Ripartito da Roma l'aereo dirottato

Ripartito da Roma l'aereo dirottato Ripartito da Roma l'aereo dirottato (Segue dalla 1* pagina) misure di sicurezza internazionali. Quattro «caccia» della nostra Aeronautica militare si affiancavano al Boeing, quando questo entrava nello spazio aereo italiano. Il-pllota romeno incominciava a trattare, per conto dei dirottatori, con la torre di controllo di Fiumicino. Questa era la meta decisa. Si predisponevano le misure di sicurezza. Ma si rispondeva con un veto all'atterraggio. Le trattative sono andate avanti anche quando l'aereo era sul cielo di Roma, «Abbiamo carburante per al- tri 45 minuti di volo- è stato il messaggio trasmesso alle 14.20. Quando è giunta l'autorizzazione ad atterrare a Ciampino, 1 terroristi hanno accettato: era trascorsa quasi un'altra ora di discussioni, A Ciampino confluivano gli uomini dei servizi di soccorso e di sicurezza. Nella .torre di, controllo si riunivano il prefetto di Roma, il magistrato di turno, il comandante della regione carabinieri, il capo del dipartimento della Protezione civile, rappresentanti del ministero dell'Interno e degli Esteri. Un altro vertice si teneva al Viminale. Incominciava un pomeriggio di attese, lunghi silenzi, complicate traduzioni, momenti di nervosismo, molte preoccupazioni La prima Immagine che 1 dirottatori hanno, fatto intravedere, subito dopo l'atterraggio, è stata quella dei due piloti con le mani alzate. Subito dopo le tendine venivano abbassate e gli oblò rimanevano ciechi. I libanesi trasmettevano per il tramite del comandante le loro condizioni: pronto rifornimento dell'aereo, convocazione degli ambasciatori di Libia, Romania e Libano, oppure avrebbero fatto saltare l'aereo. I diplomatici non si trovavano subito. Dalla torre di controllo partiva la richiesta di fare scendere 1 passeggeri, almeno le donne e i bambini. «Non ce n'è bisogno. Non c'è a bordo situazione di emergenza- era la risposta. .«fono laconici. Dicono il minimo indispensabile» era il commento alla torre di controllo. Da parte italiana si cercava di guadagnare tempo. Ma col passare delle ore i libanesi 'diventavano sempre più nervosi e imperiosi. Facevano sapere che avevano avvistato uomini in divisa. Intimavano di far allontanare per un raggio di centinaia di metri qualsiasi possibile tiratore. La discussione si è protratta sul fatto se 11 rifornimento del velivolo doveva avvenire a motori spenti (come sostenevano gli Italiani), o a motori accesi (come hanno preteso 1 dirottatori). La questione nasceva da motivi di sicurezza. Ma 1 libanesi sono stati durissimi nella loro richiesta. Alle 17,30 sono Incominciati ad arrivare 1 diplomatici. Alle 18 è incominciato 11 rifornimento. L'autobotte ha fatto il giro del Boeing. Alle spalle rimanevano le auto del pompieri. Gli autisti della Total hanno fatto vedere che erano disarmati: sono scesl dal veicolo e si sono avvicinati all'aereo a mani nude. Poi si sono messi al lavoro. Hanno versato nel serbatoi della «Tarom» 38 mila litri oNe vogliamo altrettanti- è statala risposta." Quindi' Roma era solo la tappa di un viaggiò ben pia lungo. Iniziava l'attesa per 11 secondo round del rifornimento. Dal microfoni dell'aereo incominciavano a parlare anche i libanesi, oltre ai romeni Funzionari della «Llbian Airways» rimanevano in ascolto nell'ufficio traffico dell'aeroporto. Dalla torre di controllo non usciva più nessuno né si avevano più notizie. Una nuova più difficile fase si apriva. «La destinazione è Beiruthanno fatto sapere i dirottatori a sera. Oli italiani hanno chiesto .che 1 passeggeri fossero fatti scendere. Il secondo rifornimento è stato effettuato. Alle 21,15, col serbatolo ormai pieno, 1 colori della bandiera romena sulla coda e una quarantina di persone stre mate chiuse nell'interno, il Boeing ha ripreso 11 suo viaggio. Liliana Matteo

Persone citate: Liliana Matteo

Luoghi citati: Ciampino, Libano, Libia, Roma, Romania