L'Europa con satelliti in proprio di Giancarlo Masini

L'Europa con satelliti in proprio Malgrado la superiorità americana in campo spaziale il Vecchio Continente lancia la sua sfida commerciale L'Europa con satelliti in proprio Il francese «Ariane» ne ha messi in orbita due che consentiranno i collegamenti con l'Africa e agevoleranno i radioamatori Resta da sciogliere il nodo dei vettori: quelli americani sono finora più sicuri - Si lavora alla costruzione di «razzi a perdere» I sovietici ne offrono uno, il Proton, per 36 miliardi di lire (in caso di fallimento la partenza verrebbe ripetuta con metà spesa) SAN FRANCISCO — La conclusione della missione del Challenger sulla pista ricavata In un lago asciutto del deserto della California, anziché 'su quella del «Kennedy Space Center», in Florida, ha deluso quanti erano accorsi a Cape Canaveral per assistere allo storico atterraggio della' prima astronauta donna americana, ma ha confermato la perfetta «rellability* della navetta, anche in caso di cattivo tempo. In altre parole, lo Space Shuttle si comporta proprio 'come un aeroplano: quando, per un qualsiasi motivo, un aeroporto è impraticabile, atterra in un altro. Era quello che volevano gli ideatori del nuovo sistema di trasporto spaziale per la sicurezza del passeggeri e delle merci trasportate. Per ora, il più grande affare che 11 cosmo ha consentito resta quello delle telecomunicazioni, con un giro di molti milioni di dollari al giorno. Per rendersene conto si pensi alle telefonate transcontinentali; alle trasmissioni radio e televisive; si consideri la crescente mole delle trasmissioni dati computer-satellite-computer. Fino a oggi, la quasi totalità di questi affari è in mano americana. Statunitensi sono 1 lanciatori, cioè 1 veicoli che trasportano in orbita i satelliti e ugualmente americani sono i satelliti per comunicazioni sempre più sofisticati e efficienti. Fortunatamente ' da qualche tempo anche l'Europa si è messa in gara e diverse industrie del vecchio continente hanno raggiunto una notevole capacità nella realizzazione di questi ordigni. Se oggi si può chiamare un qualunque numero telefonico dall'Europa all'America, al Giappone e viceversa, lo si deve a tali marchingegni che ruotano nello spazio in orbite geostazionarie a 36 mila chilometri di quota. E ad ogni giro del dischetto telefonico, ad ogni impulso di telex, ad ogni secondo di trasmissione radio o televisiva corrisponde una percentuale da pagare ai possessori di satelliti. I sistemi per mandare in orbita un satellite per telecomunicazioni sono di vario tipo. Si può usare un razzo «a perdere», al quale si aggiunge un motore di apogeo; questo entra in funzione quando la spinta del vettore si esaurisce con il raggiungimento di una traiettoria orbitale bassa (intorno ai 250 chilometri). Ma si possono anche impiegare razzi a «perdere» che hanno la capacità di spingere direttamente 1 satelliti fino alle quote previste per la geostazionarietà. Tale è il sistema impiegato dai sovietici con 1 loro vettori battezzati Proton. L'ultimo sistema in ordine di tempo e di sicurezza è quello degli Space Shuttle. Il satellite si carica nella stiva della navetta e lo si libera nello spazio una volta raggiunta la quota di un'orbita bassa; poi si accendono i motori che portano l'ordigno.nel punto desiderato in orbita geostazionaria. L'Europa, che anni addietro aveva rinunciato alla gara spaziale dopo i falliti tentativi dell'Eldo, è tuttora dipendente dai sistemi americani. L'Eldo (European launcher development organlzation) aveva basato la sua attività su di un vettore inglese (dapprima destinato a essere impiegato dalla base spaziale australiana di Canberra), su uno francese che avrebbe dovuto funzionare tìa secondo stadio e uno tedesco che doveva fungere da terzo stadio, i lanci di prova compiuti dalla base spaziale creata dai francesi a Kourou, nella Guyana, fallirono tutti e l'Eldo si disciolse. Le sole cose che funzionarono, purtroppo Inutilmente, furono 1 