attendevo sinceramente una perdita cosi secca — confessa — sia o livello nazionale sia locale. Cerco anch'io delle spiegazioni. Unlpotesi potrebbe essere questa: la politica del segretario nazionale De Mita era rivolta ad un elettorato maturo perché si rendesse conto della gravità del momento politico-economico. Il motivo dominante delle precedenti campagne elettorali per la de riguardava il pericolo comunista, il timore del sorpasso. Un motivo che ha sempre fatto presa sul nostro elettorato». Invece? «Ve- IIIIIMIiK !l Ili Mlll nufo meno questo segnale, parte dell'elettorato s'è rivolto verso altripartiti minori*. E poi? «La politica di rigore, la tassa sulla casa, la non chiusura dei contratti per alcune categorie hanno contribuito a dirottare su altri i consensi. In ambito locale può aver influenzato anche il coinvolgimento di alcuni nostri esponenti nello scandalo delle tangenti. Comunque, quando si perde, la colpa non è dei singoli, anch'io mi sento corresponsabile, è troppo facile scaricare sugli altri». illlll 1111 IIIIIItllllM Il Itili Per Giuseppe Costamagna, un altro degli esclusi, «la de sta perdendo la caratteristica di partito popolare come l'intendeva il fondatore don Sturzo. Anziché la solidarietà fra categorie si sta diffondendo l'odio. La de sta pagando gli errori di aver voluto una riforma sanitaria che scontenta tutti, di non essersi opposta all'introduzione dei registratori di cassa e delle ricevute fiscali per artigiani e comìnercianti, una porcheria del socialisti». E a livello locale, come spie¬ Illtll Illl I ] 11111111111111111111111111111111 II ga il minimo storico del 19 per cento? «Qui stiamo pagando la scarsa organizzazione del partito, manca l'entusiasmo, troppi personalismi*. E dove sono andati 1 suffragi una volta de? *A pli, pri, msi, parecchi elettori non hanno addirittura votato*. Anna Maria Vietti, altra ex onorevole, non fa distinzioni fra ambito locale e nazionale. «Ci sono mancati — dice — i motivi dell'elettorato anticomunista che vedeva nel nostro partito la diga contro il bolscevismo. Sono convinta che la politica del rigore bisogna farla, più che predicarla. Non dimentichiamo poi i voti di protesta contro la tassa sulla casa che può aver suscitato le reazioni dei piccoli risparmiatori, tradizionalmente a noi vicini». E gli scandali torinesi possono aver influito? «Non penso granché, se mai si deve tener conto di alcuni candidati di prestigio nella nostra sona, come Susanna Agnelli, che ha avuto un successo personale notevolissimo. Ma sono anche convinta che i voti in libera uscita non confluiti su di noi prima o poi torneranno*. Guido J. Paglia 111 II 1111111111 II 111111111111111111 ! 11111MI ■ ■ 1111111111111 ■ Anna Maria Vietti e Giovanni Porcellana, non più eletti
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