Tassan Din ammette che sui conti svizzeri con la sua firma c'era quella di Ortolani di Marco Borsa

Tassan Din ammette che sui conti svizzeri con la sua firma c'era quella di Ortolani L'ex amministratore delegato della Rizzoli interrogato in carcere dal magistrato Tassan Din ammette che sui conti svizzeri con la sua firma c'era quella di Ortolani - - MILANO — Bruno Tassan Din. ex amministratore delegato della Rizzoli, arrestato pochi giorni 'fa sotto l'accusa di concorso nella bancarotta del vecchio Banco Ambrosiano, ha ammesso di aver avuto a che fare con 1143 milioni di dollari emigrati dal Banco Andino (banca estera del vec- ' chlo Ambrosiano) ai conti svizzeri Zirka e Recioto pres so la banca Rolliseliild di Zurigo. Ha confermato che in sterne alla sua firma su quei conti c'era anche quella di Umberto Ortolani, ha negato di conoscere la provenienza dei fondi, dei quali peraltro 'non poteva disporre senza la firma di Ortolani. Queste in sintesi le dichiarazioni, a quanto si è appreso, rilasciate durante l'interrogatorio iniziato Ieri mattina alle dieci nel carcere di Piacenza. " L'ex amministratore delegato della Rizzoli ha spiegato la propria posizione rico- ' straendo la sua storia manageriale nella Rizzoli dal 1973, ' 'quando fu assunto con 11 compito di occuparsi della parte finanziaria della società edi 'tortale. " Secondo Tassan Din i 143 milioni di dollari versati alla Rothschild attraverso la società Bellatrix, una delle panamensi coperte dalle lettere ' di patronage dello lor, sarebbero serviti all'operazione di sistemazione della Rizzoli " pensata e discussa nell'ambito della P2 a partire dal settembre 1980. In una intervista -rilasciata a Lo Stampa qua! che mese fa lo stesso Tassan "Din aveva ricordato che se «ondo 11 progetto di Lido Gelll la Rizzoli avrebbe dovuto passare nelle mani della «istitu zlone» per l'80 per cento lasciando non più del 20 per cento nella mani di Angelo Rizzoli, che del resto era già stato spossessato del controllo della società in occasione dell'aumento di capitale del 1977, quando reo per cento delle azioni venne dato in garanzia all'agente di cambio Glammei, che agiva per conto dello lor. Sempre secondo Tassan Din da questo progetto Iniziale la situazione si modificò fino ad arrivare ad un progetto finale in cui Angelo Rizzoli saliva al 40 per cento, da sindacare tuttavia con un 10 per cento nelle mani della istituzione, mentre il restante 40 per cento andava collocato di¬ versamente. Dopo una serie di incontri con Roberto Calvi, nel dicembre del 1980, raccontò Tassan Din, prese corpo l'ipotesi di un ingresso del Banco Ambrosiano che poi si materializzò con l'acquisto del 40 per cento da parte della finanziaria La Centrale nell'aprile del 1981. Fu in quella circostanza che Tassan Din, approfittando tra l'altro del fatto che la perquisizione avvenuta in marzo ad Arezzo nella villa di Geli! metteva fuori gioco i vertici della P2, riuscì ad inserirsi nella proprietà Rizzoli in posizione cruciale «In quel momento — raccontò nel colloquio relativo all'Intervista — mi sentii finalmente libero. Avevamo i soldi e se io e Angelo fossimo rimasti uniti saremmo stati noi a comandare». Secondo la versione di Tassan Din, i fondi che Calvi stava accumulando all'estero avrebbero avuto lo scopo di passare In mani meno precarie 11 controllo della Rizzoli, che Calvi riteneva di avere per il 90 per cento. Nel comunicato della Centrale all'indomani dell'operazione, del resto, si parlava esplicitamente di un ulteriore passaggio del 40 per cento della Rizzoli dalla finanziaria dell'Ambrosiano ad un gruppo di altri Investitori. La tesi apparentemente sostenuta da Tassan Din della totale estraneità alla prove¬ nienza e destinazione dei fondi tuttavia si scontra innanzitutto con 11 fatto che 1 fondi furono trasferiti alla Rothschild di Zurigo, una banca tradizionalmente legata alla famiglia e alla azienda Rizzoli e non ai «giri» P2 o al Banco Ambrosiano. Cosi come non è chiaro come potesse avere la firma sul conti senza averne la disponibilità, con il rischio, oltretutto, che Umberto Ortolani o altri facessero sparire le somme, formalmente sotto la sua gestione. Come apparentemente è avvenuto, dal momento che nel conti scoperti dalla magistratura sarebbero rimaste solo le bri- clole. Marco Borsa

Luoghi citati: Arezzo, Milano, Piacenza, Zurigo