Dietro la scheda bianca siciliana la sfida della mafia ai politici?

Pietro la scheda bianca siciliana la sfida della mafia ai politici? ELEZIÓNI 1983 La tentazione dell'astensionismo Pietro la scheda bianca siciliana la sfida della mafia ai politici? {/«onorata società» si sente così forte da poter pensare di fare a meno dei partiti - Nella de il caso Di Fresco e l'ascesa del ministro Marinino - Attesa per il voto a Comiso DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Nell'isola scossa dalla crisi civile, lo spettro dell'astensione si profila sull'orizzonte del voto. Tre milioni di siciliani si preparano al 26 giugno in silenzio. Mai, da Palermo a Catania, da Siracusa ad Agrigento, sino ad Enna e a Caltanisetta, il panorama elettorale è stato più sbiadito. Rari i comizi, pochi i manifesti. Nella Sicilia stretta dalla sete, gli elettori promettono scheda bianca. Il fenomeno ha punte allarmanti. La prospettiva, avanzata da Aristide Gunnella, leader storico dei repubblicani siciliani, è condivisa da Gaspare Saladino. Ad accettarla c'è Ernesto Di Fresco, l'ex presidente dell'amministrazione provinciale di Palermo, rimasto in carcere per settantotto giorni, bruciato in una storia oscura di appalti e di congiure. Ernesto Di Fresco ha aperto, l'altra domenica, la campagna elettorale in un cinematografo della città. La democrazia cristiana non l'ha voluto nelle liste ed egli, per mostrare la sua «riserva» di voti, ha deciso di candidarsi nello schieramento per Trieste. Sfiancato dal carcere, deluso dai compagni di partito, Di Fresco diventa, in queste giornate di vigilia, l'emblema negativo della politica siciliana. Dinanzi alla platea del Tiffany, colma oltre ogni attesa, l'ex amministratore pubblico ha esordito ringraziando gli «assenti». Poi si è spiegato: 'Capisco i moltlssimi — ha detto con garbo — che hanno preferito non "affacciarsi", so che il loro voto, quello dei familiari e degli amici sarà per me: mi batto contro l'oligarchia della classe politica, il cancro del nostro Paese». Secondo Di Fresco, non si è «affacciato» chi è in attesa di un posto di lavoro, chi si è presentato ad un concorso, chi, funzionario nelle amministrazioni dell'isola, spera in una promozione, in un favore. Domina, a suo giudizio in Sicilia, la paura. Ha offerto un quadro di clientele e di sgomento. Si è rivolto «agli sfiduciati» e i duemila che erano in sala applaudivano con un'intensità decisa e determinata. L'applauso più lungo è arrivato quando l'ex amministratore di Palermo ha definito questa vigilia di voto «la campagna elettorale dei beati paoli».| Si è appellato ai giustizieri segreti e al loro alone di leggenda che ancora sopravvive nell'isola, per incitare i siciliani alla rivolta contro 1 partiti tradizionali. Il caso Di Fresco ha aspetti singolari. «Avevo offerto a De Per la Camera quasi 44 milioni gli elettori ROMA — I cittadini Italia ni che hanno diritto a votare nelle prossime elezioni del 26 giugno sono quasi 44 milioni In particolare, sono esattamente 43 milioni 987275 gli aventi diritto al voto per le elezioni della Camera dei deputati, con una maggioranza, come al solito, delle donne ri' spetto agli uomini: 22.876.545 contro 21.110.730. Gli elettori voteranno, sempre secondo le ultime cifre aggiornate, in 80.695 sezioni. Mita — racconta — di convogliare tutta la mia farsa elettorale su una persona di fiducia: mi tiravo da parte ma, al tempo stesso, continuavo a fare politica con un mio amico. Mi è stato risposto che avrei, dovuto convogliare i voti su'] Lima e Gioia: ma in questo modo, ad urne chiuse, chi avrebbe potuto dimostrare che il mio elettorato si era riversato su di loro? Ho preferito allora seguire i consigli di un grosso personaggio che, in segreto, mi ha messo in contatto con il Melone di Trieste. Quanto a me, non conosco neppure Cecovinl». Di Fresco conta su ventimila preferenze. Non svela il nome del leader democristiano 'Cangiato» e spiega: «Sono in molti a "cangiarsi", a nascondersi. Sono vittima dì una congiura. Il mio arresto è stato deciso a freddo per eliminarmi: una coltellata al fianco, nient'altro». E il