E l'oro ormai è una cosa da sceicchi

E l'oro ormai è una cosa da sceicchi Il mito di Re Mida è finito, ma c'è ancora chi lo compra per proteggersi dall'inflazione E l'oro ormai è una cosa da sceicchi A Valenza dicono: «E* un bene che non dà reddito, ma salva i capitali investiti» - La corsa a catenine e anelli TORINO — Il mito, dell'oro come bene rifugio è ancora attuale? E c'è ancora chi lo compra per proteggersi dall'inflazione? «Per me l'oro non è un pene rifugio — afferma Stefano' Verità dell'Associazione orafi di Valenza — se per bene rifugio si intende qualcosa che dà reddito. E' invece un bene durevole che salva il capitale che vi si è investito: chi ha comprato oro dieci anni fa ora si ritrova in tasca un valore che lo difende dall'in)Iasione.. , Le più vendute.sono le catenine, gli anelli, con uh valore che oscilla tra le cento e le centocinquanta mila lire: •Oggi il negoziante vive grazie agli articoli da regalo di presso non elevato, anche se esiste una fascia di mercato che è disposta a spendere di più». Si tratta di un settore igno fato, ma importante: quello degli anelli con brillante Hanno un prezzo che varia mediamente tra 11 milione e il milione e mezzo, ma sono molti gli acquirenti disposti a spendere fino'a tre milioni. L'articolo è ancora richiesto, ,a dispetto della crisi economica che sta comprimendo il mercato: gli operatori sono infatti concordi nell'affermare che si sta attraversando una fase di stanca: «La domanda in Italia è ferma — sostengono gli operatori di Vicenza, uno del tre punti forti (con Valenza e Arezzo) nel w ■ settore orafo—ma anche nell'export mancano oggi t mercati che turano». Se da un lato, infatti, la crisi scoraggia le spese, dall'altro comincia a farsi sentire la concorrenza estera, spagnola soprattutto. A favore del prodotto italiano gioca tuttavia ancora la qualità del disegno e l'esecuzione. Esistono in particolare due scuole: quella di Valenza, che privilegia l'oro con il gioiello incastonato, e quella di Vicenza e Arezzo che puntano Invece di più sulla sola lavorazione del metallo. Ma proprio 11 prezzo dell'oro causa notevoli problemi alle imprese orafe: le sue oscillazioni provocano infatti notevoli difficoltà per l'alto co- ■ ' y sto del mantenimento di un magazzino, «Se il costo dell'Oro oscillerà violentemente verso il basso la situazione potrebbe cambiare completamente —affermano* Vicenza —e la domanda potrebbe allora risvegliarsi. L'oreficeria è un bene voluttuario che risente delle crisi e delle variazioni di presso; ma per quest'anno non si prevedono grosse novità.. In Italia, comunque, l'abitudine di acquistare oggetti d'oro a scopo di tesaurizzazione va gradualmente scomparendo, mentre rimane ancora pressò alcuni paesi, con alta inflazione o con situazioni particolari. «Gii arabi manda-, no il loro oro in fi alia per farlo lavorare — affermano all'Unione Fabbricanti orafi di Vicenza —, nei mesi di punta si arriva a commesse di 15-20 mila chili al mese; non badano molto atta qualità, ma al pressoi Bastano dieci lire al chilo per prendere una commessa. Germania e Inghilterra sono invece molto interessate atta qualità della lavorazione.. Paolo Giovane!» Bilancio in pareggio per il 55% delle famiglie ROMA — Più della metà delle famiglie italiane (il 55%) •quadra- il proprio familiare e il 32% riesce anche a risparmiare; l'll% invece deve ricorrere alle «riserve» o fare debiti. E* quanto risulta dall'indagine mensile svolte all'inizio' di maggio dall'Iseo (Istituto nazionale per io studio della congiuntura) tra un campione di duemila famiglie. I dati mettono in evidenza qualche leggero miglioramento rispetto alla precedente indagine,! Annodi investim. 1972 1973 1974 1975 I 1976 1977 1978 1979 1980 . 1981 d'acquisto di 100 lira investile in un «bene casa» 1972 1973, 1974 1975 1976 197| 1978 1979 1980 1981 1981 1982 138,06 139,40 124,70 125,91 110,21 117t34 115,39 116,51 118,47 113,56 11145 112,33 110,15 111,21 10630 107,84 10330 10430 — 10037 ROMA — Una recente indagine svolta dalla Banca d'Italia conferma che la casa è Ini teste alla classifica del «beni rifugio» a cui I risparmiatori si rivolgono per contenere gli effetti dell'inflazione. Considerando un periodo di 10 anni (1972-1982) I dati dimostrano che l'Investimento Immobiliare è stato uno fra I pochissimi In grado di compensare la perdite di valore della nostra monete. Negli ultimi due anni presi In esame da Bankltalia c'è però stato un notevole cambiamento d'Indirizzo, il 1982 ha Infatti segnato per 11 «bene-casa» l'inizio di una crisi tuttora in atto. Vediamo alcune cifret chi, nel 1972, avesse messo 1000 lire sotto II classico materasso si sarebbe trovato, nel 1982, in possesso di una banconote il cui potere di acquisto si aggirava Intorno alle 210 Iure (con una perdite di valóre reale di circa il 79%). Chi Invece avesse' Investito lo stesso biglietto di banca ih Immobili l'anno scorso' avrebbe avuto a disposizione un capitale reale di 1400 lire. Ma ora le cose si volgono al peggio, dopo il «boom» durato dal '79 all'81 ohe ha portato anche una certe distorsione del prezzi, ombre di possibili patrimoniali e limiti di rendimento stabiliti dall'equo canone Indirizzano 11 settore verso tempi se non drammatici certamente meno felici.

Persone citate: Paolo Giovane