Le grandi città preoccupano dc e psi il «modernismo» non è stato compreso di Alberto Rapisarda

Le grandi città preoccupano de e psi il «modernismo» non è stato compreso De Mita e Craxi puntavano a conquistare l'elettorato dei principali centri Le grandi città preoccupano de e psi il «modernismo» non è stato compreso Borghesia e ceti medi hanno premiato repubblicani c liberali, mentre la componente operaia ha continuato a votare per il pei • Il psi in declino persino a Milano, la città di Craxi e Martelli - Nei capoluoghi del Sud le flessioni più significative della Democrazia cristiana - L'effetto degli scandali sul voto a Torino e Genova ROMA — I partiti se le stanno studiando come se fossero oracoli quelle dieci grandi città, italiane che hanno ormai dimostrato di anticipare costantemente gli umori del Paese. Ci riflettono sopra sempre più preoccupati i democristiani di De Mita, che speravano di riconquistarle con il nuovo volto della de. Ci rimuginano sopra perplessi anche i socialisti di Craxi, che hanno avuto sorprese che debbono ancora digerire. Puntano a farne le proprie roccaforti repubblicani e liberali, in concorrenza con un partito comunista che ha scoperto che la «falce e il martello» tiene ancora Le dieci più grandi città che nascondono il messaggio che le segreterie dei partiti cercano di decifrare sono Milano, Torino, Genova, Venezia, Firenze, Bologna, Roma, NapoBari e Palermo. Tutto cominciò nel 1974 con la vittoria del «no» all'abrogazione della legge sul divorzio, prosegui anno dopo con i primi cedimenti democristiani nel controllo dei maggiori centri e con il proliferare delle «giunte rosse». Fu riconfermato alle politiche del 1979 con un grande scricchiolio dello scudo-crociano che prese in queste dieci aree metropolitane sette punti in meno rispetto alla media nazionale, scendendo al 31,3 per cento. Quella caduta «locale» con le elezioni di domenica si è estesa al risultato generale della de. Quale nuovo messaggio nascondono ora gli ultimi risultati? Il declino della de è diventato generale, ed ha tocca, to anche le città del Sud dove aveva retto nel 1979. Anzi, le perdite percentuali più alte sono state registrate proprio al Sud. a Palermo (—8,8) a Napoli (—8,7) e a Bari (—8,2). Nel le dieci grandi città la media del voto democristiano scende dal 31,3 al 21,1. La de è il se condo partito dopo il pei in 8 città su 10 (le eccezioni sono Palermo e Bari). Otto di queste citta sono governate da giunte di sinistra, salvo Palermo e Firenze, In generale tutte le «giunte rosse» escono rafforzate dal voto di domenica, prima di tutto dal calo della de e poi dall'avanzata o del pei o del psi. E non è da escludere che venga ora rimessa in dtscus sione la giunta di centro-sinistra di Firenze perché ritorni ad essere anche lei «rossa». Le grandi città della bor ghesia, dei ceti medi del terziario avanzato hanno quindi detto alla de che non credevano al suo rinnovamento e che si fidavano di più dei.repubblicani é dei liberali per una amministrazione rigorosa dello Stato. Ma la più europea delle città italiane, Milano, ha avuto qualcosa da dire anche a Bettino Craxi. Da qui era partita la lunga marcia del nuovo pst alla conquista di maggior peso politico, questa è la città di Craxi, Martelli e del buon governo di Tognoli. E questa città ha tolto sorprendentemente al psi lo 0, per cento dei voti. Lo stesso avvenuto a Genova e Torino, ma era più comprensibile. Era la reazione agli arresti e agli scandali nei quali erano stati coinvolti esponenti socialisti. Il calo di Milano risulta per il psi più misterioso e più cocente. Al termine degli scrutini, in realtà 11 milanese Bettino Craxi si trova con un partito che gli è mutato tra le mani. Lui, come De Mita, predicava modernità ed efficienza soprattutto per il Nord, ma 11 non è stato capito. Otto degli undici deputati che 11 psi ha guadagnato, sono stati eletti a Sud, in buona parte a spese della de. I vincitori nel psi sono uomini del Sud come il siciliano Caprla, secondo dopo Craxi per numero di preferenze, e il pugliese Formica, terzo. Il «partito dei milanesi» è stato sconfitto. La massima avanzata in un grande centro il psi l'ha avuta a Messina, col 18 per cento. Le cifre sembrano costringere quindi democristiani e socialisti a combattersi so¬ prattutto nel Sud, malgrado i loro piani fossero diversi. E qui i rampanti «neofeudatari» socialisti sembrano avere la meglio sui disorientati «signori delle tessere» democristiani. Il Nord pare destinato a rimanere campo riservato per la partita che si gioca tra pri, pll e i comunisti, le forze che sembrano riscuotere il maggior quoziente di fiducia dai cittadini che chiedono buon governo, sana amministrazione e coerenza. A Milano i repubblicani sono diventati il terzo partito, prima dei socialisti. A Torino quasi raddoppiano i loro voti. A Torino e a Genova, le città degli ultimi scandali, il pei avanza mentre il psi perde. I comunisti non hanno ancora completato l'analisi del loro voto. Le cifre dimostrano una perdita limitatissima al Nord (0.3) e al Centro (0.2) rispetto al 1979. e più alta (0,8) al Sud nelle votazioni per la Camera. Al Nord, in alcune città 11 pei deve aver perso voti dei ceti medi verso 1 repubblicani qualcosa verso 11 dp, ma deve anche aver raccolto voti operai democristiani. Alberto Rapisarda