<<Da mille anni sotto la croce» di Marco Tosatti

<<Da mille anni sotto la croce» Wojtyla promette una terza visita anche alle regioni proibite del Nord <<Da mille anni sotto la croce» L'elogio di Wyszynski nella cattedrale con accenti carichi di commozione e di tensione storica DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — Se Jaruzelski si attendeva un Wojtyla remissivo, fiaccato da ciò che è accaduto alla sua persona e al suo Paese nel quattro anni che lo separano dal primo ritorno In patria, è certamente rimasto deluso. Giovanni Paolo II ha aperto il difficile, drammatico secondo «pellegrinaggio» alla Madonna Nera di Jasna Gora con gesti e parole fermi e significativi. Ha sottolineato l'incompletezza del programma ed ha gettato, le basi, al momento stesso del suo arrivo all'aeroporto di Okecie, per una terza futura visita in patria. n suo primo atto solenne e ufficiale, a Varsavia, è stato la celebrazione di una Messa nella cattedrale di San Giovanni in onore di Stefan Wyszynski, lo scomparso primate, l'ultimo altero rappresentante di una grande traditone di presuli-principi, avvezzi a trattare su un piano di parità con il potere secolare. Onorando in questo modo il suo grande amico e guida spirituale, l'artefice di un lungo e difficile periodo di dialogo fra Chiesa e Stato, Giovanni Paolo II ha voluto raccogliere, anche formalmente, l'eredità e 11 ruolo nella visione di un nuovo dialogo min questo sublime ed insieme difficile momento storico della patria*. •Il programma è vasto, ma tuttavia al di sotto del numero degli inviti-, ha voluto sottolineare immediatamente, davanti ad un impassibile Henryk Jablonski, 11 capo dello Stato. Ed ha proseguito: •Desidero dire subito che vengo a visitare la mia patria intera e tutti i polacchi. Dal Nord al Sud, dall'Est all' Òvest. Vi prego dunque di cogliere la mia presema anche là dove non passa l'itinerario del pellegrinaggio, dove non mi è possibile arrivare questa volta: Il Nord ribelle — Danzica e Stettino — e Lublino, forse troppo vicina alle frontiere con l'Urss, sono state escluse dal programma, cancellate dal veto del regime. mQuesta volta; ha sottolineato Wojtyla, lasciando Intendere che tornerà e che nella prossima occasione, forse, la culla di «Solidarnosc» potrà accogliere 11 Pontefice polacco. E ha voluto anche ribadire di essere venuto per tutti i polacchi: •Non posso visitare tutti i ma-, lati, i carcerati, i sofferenti, però chiedo loro di essermi vicini con lo spirito, di sostenermi, come fanno sempre. Ricevo molte lettere che ne danno testimoniansa, specialmente in quest'ultimo periodo». •Spero che la seconda visita del Papa porti pioia», ha detto Henryk Jablonski Ma l'atmosfera all'aeroporto era carica di mestizia: non un grido di «Viva il Papa», solo fiori agitati in silenzio, cori sommessi, 11 battito ritmato degli stivali militari, qualche applauso contenuto; ma il discorso del presidente della Repubblica è stato accolto in un silenzio gelido. Di gioia ha parlato Jablonski, ma non Wojtyla, neanche nel suo breve colloquio con 1 giornalisti sull'aereo dell'Aliialia, poco prima dell'atterraggio. «Mi sento più me stesso, tornando in Polonia» si è limitato a dire sorridendo ed è ritornato nella sua cabina allietata da fiori bianchi, gialli e rossi. Nella cattedrale il suo discorso si'è incentrato sulla morte, sulla sofferenza, e sul servizio, oltre che sulla catarsi data dalla sofferenza. L'analogia tra 1 patiménti di Cristo e quelli del suo Paese («Da mille anni sotto la croce») è un'Immagine che Wojtyla ha voluto riproporre nella cattedrale di San Giovanni stracolma di fedeli, cosi com'erano piene di folla le strade che dall'aeroporto conducevano alla città vecchia. «Per noi Cristo si fece obbediente fino allamorte, e alla morte di croce». Cosi si è iniziata, in modo simbolico estensibile forse! anche al viaggio, l'omelia di Giovanni Paolo H. Marco Tosatti (Continua a pagina 2 In quarta colonna)

Luoghi citati: Danzica, Lublino, Polonia, Stettino, Urss, Varsavia