Marchais assolve il governo Mauroy «Qualche riserva ma lo appoggiamo» di Paolo Patrono

Marchais assolve il governo Mauroy «Qualche riserva ma lo appoggiamo» Mentre il ministro Delors avverte che si profila una fase di recessione Marchais assolve il governo Mauroy «Qualche riserva ma lo appoggiamo» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Prima di entrare in ospedale per un check-up di «normale amministrazione», il segretario generale del partito comunista Georges Marchais ha rilasciato ieri una lunga intervista al quotidiano filo-socialista Le Matin, L'occasione era offerta dal secondo anniversario dell'ingresso del comunisti nel governo Mauroy, ma in realtà con questo intervento Marchais ha voluto puntualizzare la politica del pcf, definita •ambigua» dai socialisti. Marchais ha negato che il suo partito pratichi «una politica a Zig zag», tracciando un bilancio positivo della partecipazione comunista al governo e assicurando che questa non à «né tattica né congiunturale», ma risponde alla volon tà del pcf ài tener fede agli impegni presi nell'81 con il patto di governo con l socialisti. Ma allora, come si spiegano le dure critiche all'azione economica del ministro Delors, paladino dell'austerità socialista? Come si giustificano le riserve espresse sull'appoggio dell'Eliseo all'installazione degli euromissili, sulla firma della dichiarazione sulla sicurezza di Williamsburg? Il leader comunista scorge in queste divergenze isolate sol-i tanto degli «Intoppi» e sottolinea che il MIancio generale dell'azione governativa resta positivo, anche se soggetto alle riserve, su punti specifici, del suo partito. Marchais individua Quindi una «campagna destabilizza-' trlce della difesa» nelle ricorrenti ipotesi di abbandono del governo da parte dei comunisti. E assicura che al contrario il pcf intende continuare a lavorare perché «la sinistra s'appoggi su un movimento popolare ampio e determinato». Perché questo richiamo alla base sociologica della sinistra? Marchais non nasconde nella sua analisi che l'opi¬ nione pubblica percepisce che qualcosa è migliorato negli ultimi due anni, ma individua anche le molte cose che ancora non vanno: «La disoccupazione, il potere salariale, le condizioni del lavoro, la libertà d'azione della Francia ». Ma su questo risvolto critico, Marchais si sofferma appena senza approfondire l'analisi, per non acuire la polemica con i partners di governo. Certo sarebbe nell'interesse della Francia avere buoni rapporti anche con l'Urss, «non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello della sicurezza e del mantenimento della pace in Europa», sostiene Marchais, E' piuttosto sul versante economico e sociale che i comunisti aspettano al varco il governo. Il prossimo autunno sarà, secondo alcuni ministri, decisivo per la riuscita dell'esperienza socialista. Tutti t dati economici resi noti negli ultimi giorni indicano che dall'austerità la Francia sta entrando nella recessione. Il ministro dell'Economia Delors, autore della svolta rigorista d'un anno fa, ha dovuto rivedere al ribasso tutte le sue previsioni: nell'83 la crescita del prodotto nazionale sarà nulla (contro il due per cento preventivato), i consumi regrediscono, sono in flessione gli investimenti produttivi, l'inflazione resta in agguato a un ritmo attorno al 9 per cento ma alla vigilia dei rinnovi contrattuali d'autunno, l'equilibrio del conti della previdenza sociale è sempre più oneroso per imprese e lavoratori. Ma è soprattutto la disoccupazione che angoscta.il governo: sulla cresta dei due milioni, quasi immutata da sei mesi, tutte le previsioni indicano un suo brusco peggioramento per l prossimi mesi. E sarà allora che si misurerà davvero la «resistenza» del pcf. Paolo Patrono

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