coni protettivi dell'ordigno spaziale che erano stati realizzati dalla Fiat, partecipe anch'essa del consorzio europeo. A quel punto 11 governo e l'industria francesi decisero di procedere per loro conto ed ecco la realizzazione dell'Ariane, un grande razzo polistadio, della capacità del vettore Thor-Delta americano, che dopo una serie di insuccessi (l'ultimo nel settembre 1982 costò la perdita di un satellite europeo particolarmente importante) e varie difficoltà ha piazzato con pieno successo due satelliti In orbita 11 16 giugno scorno partendo sempre dalla base di Kourou. I due satelliti europei per telecomunicazioni sono l'Ecs 1 (European comunlcations satellite) e l'Amsat, tedesco, un ordigno destinato a ricerche ed esperimenti per 1 radioamatori della Germania federale e del resto d'Europa. Con un peso di 605 kg, l'Ecs I (che è stato costruito per conto dell'agenzia spaziale europea Esa dalla Britlsh Aerospaoe come primo appaltatore) provvederà alle telecomunicazioni del vecchio continente e per 1 collegamenti con vari Paesi africani anche con programmi di educazione scolastica. Il successo del sesto lancio dell'Ariane ha ridato voce e corpo alle possibilità di concorrenza con gli americani. Si parla già di offerte a costi stracciati. CI sono però alcuni fatti — due tecnici e uno commerciale — che rendono perlomeno dubbiose le capacità concorrenziali europee nei confronti degli americani. Prima di tutto l'Ariane è al suo esperimento positivo dopo 5 lanci pieni di guai. I razzi americani della stessa categoria — i Thor-Delta — hanno alle spalle esperienze di centinaia di lanci e le industrie che II realizzano vantano potenzialità produttive difficilmente raggiungibili, anche se i francesi hanno di recente annunciato un programma di «Ariane alla carta*. Si tratta di un sistema di lancio flessibile a tutte le eventuali richieste degli utilizzatori commerciali del vettore. Da parte americana, sempre nel settóre del razzi «a perdere» ci sono gli AtlasCentaur e 1 Tltan (quelli che spedivano in orbita le capsule Gemini con 2 uomini a bordo) 1 quali hanno esperienze e quindi sicurezze difficilmente superabili. Infine c'é lo Space-Shuttle, le cui capacità di deporre in orbita e recuperare satelliti per riportarli a casa offrono possibilità che per ora nessun altro vettore consente.;, rxì^P —T francesi sostengono che per certi satelliti da telecomunicazioni il loro razzo Ariane potrà offrire costi di lancio vantaggiosissimi. Intanto, però, nella gara commerciale per l'uso Industriale dello spazio si sono affacciati anche 1 russi con un'offerta sbalorditiva: è stato costituito un consorzio internazionale chiamato Inmarsat (International maritime satellite organlzation) destinato alle telecomunicazioni marittime. DI questo organismo 11 23,37% è posseduto dalla Comsat americana; 1114% delle azioni sono in mano della Maral vlazsptunlk, 11 resto appartiene ad altri organismi di varie nazioni. Ora per 1 satelliti da telecomunicazioni marittime di seconda generazione che Inmarsat ha In programma per 11 1988 — dopo le offerte dell'ampio arsenale di razzi americani e dopo l'offerta dell'Ariane — 1 russi hanno messo sul tappeto come lanciatore civile usabile da chiunque il loro vettore Proton. La cifra richiesta per questa prestazione è di appena 36 miliardi di lire. Un prezzo altamente competitivo sia nel confronti dei lanciatori americani, sia nei confronti dell'Ariane europeo. C'è però un grosso problema: quello della segretezza. Richiesti, secondo le norme del consorzi Internazionali, di dare le specifiche del loro vettore, 1 sovietici hanno fornito uri manuale che da un punto di vista tecnico è pieno di lacune. I sovietici hanno anche fatto un'altra offerta. Hanno detto di essere disposti a ripetere il lancio a metà prezzo in caso di fallimento. Il problema però resta quello della segretezza e delle complicazioni burocratiche che 11 mondo sovietico impone. Giancarlo Masini

Persone citate: Cape, Kennedy Space, Maral, Space