Il vecchio Himalaya non si è piegato all'assalto delle nostre 8 alpiniste
Il vecchio Himalaya non si è piegato all'assalto delle nostre 8 alpiniste Valanghe e scariche di sassi le hanno convinte a non proseguire Il vecchio Himalaya non si è piegato all'assalto delle nostre 8 alpiniste MILANO — «All'aeroporto ci dicevamo che, in fondo, non considerando i legami affettivi di ognuna, aleremmo potuto continuare a stare insieme*: cosi parla, con una punta d'ironia. Silvia Metzeltin, una delle otto alpiniste che hanno compiuto una spedizione nell'Himalaya indiano alla conquista del monte Meni (6672 metri) e ritornate domenica in Italia. Non sono riuscite ad arrivare in vetta. Il maltempo della stagione post-monsonica ha reso troppo pericolosa la scalata. «Nevicava molto — racconta Metzeltin — e la neve si scioglieva rapidamente, dato che il sole a quelle latitudini è molto forte. Valanghe e scariche di sassi ci hanno convinto a non proseguire*. La spedizione si è fermata a quota 5800 metri circa, ma le otto alpiniste non la considerano fallita. E' stata un'esperienza positiva, dicono, e dal punto di vista umano e da quello scientifico. La prima «cordata» italiana tutta femminile, partita il 12 maggio, era composta da Mariola Masciadri, 52 anni, giornalista; Silvia Metzeltin, 44 anni, geologa, la più esperta del gruppo con 30 anni di alpinismo; Annelise Rochat, 34 anni, insegnante di lettere; Annalisa Cogo. 32 anni, medico; Oriana Pecchi, 30 anni, medico; Nadia Blilla, 28 anni, accompagnatrice di trekking; Laura Ferrerò, 24 anni, educatrice; Alessandra Gaffuri, 21 anni, studentessa in veterinaria. La decisione di partire è nata in modo «semplice e spontaneo» tra alpiniste che in parte si conoscevano o che avevano sentito parlare l'una dell'altra, tiene a sottolineare Silvia Metzeltin. «Nessuna sfida, per carità—dice la geologa — i tempi della sfida per fortuna sono passati. C'era solo la voglia di stare, per una volta, insieme tra donne. Spero adesso che la nostra esperienza dia impulso all'alpinismo femminile*. U gruppo, arrivato nella regione del Garhwal, ha trascorso un primo periodo di acclimatamento. Poi sono ini¬ ziati J viaggi per trasportare i materiali. Le donne non hanno avuto nessun «portatore» maschio: hanno fatto tutto nella massima autonomia. Due settimane sono trascorse per l'allestimento dei campi alti e per portare le attrezzature nel bel mezzo della parete, la quale presenta una prima parte «facile» e diventa molto ardua avvicinandosi alla vetta. Ai primi di giugno le alpiniste hanno iniziato ad attrezzare la parete, a sistemare cioè le corde fisse per potersi garantire il ritorno. Il brutto tempo le ha bloccate, ma sono state comunque compiute ricerche di fisiopatologia respiratoria e alimentali
Persone citate: Alessandra Gaffuri, Annalisa Cogo, Annelise Rochat, Laura Ferrerò, Masciadri, Metzeltin, Nadia Blilla, Silvia Metzeltin
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