Due lauree ad honorem a Caspersson e Shumway

Due lauree ad honorem a Caspersson e Shumway Due lauree ad honorem a Caspersson e Shumway Dall'Università di Torino - Il primo è famoso come «il chimico della cellula», il secondo è il numero uno dei trapianti di cuore Con le lauree ad honòrem a T: O. Caspersson eaN.E. Shumway l'Università di Torino onora stamane lo scienziato della •'Chimica quantitativa della cellula' e il .numero uno» della cardiochirurgia del trapianti. Ha un curriculum da capogiro, Il prof. Torbjorn Oskar Caspersson, con 7 lauree honoris causa — da Boston a Benares a Rotterdam a Torino — e una straordinaria serie di premi delle massime società scientifiche e delle Accademie di tutto II mondo. Già direttore della «Cellforskningsavdellngen» e oggi capo del laboratorio di «citochimica quantitativa e analisi cromosomica» dell'istituto di Patologia tumorale del Karollnska Institutet di Stoccolma, il prof. Caspersson, parlando ieri sera su «Analisi citochimica dei tumori» alla seduta pubblica straordinaria dell'Accademia di Medicina di Torino è entrato magistralmente nel vivo del suo «viaggio quantitativo all'interno della cellula normale e malata». Con il sostanziale privilegio di aver avuto per maestro Einar Hammersten (che aveva isolato il DNA in forma filamentosa) e con la sua allargata qualità di ricercatore In campo biochimico, biofisico genetico, Caspersson è arrivato — con la «citospettrofotometria» — a sostituire, all'occhio dell'osservatore al microscopio, il più affinato sistema di fotocellule a luce monocromatica, rivelatrici e dosatrict, in termini quantitativi, di DNA, RNA e proteine. E' anche suo ti grande merito di aver aperto e avviato una tappa fondamentale del viaggio net segreti della «biblioteca» e della «fabbrica» cellulare e di avere spinto l'ulteriore progresso verso le tappe della biologia molecolare moderna. Con almeno 10 trapianti cuore-polmoni e più di 260 trapianti cardiaci (il SO per cento vivi a 5 anni) Norman E. Shumway — direttore del Dipartimento di Chirurgia cardiovascolare della Scuola di Medicina dell'Università di Stanford — è «il. cardìochirurgo dei trapianti. Al di là del fittissimo curriculum scientìfico e dei premi e degli altissimi riconoscimenti mondiali, è anche la storia della sua eccellenza nel metodo che lo fa grande. Ha sperimentalmente studiato a fondo, tra i primi, fin dagli Anni 60, il problema di questa nuova e drammatica chirurgia che si proponeva quasi al di là del tradizionali confini tra la vita e la morte. Ma — mentre altri, nei primi Anni 70, suscitavano in tutto il mondo entusiasmi e subito delusioni con i primi interventi sull'uomo — Shumway ha proseguito sema clamori la sua opera di sperimentatore di estrema avanguardia, soprattutto rispettoso e attento ai problemi biologici capaci di vanificare, mi campo dei trapianti, qualsiasi troppo orgoglioso e prematuro gesto di bisturi. E' sulla distanza che Shumway è riuscito a capovolgere il peso della più pessimistica controreazione ai primi trapianti e ad av-, •viare nel mondo (negli Anni 80 sono ormai 100 i trapianti ogni anno) l'era dell'attuale relativo ottimismo. Allo Stanford Medicai Center — con il nuovo immunodepressore. 'Ciclosporina A» — i problemi del «ricetto» hanno preso piii accettabile dimensiom e il trapianto cuore-polmoni è possibile realtà. Non è cosa da poco, davvero, che in Norman E. Shumway, dietro il magistrale bisturi, si senta sempre e soprattutto l'uomo e il medico. Ezio Mine tto

Persone citate: Einar Hammersten, Ezio Mine, Norman E. Shumway, Oskar Caspersson, Stanford

Luoghi citati: Boston, Rotterdam, Stoccolma, Torino