Alla Nato tutti d'accordo L'intransigenza dei russi blocca il dialogo a Ginevra di Bernardo Valli

Alla Nato tutti d'accordo L'intransigenza dei russi blocca il dialogo a Ginevra Consiglio Atlantico a Parigi dopo 17 anni Alla Nato tutti d'accordo L'intransigenza dei russi blocca il dialogo a Ginevra Colombo; «Fermezza, non chiusura su tutto l'arco dei rapporti Est-Ovest» DAL NOSTRO INVIATO PARIGI—I pallidi lampi di ottimismo intravisti di recente, dopo la visita del vecchio tenace Harrimann a Mosca e le aperture propiziatorie di Reagan sul negoziato Start, non illuminano la riunione primaverile del Consiglio Atlantico. Nel cielo europeo, a soli sei mesi dalla grande scadenza, da un'eventuale installazione degli euromissili, quel lampi risultano troppo fiochi, sono ancora troppo intermittenti. Porse più che di vere luci si tratta di fuochi fatui. Sono comunque la •rigidità sovieticw e la responsabilità, sempre sovietica, per •il blocco dei negoziati di Ginevra' che vengono in queste ore denunciate o messe in rilievo dalla maggioranza dei sedici ministri degli Esteri dell'Alleanza Atlantica. E' un coro quasi unanime non tanto ispirato dal pessimismo, quanto dalla convinzione che soltanto attraverso la fermezza si possa ammorbidire la rigidità sovietica e sbloccare i negoziati di Ginevra, in particolare quelli riguardanti gli euromissili. Si sta via via consolidando l'impressione (per molti la certezza) che soltanto dopo l'installazione di «qualche» PersMng e Cruise potranno cominciare vere trat¬ tative. Soltanto cioè quando 1 sovietici avranno capito che gli occidentali 'fanno sul serio: Il Consiglio Atlantico si è riunito ieri mattina per la prima volta dopo diciassette anni a Parigi. E" infatti dal 1966, quando De Gaulle decise di abbandonare 11 comando militare integrato della Nato e di sfrattare le basi americane, che i membri di quell'organismo politico non si davano appuntamento nella capitale francese, o meglio ancora non vi venivano invitati. Quel che 11 nazionalista De Gaulle e 1 moderati Pompldou e Glscard non avevano mal osato o voluto fare, lo ha fatto 11 socialista Mitterrand, mentre per la prima volta dal 1947 il governo di Parigi conta quattro ministri comunisti. Comunisti di un partito filo-sovietico. Cé chi spiega lo zelo atlantico di Mitterrand anche con 11 desiderio di far dimenticare quella presenza. Nulla è cambiato formalmente nella posizione della Francia, che pur avendo abbandonato 11 comando militare integrato è sempre rimasta nell'Alleanza e nei suol organismi politici. Ma nella sostanza è cambiato qualcosa. Accogliendo gli ospiti nella Sala Pleyel, abitualmente ri¬ servata ai concerti e ieri addobbata con le bandiere dell'Alleanza, 11 primo ministro Pierre Mauroy ha riassunto la posizione del suo Paese dicendo che esso è 'Solidale e indipendente' rispetto alla Nato, e ha poi messo l'accento soprattutto sulla solidarietà, ricordando che 11 suo governo ha dato 'pieno appoggio alla decisione dei suoi alleati da cui dipende l'avvenire del nostro continente'. Egli si riferiva all'installazione degli euromissili nel caso 1 negoziati di Ginevra non dovessero condurre a un accordo. Sostegno che il precedente regime glscardiano non dette mai. La decisione presa nel dicembre del 1979 dal Paesi Nato non riguarda Parigi, che ha una sua forza nucleare autonoma e non vuole armi straniere, nel rispetto del vecchi principi golllanl. Ma la Francia si è scoperta coinvolta quando i sovietici hanno chiesto 11 conteggio delle armi nucleari francesi nel negoziato di Ginevra sui missili tattici. Il rifiuto di Mitterrand, che considera strategica la force de frappe, è stato immediato. E ieri Mauroy lo ha ribadito Bernardo Valli (Continua a pagina 2 In seconda colonna)