Scandalo in Liguria, arrestato l'ex presidente della Regione

Scandalo in Liguria, arrestato l'ex presidente della Regione L'accusa è di «associazione per delinquere di tipo malioso» Scandalo in Liguria, arrestato l'ex presidente della Regione Il socialista Teardo si era dimesso per candidarsi alla Camera - Con lui in carcere la moglie e altri 7 - Si parla di forti giri d'affari in campo edilìzio a Finale, Albenga e Varazze NOSTRO SERVIZIO SAVONA — Una raffica di mandati di cattura, firmati dal giudici dell'ufficio Istruzione di Savona ed eseguiti dal carabinieri, ha decapitato 1 vertici del psi ligure. Sono otto gli uomini politici finiti in carcere con accuse che vanno dalla * associazione per delinquere di tipo mafioso* alla •concussione e corruzione-. Un nono mandato di cattura, con le stesse imputazioni non è stato ancora eseguito. .1 nomi degli arrestati sono: Alberto Teardo, ex presidente della giunta regionale ligure, dimessosi per candidarsi alla Camera del deputati. E' 11 numero due della Usta per la Liguria ed ha conteso a lungo il primo posto ad Ugo Intini, direttore deH'«Avantll». Di lui si parlava come di uno del sicuri eletti. Anche la moglie, Mirella Schmid, 40 anni, è fi¬ nita con le manette al polsi, cosi come Franco Gregorio, romano, ex appartenente alla segreteria particolare del Quirinale, dalla quale è stato estromesso dal Presidente della Repubblica per la sua appartenenza alla P2. Arrestati anche gli uomini dello staff del presidente della giunta regionale: amministratori pubblici o di enti di rilevante importanza. Sono Massimo De Domlnicis, architetto, assessore all'urbanistica del Comune di Savona; Marcello Borghi, 55, ex sindaco di Alblssola Mare e attuale presidente dell'Istituto Autonomo Case Popolari; Luigi (Leo) Capello, 48, presidente del Savona Calcio e della «Rari Nantes» (pallanuoto) e candidato al Senato per il psl nelle precedenti elezioni; Roberto Siccardi, 46, geometra, ex impresario di Pietra Ligure e uomo di fiducia di molti esponenti del partito socialista; e l'impresario edile Giuseppe Dossetti, di 57, abitante a Savona. Quest'ultimo, insieme ad Elisabetta Valle, commerciante savonese, Leo Capello e Alberto Teardo erano già coinvolti nell'Inchiesta sui «fondi neri» nel Savona Calcio: 11 filone dell'Inchiesta che ha portato al «blitz» di ieri. I mandati di cattura sono stati firmati dai giudici Michele Del Gaudio e Francantonio Granerò, con il parere favorevole del rappresentante della pubblica accusa, Giuseppe Stipo. Nelle mani del giudici sono finite casse di documenti «interessanti» sequestrate nelle abitazioni degli arrestati. Si vanno ad aggiungere alla copiosa documentazione bancaria, su questa vicenda, che 1 magistrati inquirenti avevano acquisito sul conto degli uomini politici. L'avvocato Silvio Romanelli, difensore di Teardo, parla di -intempestività dei provveamenti, di genericità delle accuse e di turbativa elettorale-. giudici, invece, sembrano sicuri del loro operato e pare abbiano ancora carte da giocare. Nei mandati di cattura farebbero risalire l'inizio delle presunte attività criminose al 1978 e farebbero riferimento a fatti e nomi precisi: operazioni immobiliari ed altri interessi, che vanno fino alla gestione di locali notturni. Una forma di monopolizzazione illecita di gran parte delle attività economiche di Savona e dell'intera provincia portata avanti con persone -rimaste ancora sconosciute-. E' proprio la necessità di scavare fino in fondo a questa vicenda di grandi proporzioni, senza la possibilità di inquinamento delle prove, che avrebbe indotto i magistrati inquirenti a firmare 1 mandati di cattura nonostante le elezioni. I giudici hanno rifiutato qualsiasi contatto con i giornalisti. Si sono limitati a emettere un comunicato che contiene le generalità degli arrestati, -per vari reati-, e precisa che il documento vuole -evitare la diffusione di notizie imprecise ed infondate-. In questa vicenda compare anche il nome di una società fantasma di Roma, che sarebbe servita a giustificare l'ammontare di certi conti bancari che sarebbero in possesso dei giudici. Ci sarebbero anche documentazioni di false fatturazioni Iva. Il «commercio» avrebbe avuto come destinatari grossi imprenditori edili Finale e Albenga. L'imputazione di concussione, propria del pubblico ufficiale, fa supporre che qualcuno sia stato costretto a cedere quote di società immobiliari in cambio della promessa dell'approvazione di varianti ai plani regolatori in località balneari di primaria importanza. Si parla di Varazze. In questa presunta operazione sarebbero coinvolti soltanto Teardo, Borghi e Siccardi. L'uomo ricercato con le Imputazioni comuni a tutti gli arrestati sarebbe Nicola Bongiorni, titolare di due locali notturni a Finale, già arrestato per falsa testimonianza nel corso dell'inchiesta e poi scarcerato. Bruno Balbo (Altro servizio a pag. 2) dll Alberto Teardo