Nell'Arca del profeta Battiato di Marinella Venegoni

Nell'Arca del profeta Batfiato Nell'Arca del profeta Batfiato AI parco Ruffini concerto con una schiera dì musicisti, solisti e aspiranti «star» all'ombra di 5 palme finte TORINO — Chissà se l'Arca di Noè di Franco Battiato è solo il titolo del suo ultimo disco, chissà se la sua personale Arca non nasconde inquietanti metafore sullo stato della musica ^facile» italiana. Profeta benevolente, il cantautore imbarca in questa tournée (e anch'essa si chiama Arca) partita dallo stadio Ruffini, una larga schiera di musicisti, solisti e aspiranti al successo: Alberto Radius, Giusto Pio, Francesco Messina, perfino una danzatrice del ventre, però cosi tanto vestita da provocare ironiche richieste di «nuda, nuda» da parte del pubblico. Chissà che cosa spinge Battiato a portare sulla sua Arca cosi tante creature da salvare, nel diluvio discografico che regna. Forse una sottile e neppur tanto nascosta voglia di essere Noè, o un patriarca, o un dittatore delle note. Di cui è assolutamente padrone. La distensione con la quale sale sul grande palco, sbucando dalle cinque palme di plastica che costituiscono la scenografia, è contagiosa, una rilassatezza che ha scavalcato tutte le nevrosi del rock. Nessuna emozione traspare dal lungo naso che lo affligge: e, anzi, lui teorizza die l'emozione e la tensione falsano il rapporto con il pubblico^ C'è da sospettare che il primo dei settemila spettatori accorsi a questa «opening night» nazionale sia lui stesso: che chiede invano'ai suoi tecnici di spe¬ gnere le luci per gustare la1 magia dei mille cerini accesi sulla sua musica. E che dà quasi il via all'invasione pacifica del campo (assurdamente proibito per 'Sicurezza» alla folla), e ride compiaciuto quando questa è avvenuta e ha riportato il magico feeling fra chi suona e chi ascolta. Umberto Eco della canzo netta, manager del ritmo, Franco Battiato a differenza di molti suol colleghi ha i mezzi culturali e musicali per controllare i processi che gli si sviluppano intorno. Lo fa, an-\| che in questa tournée, in modo totalmente disteso ma con il polso fermo del capitano. La scaletta parte con «L'era del cinghiale bianco» e «Up patriota to arm», poi è subito •Radio Varsavia» e tutte le aU tre canzoni di quell'Arca di Noè» che non ha venduto le tante copie che ci si aspettava. Ed ecco perciò un'esecuzione accuratamente uguale a quella del disco, con il coro dei cinque bravissimi 'Madrigalisti» che si divertono un mondo. Anche l bis insisteranno sulla riproposizione di brani già eseguiti, «L'esodo» e «Voglio vederti danzare», iplù ritmati e coinvolgenti: come se dicesse «Andate a comperare questo disco, sentite che non è difficile neanche lui». Il secondo tempo dello spettacolo, è il trionfo della » Voce del padrone», con i mille sotto il palco che saltano e cantano assieme a Battiato a gran voce «Cuccurrucucu Paloma» e «Bandiera Bianca» e «Il centro di gravita, permanente». Chiude «Temporary road», e l'annuncia con orgoglio: «E' quella con cui ho cominciato: la sapete?». In chiusura, Battiato chiama sul palco un'altra delle sue creature, la Sibilla dt Sanremo. Si vede, è pronto a far cantare anche lei: ma l'allieva non ha ancoia imparato la lezione del maestro e fugge. La butteranno giù dall'Arca? Marinella Venegoni scttNtEaqc Franco Ballialo: è parlila l'Arca con canzoni vecchie e nuove e anche una danzatrice del ventre

Luoghi citati: Sanremo, Torino, Varsavia