Jaruzelski, generale rosso e arcangelo di Frane Barbieri

Jaruzelski, generale rosso e arcangelo Attende che il Papa, temendo il peggio, gli conceda quasi un'investitura Jaruzelski, generale rosso e arcangelo DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — Da lunedi sera in tutta la Polonia è vietata la vendita e l'uso degli alcolici. La proibizione durerà fili quando il pellegrinaggio di Papa Wojtyla in patria non sarà terminato. Sembrerebbe quasi che nel momento in cui si riaccende qualche barlume di speranza il governo militare voglia infliggere al polacchi un'ennesima ed inutile punizione. O almeno che voglia attribuire il disastro nazionale ad uno stato di ebbrezza collettiva ed incontrollata. Lo seopo,. invece, è un altro: il generale Jaruzelski considera il ritomo del Papa come una prova decisiva per le sorti del Paese. Come una sfida alla storia per la nazione, per la Chiesa e per il governo. E di conseguenza impartisce ordini atti a garantire che tutti 1 polacchi affrontino la prova sobriamente, a mente fredda. Le emozioni, religiose o nazionali, saranno già tante. . Non c'è bisogno di passare troppi gior¬ ni In Polonia per intuire che queste emozioni sono tuttora, e lo saranno ancora di più durante la visita papale, sfavorevoli al governo. Jaruzelski cerca perciò di prevenirle, imponendo un discorso freddo e razionale. Fino a pochi giorni fa, pareva che tutte le preoccupazioni del ministri in uniforme fossero quelle di mantenere la scomoda e sofferta visita nei limiti di una manifestazione strettamente religiosa e di assicurare l'ordine pubblico. Più si avvicina l'arrivo del Pontefice, invece, più diventa esplicita l'Intenzione del governanti di dare all'avvenimento una loro interpretazione prettamente politica. Se nei mesi scorsi era prospettabile che la presenza del Papa fra 1 polacchi in tripudio avrebbe comportato. In un riflesso alquanto lontano, comunque una legittimazione del governo nato dal colpo militare, oggi Jaruzelski presenta l'incontro come un suo atto di legittimazione esplicita e diretta. I ruoli, a due giorni dalla visita, sem- brano rovesciati, almeno nell'interpretazione ufficiale: prima il governo passava per quello che subiva la visita, contando su qualche vantaggio, oggi lo stesso governo garantisce la visita rivendicando i diritti e gli onori spettanti all'ospite. Wojtyla passava agli occhi del inondo cornetti padrone di casa polacco, che sopportava giocoforza lo scomodo coinquilino Jaruzelski. Ora il generale Insiste nel presentarsi come il padrone della Polonia che accetta in coabitazione temporanea il Pontefice. I ruoli sono stati precisati proprio ieri in una nota dell'agenzia Pap, la quale riferisce le posizioni ufficiali espresse dal ministro per gli Affari religiosi. Lopatka. La Polonia è il primo Paese nel quale il socialismo è entrato in contatto con il cattolicesimo su larga scala. Però, suggerisce il ministro, la coabitazione ha messo in luce anche un'ordine di precedenze: in primo luogo -oggi risulta chiaro che per la Chiesa è impossibile rove- sciare lo Stato socialista e che la Chiesa deve riconóscere il suo carattere politico se non vuole intaccare il proprio prestigio- e, in secondo luogo, che «lo Stato, a sua colta, non deve trattare la Chiesa come un fenomeno passeggero, ma anzi come un fattore che può contribuire alla costruzione del socialismo-. Il ministro rivolge un pensiero anche a Mosca, e agli altri alleati, che non smettono di comunicare a Varsavia le loro preoccupazioni per i possibili effetti della visita papale: «Se qualcuno immagina il socialismo in Polonia senza la Chiesa questo testimonia solo la sua ignoranza della realtà polacca-. Quanto a Mosca, 1 suoi dirigenti hanno dato già tante prove dell'ignoranza della realtà polacca. Difficile che cambino rinsaviti dalle omelie di Wojtyla, Quello che importa in questo momento è Frane Barbieri (Continua a pag. 2 in 7* colonna)

Persone citate: Jaruzelski, Papa Wojtyla, Wojtyla

Luoghi citati: Mosca, Polonia, Varsavia