Indira a Belgrado accusa i Paesi ricchi «Neo-colonialismo diverso e rampante» di Mimmo Candito

Indirà a Belgrado accusa i Paesi ricchi «Neo-colonialismo diverso e rampante» Si inasprisce lo scontro tra Nord e Sud alla conferenza delPUnctad Indirà a Belgrado accusa i Paesi ricchi «Neo-colonialismo diverso e rampante» L'intervento della leader del Terzo Mondo accolto da unanimi applausi - La nuova dominazione si manifesta con «monopolio di capitali e tecnologie superiori, riserve alimentari e manipolazione delle informazioni» - «Un cambiamento è inevitabile» - Discorso del direttore del Fondo Monetario, «imputato» secondo i Non Allineati DAL NOSTRO INVIATO BELGRADO — Parlando con forza ispirata, riscoprendo parole e idee che questi primi giorni avevano accantonato, Indirà Gandhi ha lanciato ieri dalla tribuna dell'Unctad un drammatico appello al mondo. Ma non ha usato la mano tesa di Bignone, né la richiesta di comprensione che questa assemblea stava imparando a ripetere ai potenti della Terra; piuttosto, ha scagliato accuse, indicato colpe, sottolineato responsabilità. Ha rivendicato diritti violati: «Sono un'anima in pena, ha detto, e come ogni anima che crede appassionatamente nella libertà non posso non esprimere qui l'allarme per la nuova dominazione di un colonialismo diverso e rampante. E' il colonialismo che si manifesta attraverso il controllo monopolistico dei capitali, il possesso esclusivo di tecnologie superiori, delle riserve alimentari, la manipolatone delle informazioni. Non è forse giunto il tempo per meditare e agire su questa nuova dipendenza?-. All'improvviso, Belgrado ritrovava il senso e le ragioni della nascita del movimento dei Non Allineati. TJ Terzo Mondo tornava ad essere una storia di popoli che chiedono il riscatto delle loro sofferenze, con la consapevolezza dei diritti che gli derivano dal loro passato e dal ruolo che si sono guadagnati nel mondo d'oggi, -Paesi che producono il 20% del reddito mondiale e assorbono il 30% delle esportazioni del mondo di Williamsburg: come, gli si può negare una giusta partecipazione alle decisioni sul futuro della loro stessa vita? Un cambiamento è inevitabile». L'assemblea ascoltava in un silenzio impressionante la voce acuta che andava leggendo il suo atto d'accusa Piccola nella ribalta enorme di questo fòrum internazionale, vestita in sari rosso e con una borsetta nera al braccio, la leader del movimento dei non allineati era arrivata all'Unctad direttamente da Nuova Delhi: e la sala l'aveva salutata in piedi, riconoscendo una leadership e rendendo un omaggio attraverso lei anche a quel sogno di giustizia e di libertà che ha accompagnato quest'ultimo mezzo secolo di lotte dei popoli nuovi della Terra. Non uno si è sottratto all'applauso, nemmeno dalla tribuna dei 1000 giornalisti: ma pare giusto dire che in molti c'era anche la consapevolezza che quel sogno appare, oggi a Belgrado, sempre più lontano, tormentato dalle troppe contraddizioni che ne sono venute, schiacciato dalla ritrovata forza del mondo dei potenti. La signora Gandhi ha puntato 11 dito dell'accusa: 'Quelli che aiutano sono tentati dalla voglia di interferire. Le istituzioni internazionali fanno pressioni e rovesciano scelte politiche autonome, sema valutarne le opportunità e le circostanze-. Il movimento dei Non Allineati ha già manifestato l'amarezza per *l"indtfferenea- del vertl ce di Williamsburg. il premier indiano qui esprimeva anche la delusione dei molti Paesi del Terzo Mondo per la politica delle istituzioni finanziarle (Fondo Monetarlo e Banca Mondiale), • che i Paesi con diritto di voto determinante usano conte veicoli per l loro interessi nazionali'. Una ridistribuzione della rappresentatività all'interno del loro centri direttivi veniva cosi rivendicata ieri come primo atto di giustizia, «per non danneggiare definitivamente gli interessi del popoli poveri-. Ma era un appello tanto appassionato quanto drammaticamente perdente. Non v'è segno alcuno nei vertici che si susseguono tra i Paesi industrializzati, di voler cedere a queste pressioni, i primi umori del dibattito qui a Belgrado hanno mostrato senza incertezze che se una linea comune alla fine sarà trovata, questa sarà sulle posizioni del Nord assai più che su quelle, pur moderate, del Sud della Terra. Tempo ancora ce n'è. ma i margini del compromesso sono ridotti e. comunque, non lasciano grandi speranze ai progetti di un mutamento nelle politiche economiche. Esemplare è lo scontro in atto sul Fondo Monetario Internazionale, gran nemico della maggioranza dei Paesi qui riuniti, o almeno imputato principale della loro rovinosa situazione debitoria. Ieri 11 direttore del Fondo ha cancellato 1 pochi dubbi che c'erano ancora. Il signor De Laroslère si è servito di una tàttica spregiudicata, che ha sbattuto sul tavolo dell'assemblea la consistenza della cifre segnate dalla ripresa dell'economia mondiale: e poi ne ha tratto la conclusione che, dunque, la politica del Fmi è quella giusta. L'intervento, al di là delle inevitabili polemiche che lo accompagnavano, va registrato con molta serietà, perché è la prima dichiarazione ufficiale che il rovesciamento del trend negativo ora riguarda non solo 1 Paesi di Williamsburg ma anche il Terzo Mondo. Nel 1983, 1 Paesi sottosviluppati (non esportatori di petrolio) potrebbero avere una crescita media del 2,5 per cento, mentre il loro deficit dovrebbe scendere al di sotto dei 70 miliardi di dollari, cioè una cifra migliore perfino di quella registrata in anni di crescita facile come furono il 1976-78. Ripresa produttiva e aumento della domanda nel Paesi industrializzati dovrebbero poi permettere al Terzo Mondo di allargare U volume' delle sue esportazioni, facendogli registrare a fine anno un incremento globale superiore ai 20 miliardi di dollari. Mimmo Candito dmptcSAsecIcmd

Persone citate: Bignone, Gandhi

Luoghi citati: Belgrado, Nuova Delhi