Piena di «non ricordo» sul caso Calvi la deposizione della donna di Carboni di Emanuele Novazio

Piena di «non ricordo» sul caso Calvi la deposizione della donna di Carboni Londra, l'austriaca Manuela Kleinszig interrogata per oltre sei ore Piena di «non ricordo» sul caso Calvi la deposizione della donna di Carboni Ha detto perfino di non sapere che l'imprenditore sardo le aveva versato su un conto svizzero un milione di sterline DAL NOSTRO INVIATO LONDRA — Una giornata lunga, sfibrante. Alla fine, dopo oltre sei ore di interrogatorio, l'austriaca Manuela Kleinszig, la giovane amica di Flavio Carboni, era pallida, stremata, Certo, meno spavalda di quando, al mattino, era salita sul banco del testimoni della Milton Court. Oridando, quasi, di non voler essere «insultato» dall'avvocato del Calvi, George Carman. E' stato proprio Carman, anche ieri, a condurre 11 gioco, con un'abilità che ricorda i personaggi migliòri, e i maestri del «poliziesco» anglosassone. Il legale ha riportato Manuela, 22 anni, bruna, elegante, per l'Europa e le strade di Londra, costringendola a percorrere i viaggi, gli incontri, ogni tappa della settimana che precedette la morte del banchiere italiano. I «non so», i «non ricordo», i «mi pare» sono stati parecchi. Che ne penserà la giuria? La telefonata misteriosa. Carman: «Lei era nella stanza di Carboni, allo Sheraton di Londra. La polizia ha ricostruito le telefonate fatte da quella stanza. Guardi l'elenco: la notte tra il 17 e il 18 giugno del 1982 — Calvi sarebbe morto proprio in quelle ore — ce ne fu una al residence di Calvi, il Chelsea Cloisters. tra le 11 di sera e le 7 del mattino. Lei c'era, quando fu fatta?». Manuela Kleinszig: «Non ci furono conversazioni telefoniche». «Ma la chiamata ci fu. E1 accertato». «Si, la chiamata fu fatta». «Guardi bene. Risulta che durò tre minuti». «Non può essere, nessuno rispose, né Calvi né Vittor (il contrabbandiere triestino che era con lui a Londra, n.d.r.), forse mia sorella parlò con il centralino del residence». Carman: «La prima chiamata del 18 mattina, alle 6,59, Carboni la fece all'aw. VitaIone, a Roma. Sa che si dissero?». •/{ mio mestiere non è ascoltare le telefonate altrui». Il conto in banca. Carman: «Lei ha un conto in Svizzera, aperto da Carboni?». Manuela Kleinszig: «Con Carboni». «Quanti soldi ci sono?». «Non so». «A no? Glielo dico io: un milione di sterline, pressappoco». «I so/di non mi interessano». «Sa quando fu aperto, quél conto?». «Nonricordo». «L'aiuto io: tra il febbraio dell'82 e il periodo Immediatamente precedente alla morte di Calvi. Sa che quei soldi ora sono congelati?». .L'iio saputo dai giornali». Dlotalle'vi. Carman: «Mal sentito questo nome?» (un boss della malavita romana, se ne parla a proposito del tentato assassinio del vicepresidente del Banco Ambrosiano, Rosoni, n.d.r.). Manuela Kleinszig: «LTto letto sui giornali». agDm «Sa che Carboni lo chiamò' a Zurigo, la notte di lunedi 14 giugno?». No». Sa che Carboni pagò a Diotallevi 580 mila dollari?». «No». L'incontro con Calvi. Carman: «Il giorno prima di morire. Calvi venne al bar, dove lei era con sua sorella Micaela?». «51». «Che vi disse?». «Era agitato; poi mi chiese se avevamo visto o sentito Carboni». «A che ora arrivò, Calvi?». « Tra le 9 eie 10 di sera». Avvocato Du Cann (rappresenta Carboni): «Quando incontrò Calvi a Londra, la prima volta, aveva i baffi?». «Noncihofattocaso». «E quando venne al bar?». «Sono sicura, non li aveva». Dopo la morte di Calvi, Carman: «Venerdì 18 giugno lei tornò in Austria. Vide Vittor, quel giorno?». Manuela Kleinszig: «No». «Quando seppe che Calvi era morto?». «Il giorno dopo, sabato». «Prima o dopo di rivedere Vittor?». «Vittor entrò in casa mia proprio nel momento in cui un'amica mi stava annunciando, per telefono, che Calvi era morto». «Quando parlò con Carboni la prima volta dopo la morte di Calvi, che cosa le disse?» «Era nervoso, lo eravamo unì po' tutti. Mi disse che Calvi] era depresso, arrabbiato, perché il suo appartamento era brutto». «Pensa per caso che Calvi sii sia ucciso perché l'apparta-| mento era deprimente?». Coroner: «E' una domandai eccessiva». Carman: «Carboni le dissel che Calvi si era ucciso?». SI, pensava die fosse un suicidio». «Ma andò alla polizia?». «No». La valigia di Calvi. Coroner: «Ha mai visto la valigetta nera del banchiere italiano?». «Ne ho viste tante, non ho mai chiesto di chi erano». Coroner: «Ha mai visto Calvi bruciare carte?». «Si, la domenica prima che morisse; in casa mia, a Klagenfurt». «Le aveva prese da una valigetta?». «Non so». «Ma erano carte segrete?». «Non so». La difesa di Carboni. Avvocato Du Cann: «Dal momento in cui Carboni la raggiunse al bar — la sera prima della morte di Calvi — alla mattina dopo, quando fu trovato il cadavere, Carboni restò sempre con lei?». «Si, sempre». Carman: «Non ho mai voluto suggerire che se Calvi è stato ucciso. Carboni abbia avuto a che farne fisicamente. Se poi ne era al corrente, è un'altra cosa». Du Cann: «Carboni era contento di venire a Londra, da Amsterdam?». Manuela Kleinszig: «No, doveva andare negli Usa». «Perché ci venne?». «Perché doveva trovare un alloggio a Calvi». L'inchiesta aveva rischiato di saltare, al mattino, quando un giurato ha consegnato al coroner l'articolo di un quotidiano inglese nel quale si fa riferimento alle imputazioni nel confronti di Carboni, in Italia. L'avv. Du Cann ha chiesto di annullare tutto e di cambiare giuria, temendo «influenze negative». Ma il co roner ha deciso altrimenti. Emanuele Novazio