I sondaggi elettorali della vigilia possono Influenzare i risultati?

I sondaggi elettorali della vigilia possono Influenzare i risultati? Le previsioni sono fatte con serietà, ma vengono sfruttate male I sondaggi elettorali della vigilia possono Influenzare i risultati? De Rita del Censis: «Provocano due effetti contrapposti, uno favorevole a chi risulta vincente, l'altro contrario; negli Usa prevale il primo» - Il voto di opinione e quello di scambio DAL NOSTRO INVIATO ROMA — La vigilia elettorale è stata ricca di sondaggi, mentre fra la gente serpeggia il sospetto che si tratti, nella migliore delle ipotesi, di auspici travestiti da previsioni. Di operazioni destinate non tanto a studiare gli elettori, quanto a influenzarli. In realtà, queste rapide demoscopie preelettorali sono molto più serie di quanto 1 profani non credano: anche re non sempre è altrettanto serio l'uso che se ne fa. Per esempio Giuseppe De Rita trova «splendidi dal punto di vista intellettuale^ certi sondaggi recenti della Doxa e della Demoskopea. A capo del Censis, De Rita è abituato da anni a applicare lo stetoscopio alla società italiana, questa società che l'ultimo rapporto annuale definisce, per la sua capacità di assorbire e neutralizzare praticamente tutto, 'più. spugna che diamante'. Dunque, il parere tecnico di De Rita sul sondaggi delle intenzioni elettorali è positivo: ma tutt'altra è la valutazione dell'uso. 'Splendidi, ma sfruttati malissimo', dice. Normalmente si isola un elemento, spiega, che avulso dagli altri perde significato, e da quell'elemento si ricava il senso dell'intera operazione. 'Far sondaggi in Italia — dice Renato Mannheimer dell'Istituto superiore di sociologia dell'università di Milano —, è molto difficile per tre ragioni- ci sono molti partiti, ci sono partiti piccoli, ci sono molte non risposte'. Tuttavia si fanno anche buoni sondaggi: ma 'i giornali li pubblicano con trascuratezza, senza le necessarie notazioni metodologiche, senza dire che razza di campione si sia utilizzato, a volte senza nemmeno specificare il testo esatto delle domande, a volte addirittura con titoli che contraddicono ai risultati'. Che effetto producono i sondaggi? «Ci sono f o due effetti contrapposti: uno favorevole a chi risulta vincente, l'altro contrario. Esempio: è previsto il sorpasso comunista, si vota de per contrastarlo. Difficile dire quale dei due effetti prevalga in Italia: sappiamo che negli Stati Uniti prevale il primo, si salta sul carro del presunto vincitore'. I due effetti potrebbero anche compensarsi fino a annullarsi a vicenda, limitandosi a alimentare quei flussi elettorali recentemente analizzati (La Stampa, 14 giugno) da un complesso plano di ricerca dell'Istituto Cattaneo di Bologna. Un movimento sotterraneo che non sempre emerge alla superficie, perché è fatto di molti percorsi incrociati (11 partito A perde voti a vantaggio di B, ma ne riceve da elettori delusi di C, e cosi via...), la cui risultante è alla line il .saldo» dei risultati. Fra le ricorrenti previsioni di queste elezic-.! c'è l'astensionismo. Che effetto produrrà sugli incerti questa previsione? E che effetto produrranno, positivo o negativo, le molte prediche sulla opportunità di votare comunque? Secondo De Rita la scheda bianca deriva da un insieme di motivazioni più o meno equamente composto di 'apatia, delega, leggero cinismo: In particolare aumenta la tentazione della delega, dice il segretario del Censis. in conseguenza della maggiore professionalità della classe politica rispetto al passato. Mannheimer osserva che spesso si dimentica come l'aumento deciso dei non votanti nel '79 sia dovuto in parte non piccola a certe novità normative che si riferivano al voto degli emigrati: ci furono infatti tanti certificati elettorali non consegnati. Il fenomeno astensionistico vero e proprio, come scelta, va dunque ridimensionato. Chiedo a De Rita se ci sia un rapporto riconoscibile fra l'evoluzione della società italiana, cosi come 11 Censis l'ha osservata negli ultimi sedici anni, e I corrispondenti comportamenti elettorali Si, questo rapporto c'è. 'In questi anni abbiamo individuato due elementi fondamentali: una società die va avanti più per lenta deriva storica che per salti, più per evoluzione che per progetto, e un forte aumento della soggettualità. Il primo fenomeno ha la sua conferma elettorale nella sostanziale stabilità del voto, il secondo nell'esito dei referendum'. La scelta referendaria per 1 diritti soggettivi dell'aborto, del divorzio, corrisponde infatti alla progressiva emersione dell'Individualismo, del far da sé, al rifiuto dello Stato come «supremo regolatore della vita e dell'evoluzione della comunità'. Mannheimer individua nella diminuzione del voto di appartenenza il segnale che 'la perdita progressiva delle iden¬ tità tradizionali si è riflessa anche nel comportamento elettorale: Al voto di appartenenza, che è la scelta di chi identifica senz'altro la propria visione politica nella visione di un partito, si contrappongono 11 voto di opinione e 11 voto di scambio. Quale del due viene a beneficiare del diminuito voto di appartenenza? 'Difficile dirlo — risponde Mannheimer—anche perché è difficile distinguere fra queste due manifestazioni. Facciamo un esempio: il pensionato che vota psdi esprime un voto di opinione o un voto di scambio?'. Il voto dì opinione, sarà bene ricordare, è prò prio di chi esprime votando un'idea o una filosofia politi' ca o una scelta di campo. Il voto di scambio è qualcosa di molto meno grandioso: espresso per ottenere un beneficio diretto e personale, può arrivare fino alla vera e propria degenerazione cllen- Alf redo Venturi

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