Ultimo avvertimento a Managua la chiusura dei consolati in Usa
Ultimo avvertimento a Managua la chiusura dei consolati in usa Dura rappresaglia per l'espulsione dei tre americani Ultimo avvertimento a Managua la chiusura dei consolati in usa Ordine di partenza per 21 rappresentanti sandinisti - Washington precisa però che non è ancora la rottura - Domani, anzi, l'inviato speciale di Reagan sarà in Nicaragua i 0 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — A tre giorni dall'espulsione dei tre diplomatici Usa dal Nicaragua, il presidente Reagan ha ordinato la chiusura di tuta i sei consolati nicaraguegni negli Stati Uniti — a New York, Los Angeles, San Francisco, Houston, New Orleans e Miami — e l'espulsione di 21 funzionari consolari con le loro famiglie. Il regime sandinista ha reagito al provvedimento con proclami rivoluzionari e dimostrazioni di massa contro l'America a Managua, ribadendo le accuse rivoltele in passato di appoggiare i ribelli. Nonostante il duro provvedimento di Washington, però, i due Paesi non sembrano prossimi alla rottura dei rapporti diplomatici. Se non si verificheranno altri colpi di scena, il rappresentante personale di Reagan per il Centro America, l'ex senatore democratico Stone, visiterà anzi il Nicaragua domani. Il 'messaggio- di Reagan non lascia tuttavia molto spazio al regime sandinista. Con l'immediata e aspra ritorsione, gli Stati Uniti hanno avvertito Managua di essere disposti ad un confronto diretto: sinora si erano limitati a tentare l'isolamento politico ed economico di Managua. Il passo successivo potrebbe portarli a forme di intervento sicuramente controverse, ma di maggior efficacia. I sandinisti hanno accusato i tre diplomatici'Usa espulsi di aver attentato alla vita del ministro degli Esteri D'Escoto, e hanno addotto come prova la dichiarazione di un funzionario della loro ambasciata in Honduras che sarebbe stato avvicinato a questo scopo dalla da. Il Dipartimento di Stato ha smentito recisamente e ha ribadito le accuse: i consolati sandinisti negli Usa, ha detto, «erano nidi di spie». Lo scenario è perciò pronto per altre iniziative di Reagan contro il Nicaragua; e questa volta il Presidente ha maggiori probabilità di successo, che in passato. Con la sua condotta, Managua si è infatti alienata la parte mo¬ derata del Congresso e dell'opinione pubblica Usa: un errore che potrebbe pagare a caro prezzo. La Bua situazione ricorda quella dell'Avana 23 anni fa, poco prima della clamorosa rottura di Eisenhowcr e di Kennedy con Castro. Il voto dell'altro ieri alla Commissione Esteri della Camera contro gli aiuti'segreti della da ai ribelli antisandinlsti, voto che ha avuto luogo prima della chiusura dei sei consolati, indica che il capo di Stato Usa continuerà ad incontrare grossi ostacoli nell'attuazione della sua politica centroamericana. Ma al Senato, che a differenza della Cantera ha una maggioranza repubblicana e non democratica, Reagan può contare su importanti appoggi. Inoltre, incomincia a farsi strada la sua tesi secondo la quale Nicaragua è una seconda Cuba che destabilizza la regione cen¬ troamericana per conto delIVrss. I segni che Reagan sta orchestrando un abile blitz propagandistico e diplomatico per mettere in ginocchio i sandinisti sono chiari. Sul fronte interno, tiene calma l'opinione pubblica e il Congresso mandando un giudice di New Per la Giunta «si rafforza la linea del confronto» MANAGUA — Il .coordinatore» della Giunta sandinista del Nicaragua, Daniel Ortega, ha dichiarato che l'espulsione dei 21 diplomatici dagli Usa e la chiusura del sei consolati 6 la prova dell'«lrresponsabilità» del governo americano e «rafforza la linea di confronto e di guerra» nell'America Centrale. York, Tyler, ad assistere al processo contro l militari salvadoregni che assassinarono 4 suore americane due anni fa. Sul fronte esterno, dipinge a tinte sempre più fosche la crisi salvadoregna: il Salvador, egli afferma, è sull'orlo del crollo, a meno che l'assistenza tecnica e militare della superpotenza non aumenti (attualmente vi sono un massimo di SS consiglieri Usa a San Salvador, 25 medici e infermieri militari; le forniture ammontano a poco più di cento milioni di dollari). Il Presidente sta aprendo nel vicino Honduras campi di addestramento, con altri cento consiglieri, per le forze regolari salvadoregne; Il ministro della Difesa Weinberger ha anche accennato alla possibilità, nel caso che la crisi precipiti, di un blocco aeronavale del Nicaragua e di Cuba. G. C.
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