Hanno ucciso l'impresario Baratella per acquistare due moto giapponesi

Hanno ucciso l'impresario Baratella per acquistare due moto giapponesi Il giallo di S. Lorenzo al Mare: fermato un complice dell'assassino Hanno ucciso l'impresario Baratella per acquistare due moto giapponesi IMPERIA — Hanno assas-iinato un uomo per procurar- IMPERIA — Hanno assas sinato un uomo per procurarsi il denaro necessario all'acquisto di due moto Suzuki e del valore di circa 8 milioni l'una. Il «giallo» di San Lorenzo al Mare è stato risolto. A sequestrare e uccidere, con due martellate alla testa, Leo Marino Baratella, il settantaquattrenne impresario di San Mauro Torinese, scomparso una settimana fa, e ritrovato morto, sabato scorso, in un pozzo di Agaggio Inferiore, in Valle Argentina, sono stati il suo dipendente, Giovanni Caparrili, 21 anni, Cipressa, vico Castello 2, e Dino Llssiotto, 18 anni appena compiuti, S. Lorenzo al Mare, via Pietrabruna. Il primo è già in carcere a Imperia, il complice è in stato di fermo, in Questura, ma. dopo averlo interrogato, il procuratore della Repubblica Antonio Penco dovrebbe emettere mandato di cattura anche contro di lui. L'accusa: concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione, omicidio e occultamento di cadavere. Caparelli aveva il vizio del gioco, da un mese e mezzo frequentava assiduamente 11 Casinò di Sanremo, e aveva 1 contratto alcuni debiti. An- che Llssiotto aveva bisogno di contratto alcuni debiti. Anche Llssiotto aveva bisogno di soldi, per poter acquistare una moto di grossa cilindrata. E' stato dunque 11 bisogno di' denaro a spingere 1 due giovani a compiere l'omicidio, e chiedere poi il riscatto alla famiglia della vittima. A permettere la ricostruzione di un mosaico che appariva piuttosto complesso, è stata la confessione di Caparelli. Messo alle strette, domenica mattina è crollato e ha fatto il nome di Lisslotto; quest'ultimo è stato bloccato appena in tempo: aveva già fatto le valigie, e si preparava alla fuga. La ricostruzione della tragica vicenda. Sono le 21,55 di lunedi 20 giugno. Leo Baratella, in piazza Mazzini, a San Lorenzo al Mare, conversa con la domestica, Cesarina Formento, 72 anni, affacciata alla finestra dell'alloggio, dove l'uomo abitava temporaneamente. Attende l'arrivo di Caparelli, con 11 quale deve recarsi a Pietrabruna, per collaudare una lampada dell'Impianto di illuminazione, che la sua ditta aveva da poco installato nella polveriera militare. La donna rientra un istante 1 per spegnere il televisore. I Quando ritorna alla finestra per spegnere il televisore. Quando ritorna alla finestra Baratella non c'è più. ma scorge un'auto che si allontana. E' la Fiat 127 di Caparelli. Questi, che ha già congegnato 11 piano con il complice, imbocca la provinciale per Pietrabruna. Si ferma dopo qualche centinaio di metri per far salire Llssiotto: «Ci aiuterà nel lavoro*, spiega al principale. L'amico si accomoda sul sedile posteriore. Scatta l'agguato. I due cercano di imbavagliare Baratella, per trasportarlo nel box che Caparelli aveva preso in affitto a Costarainera. Ma l'imprenditore torinese si ribella. Llssiotto, secondo le supposizioni della polizia, afferra un martello da carpentiere e lo colpisce un paio di volte al cranio, forse con l'intenzione dì stordirlo. Ma Baratella, ferito gravemente, muore quasi subito. I due giovani trasferiscono il cadavere nel baule dell'auto poi, dopo essersi spartiti le 450 mila lire che l'impresario aveva in tasca (Llssiotto se ne servirà per prenotare un giradischi stereofonico), per strade secondarie raggiungono il cantiere abbandonato della diga di Glori, e lo gettano nel pozzo, Lutimi il cammino, & Bussa. Glori, e Io gettano nel pozzo. Lungo il cammino, a Bussana, scagliano in mare il martello, che ieri mattina è stato recuperato dai sommozzatori in località Torchietto. Raggiungono Sanremo. Da una cabina di piazza Colombo, telefonano, a mezzanotte, alla famiglia Baratella. A chiamare, seguendo le istruzioni di Caparelli, è Llssiotto: • Vostro padre è con noi. Se volete salvare azienda e falegnameria, preparate un miliardo*. E' una richiesta anomala, gli investigatori si insospettiscono: è arrivata troppo presto, e poi perché riferirsi agli affari, anziché alla vita dell'ostaggio? La versione di Caparelli («All'appuntamento sono arrivato in ritardo. Baratella non c'era, e me ne sono andato* sosteneva) presenta contraddizioni e lacune. Il giovane viene trattenuto in questura, ai Baratella non arrivano altre richieste. Durante una perquisizione nel garage di Caparelli, si trovano un poggiatesta, una f oderina del sedile e un tappetino, macchiati di sangue. E' la svolta decisiva dell'Inchiesta. Stefano Delfino