Il dollaro però è sempre alto (1513) Appello dell'Europa agli Stati Uniti
Il dollaro però è sempre alto (1513) Appello dell'Europa agli Stati Uniti Il dollaro però è sempre alto (1513) Appello dell'Europa agli Stati Uniti ROMA — /{dollaro mantiene sempre alte le sue quotazioni e al fixing di ieri si è ulteriormente apprezzato: 151325 lire contro le 1512,75 della precedente seduta. La corsa del dollaro è sempre sostenuta dalla politica monetaria Usa e dalle previsioni di un rialzo dei tassi di interesse. Per il resto, poco da segnalare, se non la saldezza della lira nello Sme e la stabilità dell'oro (ha chiuso a Londra a 414,75 dollari l'oncia, uno in meno rispetto a lunedi), nonostante la marcia verso l'alto della moneta americana. Gli operatori concordano nel ritenere che le contrattazioni di questa settimana non offriranno particolari emozioni e che quindi su tutti i mercati valutari dovrebbe registrarsi un certo assestamento. Con un appello lanciato dal ministro del Tesoro Goria affinché gli Stati Uniti collaborino con i loro alleati europei per tenere sotto controllo i •preoccupanti» effetti che il rialzo del dollaro potrebbe avere per tutto il sistema economico internazionale, si è conclusa ieri la •convention- della Camera di commercio italo-americana (lacc) che, organizzata dall'Unionca- mere, ha riunito a Roma per due giorni pili di 200 tra i maggiori esponenti del mondo politico industriale ed economico degli Stati Uniti. Ooria ha insistito soprattutto sulla necessità di superare le •incomprensioni, emerse tra europei ed americani al recente vertice di Williamsburg, riguardanti proprio gli effetti provocati dal superdollaro. «Se l'attuale situazione del dollaro — ha osservato il ministro —può creare problemi all'Europa ostacolandone la ripresa, non bisogna dimenticare che essa potrebbe intersecarsi drammaticamente anche con 1 problemi del Terzo Mondo, acuendo i contrasti tra Nord e Sud e, di riflesso, tra Est ed Ovest». Ooria ha concluso affermando che «il processo di risanamento italiano vogliamo programmarlo, non subirlo; non ci sta bene subirlo perché, in questo modo, finiremmo con lo scaricare sugli strati più poveri della società 11 costo del risanamento. Vogliamo essere protagonisti e non spettatori di ciò che ci attende». Il presidente della commissione Affari Esteri della Camera, Andreotti, intervenuto al lavori di chiusura, ha affermato a sua volta: «Abbiamo rimproverato per molto tempo gli Stati Uniti perché mantenevano troppo bassa la quotazione del dollaro. Ora abbiamo Invertito questa teoria. Allo stesso modo rimproveriamo agli altri Paesi di tenere i tassi di interesse a livelli troppo elevati, senza tenere conto del nostri livelli». Ed ha aggiunto: «Il nostro Paese può andare a testa alta: siamo infatti la nazione più stabile In politica estera. Da 40 anni, abbiamo la stessa politica estera occidentale, sulla quale all'inizio eravamo d'accordo in pochi, mentre oggi quasi tutti i partiti si trovano sulla nostra stessa posizione». Le valutazioni del mondo imprenditoriale, pubblico e privato, sono state portate alla •convention» dal direttore generale della Conftndustria, Alfredo Solustri, nella sua veste di presidente dell'associazione italiana per il commercio mondiale; dal presidente della Confapi (l'associazione delle piccole e medie imprese), Giannantonìo Vaccaro, e dal vicepresidente dell'Ili, Pietro Armoni. e, p.
Persone citate: Alfredo Solustri, Andreotti, Pietro Armoni, Vaccaro
Luoghi citati: Europa, Londra, Roma, Stati Uniti, Usa
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