rinnovamento? «Lo lista di Palermo — risponde — non ha rinnovato proprio un bel niente». E' contro i partiti e la politica, controlla ventimila preferenze ed era deciso a scaricare il suo pacchetto di voti sull'avvocato Rodolfo Perla Glaconia, ex consigliere comunale liberale a Palermo. Anche Peria è entrato nel Melone ed è convinto che Di Fresco riuscirà ad arrivare a Montecitorio. I siciliani sono chiamati a scegliere quarantadue deputati e ventisei senatori. Il 26 giugno, alle urne, andranno due Sicilie diverse: quella occidentale e quella orientale Diverse per condizioni economiche e per struttura, per meriti e per temperamento, ma unite nel controllo ferreo delle preferenze e dei voti. E' proprio il controllo delle schede che dovrebbe, nelle ultime ore, rovesciare la tendenza all'astensione che si registra tra 1 siciliani. Se il controllo delle preferenze ridimensionerà l'astensione, c'è chi sostiene che, questa volta, il numero delle schede bianche potrebbe aumentare perché la mafia, ormal fortissima, avrebbe deciso di fare a meno dei partiti e della classe politica. La scheda bianca penalizzerebbe, essenzialmente, la democrazia cristiana che viaggia, nell'isola, attorno al 40% dei suffragi I test più interessanti per leggere le decisioni dell'onorata società verranno dalle borgate di Palermo, dai feudi di Brancaccio, dove la de tocca il 53%, da Tommaso Natale, dove è al 57, da Carini al 48, da Casteldaccla, al 46. «Non credo che si determineranno grossi spostamenti», prevede l'ex ministro degli Esteri Attilio Ruffinl, che nelle politiche del '79 superò ogni record aggiudicandosi 144 mila voti. In una de che poco o nulla ha rinnovato nelle Uste, l'uni ca novità è rappresentata da Sergio Mattarella, numero due nel collegio di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, professore universitario, fratello di Plersanti Mattarella, ucciso dalla mafia e figlio dell'ex ministro Bernardo. Sergio Mattarella dovrebbe risultare primo tra gli eletti, superando lo stesso mini stro dell'Agricoltura Calogero Mannlno, numero uno nella circoscrizione. Mannino si prepara a diventare il nuovo «proconsole, democristiano in Sicilia. Dragone Gullotti si candidano, quest'anno, per l'ultima volta. L'astro Ruffinl è ormai in de- o a , - i Unitivo tramonto. Lima e Gioia vedono le proprie posizioni insidiate dal ministro che in tutta la Sicilia «va raccogliendo» chi si distacca dal vecchi clan. Per fronteggiare una de ancora fortissima, il partito comunista ha schierato come capolista Enrico Berlinguer, nel tentativo di superare 1120% dei suffragi. Il partito liberale ha 11 ministro Altissimo, mentre 1 repubblicani, divisi e In scontro permanente, vedono in Aristide Gunnella e in Pasquale Bandiera 1 propri punti di riferimento. Sarà interessante analizzare 1 risultati di Comiso, dove il contingente americano è ormai al completo e si lavora all'Installazione delle basi missilistiche. Le elezioni hanno qui il sapore di un referendum sulle armi nucleari: a favore democristiani e socialisti, contrari i comunisti. Il test di Agrigento, stretta dalla sete, avrà qualche sorpresa anche se 11 vescovo della città assicura: «Qui le elezioni andranno bene, molto bene». Alla vigilia del voto si ricomincia a parlare di crisi alla Regione. Ad aprirla, subito dopo il 26 giugno, dovrebbero essere i socialisti capeggiati da Lauricella e Capria. Si appannano le posizioni di Saladino. Lauricella vorrebbe portarsi alla presidenza del governo, a Palazzo d'Orléans, sottraendo la prestigiosa poltrona al democristiano Calogero Lo Giudice. Francesco Santini Camera SICILIA PARTITI HEQ-'80 POUTICHE '79 POLITICHE '76 % VOTI % SEGGI VOTI % SEGGI DC 41,4 1.216.871 43,0 24 1.193.126 42,2 24 PCI 20,6<1' 585.715 21,1 11 777.520 27,5 16 PSI 13.6 279.568 10,0 6 254.206 9.0 4 PSDI 3,0 129.885 4,7 2 87.011 3,1 — PRI 4,4 109.448 4,0 2 90.747 3,2 — PLI 2,2 52.318 1,9 — 48.645 1,7 — PR — 82.947 3,0 2 25.830 1,0 — DP 1.0 18.556(3> 0,7 — PDUP — 32.302 1,1 — MSI 8,5 222.617 8,0 5 311.840 11,0 5 AIM 5,3<2' 44.247 1,6 — 4.355 0,2 — (1) Comprese liste Indip.; (2) PLI-PSDI 0,7%; PLI-PRI-PSDI 2.3%; (3) NSU