Anche i colori dividono cani e gatti

Anche i colorì dividono cani e gatti La realtà appare un film in bianco e nero agli uni, in technicolor agli altri Anche i colorì dividono cani e gatti In realtà che i gatti avessero la visione dei colori era già noto. Ma indubbiamente riveste grande itnportama scientifica la scoperta dei neurofisiologi sovietici, che sono riusciti ad individuare la localizzazione esatta delle cellule sensibili alla visione cromatica, e soprattutto il fatto die queste cellule cromo-reattive si trovino in una regione del cervello diversa da quella die controlla il processo ottico generale. Sarà ora interessante appurare se anche negli altri animali capaci di discernere i colori esista un analogo dualismo di localizzazione. Ma quanti sono questi animali? Un numero abbastanza limitato, contrariamente a quanto si potrebbe supporre. Almeno a quel che risulta dalle ricerche condotte sinora nel settore, vedrebbero i colori soltanto le api e pochi altri artropodi (animali con i piedi articolati come gli insetti, i ra¬ gni e i crostacei), i pesci ossei (e quindi non gli squali che hanno lo scheletro cartilagineo), le rane, le lucertole, un certo numero di serpenti e non tutti i mammiferi. Sembra incredibile ma tra quelli che noi consideriamo come i vertebrati più evoluti, soltanto gli scoiattoli, i gatti e i primati si è accertato che abbiano la visione cromatica. Per gli altri, comprese le specie piii intelligenti come il cane o il lupo, quel mondo meraviglioso die appare ai nostri occhi come una squillante orgia di colori si tramuta tristemente in un monotono film in bianco e nero. Non è detto poi die la visione del colori negli animali corrisponda alla nostra. Già più di trentanni fa il premio Nobel Karl von Frisch aveva sco perto che le api vedono l'ultravioletto, che per noi è invisibile, e sono cieche invéce al rosso. Di conseguenza gli stu¬ diosi ritengono che quando un'ape vola su un prato alla ricerca dei fiori su cui posarsi a suggere il nettare, i fiori bianchi le appaiono blu-verdi, quelli gialli di color porpora e i rossi papaveri di un indefinibile colore «ultravioletto.. Inóltre bisogna tener presente che gli occhi dell'ape. cosi come quelli degli insetti o dei crostacei, sono composti da un gran numero di unità ottiche elementari, gli «ommatidU. La libellula ne contiene addirittura 30 mila. Le immagini parziali che si formano in ciascuno di loro sono le tessere che, inserite l'ima accanto all'altra, danno il mosaico dell'immagine totale. La prerogativa di vedere l'ultravioletto non è esclusiva delle api. Recenti ricerche hanno dimostrato che riescono a vederlo anche altri artropodi e, fra i vertebrati, gli uccelli come i colibrì e i piccioni. Ci sono poi animali capaci di vedere la luce polarizzata (quella in cui la vibrazione elettromagnetica si svolge su un piano fisso). Sono api, cefalopodi, xifosuri (crostacei), pesci, uccelli, che, anche grazie a questa facoltà, sono capaci di orientarsi nelle loro .migrazlo ni o nei loro spostamenti. Isabella Lattes Coifmann

Persone citate: Isabella Lattes Coifmann, Karl Von Frisch