Sconvolti dall'uragano Maggie i laboristi cercano un leader

Sconvolti dall'uragano Maggie i laboristi cercano un leader L'Inghilterra dopo l'annuncio delle dimissioni di Foot Sconvolti dall'uragano Maggie i laboristi cercano un leader La scelta durante il Congresso del partito, in ottobre - A metà luglio i candidati presenteranno il programma - Dall'uomo nuovo Kinnock alla vecchia guardia di Healey DAL NOSTRO INVIATO LONDRA — La crisi d'identità scoppiata al vertice del partito laborista dopo il massacro elettorale di giovedì e fatta precipitare dall'annuncio, domenica, dalle prossime dimissioni di Michael Foot, indica fin dalle sue prime battute quanto sarà lunga e tormentata la strada che la sinistra britannica deve percorrere nei prossimi mesi per ritrovare se stessa. Viene alla mente l'immagine dei due treni sui quali d'ora in poi viaggerà il bipolarismo britannico, ovviamente a velocità diverse: su un binario vedremo sfrecciare- il super-rapido, confortevole e ben attrezzato, dei conservatori proiettati a consolidare il mandato emerso del voto, mentre in senso opposto transita l'accelerato Labour, con gente intenta a scendere e salire, incerta se pigiarsi nei vagoni sgangherati o fermarsi nelle stazioni di campagna. Ridotto all'osso, il principale problema da affrontare in casa laborista, a patto di sciogliere il nodo in tempi brevissimi, sarebbe dunque quello di trovare la via d'uscita dal labirinto ideologico nel quale il partito si è impegolato, ma. come giustamente rivela VObserver, «ognuno propone la propria terapia d'urto, tutti vorrebbero intervenire sul malato sema capire se sia la testa a dover essere curata oppure il corpo». Certo, la sofferta decisione presa da Foot di mettersi da parte subito, a botta calda, lasciando le ferite della disfatta ancora quasi intatte, potrebbe agevolare la ricerca del leader destinato a ricomporre l'unità interna. Ma la farraginosa struttura cui resta ancorato il processo di designazione del successore esclude a priori soluzioni più ravvicinate. In effetti, una scelta defini-, tiva potrà essere fatta soltanto in occasione del Congresso nazionale, convocato per l'inizio di ottobre. Entro il 15 luglio, i vari aspiranti alla leadership dovranno presentare la candidatura, ognuno con il proprio programma; in seguito le diverse piattaforme politiche verranno esposte alla base. Poi bisognerà mettere d'accordo (e non sarà sicuramente facile — le varie correnti abilitate alla selezione del futuro leader che è frazionata fra il 40 per cento dei voti destinati alle Trade Unions. il 30 per cento ai deputati e il resto alle sezioni locali, quest'ultime assai indisciplinate. Soltanto in quell'occasione si saprà se il partito intende spostarsi ulteriormente a sinistra, sposando tesi radicali ed estremiste dei militanti di Tribune arroccati nelle zone rosse della East End londinese, e forti nelle tetre vallate minerarie del Galles; del fautori del disarmo unilaterale, degli antieuropeisti, delle femministe. Oppure sapremo' se prevarranno le tesi di compromesso: e questo significherà smussare certe asperità del manifesto elettorale contestato da Neil Kinnock, a 41 anni alfiere della nuova generazione laborista disposta a riconoscersi In parte nei legami indlscindibili con l'Europa comunitaria; da Roy Hattersley, pronto a cedere qualcosa sul terreno del Welfare State pur di mantenere almeno l'indipendenza dei sindacati. Infine, si saprà se riemergeranno Denis Healey e Peter Shore, i notabili della «vecchia guardia» i quali erano stati relegati in soffitta durante la gestione Foot, ma che ora potrebbero essere «ripescati» con il compito di spezzare il fronte dei massimalisti. C'è però un pericolo cui i laboristi sanno di andare incontro: non possono in sostanza tornare indietro, avvi¬ cinarsi ad esemplo alle lusinghe della socialdemocrazia, a meno di rischiare altre scissioni sul modello tracciato nel 1980 dai «traditoli» accorsi sotto la bandiera di Roy Jenkins. Ecco quindi la quadratura del cerchio che il Labour Party è chiamato a risolvere nell'ambito dell'accesa lotta per la direzione: restare genuinamente socialista pur ripudiando alcune conquiste storiche non più in linea con i tempi dell'Inghilterra thatcherlana. Solo cosi l'opposizione potrà disporre di un efficace spazio di manovra in modo predisporre la vendetta, ìata prevista il 1988. Fiero de Garzarolli

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