Tortora arrostato per droga di Giuseppe Zaccaria

Tortora arrostato por droga Tortora arrostato por droga (Segue dalla 1 ' pagina) lo, racconta il camorrista, avvicinarono il presentatore a Milano cinque anni fa, il momento in cui Tortora «stava inguaiato-, forse perché in attesa di nuovo lavoro. Gli proposero di aiutarli a piazzare una piccola partita di eroina fra la gente dello spettacolo. • Per quel lavoro — dice sempre Barra — Tortora prese ottanta milioni-. Si parla anche di una lettera scritta dal pre; sentatore a «don Raffaele», di alcune strane feste in una villa di Amalfi, del fatto che fino a ieri Cutolo continuasse a considerare Tortora uno degli «uomini suoi». Ma è certo che Barra abbia detto la verità, che le sue accuse abbiano tutte fondamento? «JVon abbiamo l'abitudine di emettere ordini di cattura senza motivo-, risponde secco il procuratore, Francesco Cedrangole «rutto le affermazioni raccolte sono state sottoposte in questi mesi a controlli accurati-. Difficile, per il momento, dire fino a che punto. SI sa solo che con Barra ha parlato anche un altro pregiudicato, Giovanni Pandino, già con dannato à venfanni di carcere. Di Barra, e delle sue confessioni, si parlava da tempo. Uomo di Cutolo nelle carceri, era stato due anni fa tra gli esecutori del feroce assassini^ di Francis Turatello nel penitenziario di Bad'e Carros, in Sardegna. Un assassinio ordinato da Cutolo per garantirsi, con un gruppo di calabresi, il controllo della «piazza» di Milano, sempre influenzata dal vecchio «boss». Ma anche una mossa sbagliata, che aveva provocato la reazione della mafia italo-americana cui Turatello era legato. A questo punto, Cutolo era stato costretto a «scaricare» il suo uomo, accusandolo di essere stato l'unico responsabile: e por Barra era stata la condanna a morte. Per mesi. «'O animale» aveva passa to notti insonni, asserragliato nella" sua cella, diffidando di ogni altro detenuto. Alla fine, pur di lasciare il carcere, si era deciso a far chiamare, un magistrato e a dirgli che avrebbe raccontato tutto. Le sue confessioni, e quelle di Pandino, raccolte per mesi dai carabinieri, hanno riempito 2800 pagine di verbali: quasi un'enciclopedia della Nuova camorra dalla quale, oltre a centinaia di nomi, emerge anche un preciso organigramma che sembra aver mutuato definizioni e metodi a un po' dalle multinazionali un po' dalle formazioni terroristiche. Direttore generale, naturalmente, Raffaele Cutolo. Poi una «direzione strategica» formata da Vincenzo Casino (morto a Roma mesi fa nell'esplosione della sua auto), Corrado Iacalare, ancora latitante, Raffaele Catapano e Pasquale D'Amico. Infine, una serie di capizona disseminati non solo in Campania. I risultati, per ora, si possono condensare cosi: 856 ordini di cattura (che partendo dall'assoclazionc di tipo mafioso finiscono per contenere i due terzi del codice penale, con reati che vanno dall'omicidio all'estorsione, al porto d'arma, al traffico di droga), 335 arresti compiuti in 63 province fino alla tarda serata di ieri, 337 provvedimenti notificati a persone già in carcere, ancora un'ottantina di latitami. Tra questi, il più noto a Napoli è certamente Salvatore Lamarca, 52.anni, socialde mocratico, assessore alla Provincia, sparito dall'altra mattina. Il procuratore, ieri, ha tenuto a sottolineare «la sensibilità dimostrala da tutti i partili-: raccontano che giovedì scorso Lamarca era andato a Roma, per chiedere inutilmente protezione ai ver tlci del psdi. Lo sospettano di avere organizzato il ferimento di Raffaele La Pietra, se gretarlo pei di Ottaviano, e l'assassinio del consigliere comunista Mimmo Beneventano. Introvàbile risulta anche Raffaele Graziano, già sindaco democristiano di Quindici, in provincia di Avellino, ora candidato in una lista civica. Fra gli altri, c'è solo l'imbarazzo della scelta: Francesco Cangemi, 53 anni, di Reggio Calabria, difensore di Cutolo; Bruno Splezia. napoletano, anch'egli legale di «don Raffaele», sfuggito miracolosamente tempo fa ad un attentato. E poi Assunta Sctaro, 21 anni, ex fidanzata del figlio di Cutolo, cantante nelle balere napoletane col nome d'arte di «Alba»; Lello Marinò, un sindacalista; Feilcia Cùozzo, ex donna di Albert Bergamelli, arrestata a Roma; padre Mariano Santini, cappellano del carcere di Ascoli Piceno; suor Aldina Murelli. arrestata ieri in un convento di Ercolano; 11 maresciallo Guerraclno, capo degli. agenti di custodia di Trieste; e ancora Carolina Cutolo, 23 anni, graziosa nipote del boss. Anche la moglie dIrnlSpcamvOcarc di don Raffaele, Immacolata Iacone, è ricercata. E infine, i nomi di due terroristi raggiunti in carcere da nuovi ordini di cattura: Pierluigi Concutelli, un «nero», e Sante Notarnicola, uno dei primi fra i «rossi». Tutt'altro che un dettaglio: pochi giorni ancora, e da questi due nomi prenderà avvio una nuova, importante operazione. Obiettivo, questa volta, tutti coloro che si mossero intorno alla vicenda del sequestro Cirillo e del documento pubblicato dall',-Unità»; documento che, secondo il «pentito» Pandino, fu scritto in carcere da Cutolo in persona. Spunta anche un nome, che ormai mancava solo.nelle cronache della camorra: quello del faccendiere Francesco Pazienza. Giuseppe Zaccaria