Vecchia vela addio, è in arrivo il «mulino a vento» di Cousteau

Vecchia vela addio, è in arrivo il «mulino a vento» di Cousteau Presentato a Marsiglia il prototipo della rivoluzionaria nave ecologica Vecchia vela addio, è in arrivo il «mulino a vento» di Cousteau Una turbina aspira le correnti all'interno di un cilindro alto tredici metri - Previsto l'impiego del computer per sfruttare al meglio l'energia eolica - Il modello è costato un miliardo e mezzo e tre anni di studio DAL NOSTRO INVIATO MARSIGLIA — Ha una forma un po' buffa, con quel cilindro alto 13 metri che sembra voler far concorrenza alle ciminiere che si intravedono sullo sfondo della baia di Marlgnane: è la «nave a vela» del futuro. Ideata dalla .Fondation Cousteau». l'associazione presieduta dall'anziano comandante Jacques-Yves Cousteau, lo scienziato che da anni si batte contro l'inquinamento del mare. Definirla nave a vela può sembrare azzardato, ma in realtà questo battello, battezzato «Moulin ù vent», sfrutta la forza del vento applicando gli stessi principi dei velieri di un tempo. Dif ferisce nell'aspetto: agli alberi, al pennoni, alle grandi vele spiegate, ha sostituito questo cilindro aspirante, che le consente di navigare a una di screta velocità, di manovrare in spazi ristretti, senza ricorrere all'ausilio di un motore, con grande risparmio di carburante e senza inquinare. A dire il vero, un motore questa nave ce l'ha. Sono tre, anzi, costruiti dalla Fiat Iveco: due, che sviluppano una potenza di 68 Cv, per navigare in assenza di vento o per integrare la spinta eolica; uno, da 40 Cv, per azionare la centrale idraulica (che potrebbe essere considerata l'anima della nave) e 11 gruppo elettrogeno. Tre anni di studio, una spesa che si aggira sui 7 milioni di franchi (circa un miliardo e mezzo di lire), sono stati necessari all'ingegner Lucien Malavard e alla sua équipe per realizzare questo prototipo, che è stato presentato ieri alla stampa mondiale nello specchio d'acqua antistante l'aeroporto di Marsiglia. I velieri, soppiantati dalle navi a vapore nel primi anni del secolo, non sono mai andati definitivamente in pensione. Al posto dei veloci .-eli ppers» clie potevano viaggiare ad una velocità di 14 nodi (ma, nel 1890, un quattro alberi sulla rotta Londra-Melbourne, aveva toccato i 22 nodi) nel corso degli anni sono comparsi 1 prototipi di altre navi che avevano sostituito le vele tradizionali con altri sistemi inventati per utilizzare la spinta dei venti. Nel 1922. sfruttando gli insegnamenti dell'aerodinamica applicata nella costruzione degli aeroplani, in Francia l'ingegner Constantin realizza una nave spinta da un'elica propulsiva. Provata sulla Senna dà risultati meravigliosi ma, alla prima uscita In mare, affonda. Nel 1924 l'ingegnere tedesco Anton Flettner — sulla base degli studi dello scienziato Gustav Magnus, del 1852 — costruisce una nave che viene mossa da tre cilindri rotanti: lo stesso principio, modificato e perfezionato, impiegato adesso sul -Moulin à veni-. Ma anche questo progetto viene abbandonato. Sul finire degli Anni Settanta i giapponesi costruiscono un mercantile, il «Shin Aitoxu Maru-, un due alberi con vele a pannelli verticali che possono essere aperte o chiuse, automaticamente, secondo gli ordini di un computer. Ma questa nave per viaggiare deve ricorrere sempre al motore: lo sfruttamento dell'energia eolica consente tuttavia un risparmio di carburante del 10 per cento. Il «Moulin à vent-, invece, può navigare servendosi soltanto del vento. E' una moderna applicazione degli studi fatti dallo scienziato Magnus: a differenza di quanto aveva progettato il tedesco Flettner il cilindro non è più rotante ma sfrutta una turbina (azionata da un motore idraulico) che aspira 11 vento all'interno del cilindro e ne ricava quella «forza di portanza» in grado di far muovere la nave. Il cilindro, che su un lato è rivestito di pannelli forati per aspirare il vento, è tenuto sotto controllo da un computer che lo posiziona nella direzione dalla quale soffia il vento. Dice l'ingegner Malavard: «Un battello di800 tonnellate, equipaggiato con due cilindri, con un vento di traverso di 24 nodi, potrebbe navigare a 1S nodi, col solo supporto di un motore da 150 Cv per azionare la ventola aspirante, con un considerevole risparmio di carburante se si considera che, per muovere una nave di quelle dimensioni, sarebbe necessario un motore di 1500 Cv-. Col comandante Cousteau al timone siamo usciti in mare con il «Moulin à vent-, un catamarano (battello a doppia chiglia) lungo 22 metri. Dolcemente, mosso dalla forza di portanza ottenuta dal cilindro aspiratore, sfruttando la lieve brezza che increspava appena l'azzurro del mare, il battello ha fatto una serie di eleganti evoluzioni. •Il nostro scopo — ha detto Cousteau — è quello di economizzare il combustibile ma, soprattutto, di non continuare ad inquinare la nostra povera Terra-. Per adesso è solo un prototipo ma «nel 1996 sarà varata la nuova nave oceanografica Calypso II — ha spiegato 11 comandante —e porteremo questa novità in giro per il mondo, sperando che "les incorrigibles enfants gàtés", che sono gli uomini, trovino il coraggio di smettere/di rapinare le risorse limitate del nostro pianeta-. Francesco Fornati

Luoghi citati: Francia, Londra, Marsiglia, Melbourne