Piazzetta, tavolozza di un enigma di Angelo Dragone

Piazzetta, tavolozza di un enigma Piazzetta, tavolozza di un enigma Venezia celebra uno dei più importanti interpreti della sua pittura nel '700, a tre secoli dalla nascita - A Ca' Vendramin Calergi cento opere del maestro e della sua scuola -1 tempi e i documenti di una riscoperta dal nostro inviato VENEZIA — Nel terzo centenario della nascita, Giambattista Piazzetta (Venezia 1683-1754), uno dei più importanti interpreti della pittura veneta del Settecento, viene celebrato in patria da una esposizione che si pone sul piano delle tradizionali grandi rassegne veneziane d'arte antica. Ideata da Francesco Valcanover e organizzata dall'assessorato alla Cultura d'intesa con la soprintendenza per i Beni artistici e storici, la mostra si è valsa anche della collaborazione di un agguerrito comitato scientifico presieduto da Rodolfo Pallucchini cuisi deve tra l'altro l'introduzione al catalogo (ed. Marsilio) che comprende pure testi del Valcanover stesso e di quanti altri specialisti, dal Ruggeri al Pignatti, dalla Tomaslni e dalla Dorìgato al Pedrocco e alla Nepi-Sclrè, hanno contribuito a illustrare sotto gli aspetti più diversi la complessa vicenda piazzettesca. Pallucchini, nel proseguire le ricerche a suo tempo avviate da Flocco, fin dal 1034 aveva dedicato al Piazzetta e ai suoi allievi una prima, fondamentale monografia cui nel '56 fece seguire un nuovo volume, mentre lasciava a uno del migliori allievi usciti dalla sua scuola padovana, Adriano Mariuz, di pubblicare l'anno scorso l'intero catalogo ragionato dell'opera pittorica del Piazzetta. Viene quindi a buon punto questa mostra che, allestita nel prestigiosi ambienti con cui Ca' Vendrarnin-Calergl si affaccia sul Canal Grande, nei pressi della chiesa di San Marcuola, vi ha ' riunito un centinaio di dipinti. Tra questi un folto gruppo di opere di mano del Piazzetta ne docu-1 menta tanto gli inizi neosecenteschi, quanto le fasti più mature (e secondo alcuni più felici nei loro motivi anche profani, tra il rustico e il pastorale) per testimoniare infine del tardo ricupero di quelle primitive tenebre in un periodo di crisi messo in evidenza dai modi stanchi e alquanto accademici. Non meno riccovi appare insieme il quadro delle più diramate connessioni in grado di coinvolgere ascendenze, contemporanei, allievi e discepoli, non senza dedicare una delle quattordici sezioni, In cui l'esposizione si articola, al Piazzetta e l'incisione veneziana, mettendo in risalto la tecnica creata dal Pittori per tradurre con la migliore resa grafica le immagini piazzettesche; un'altra al Piazzetta e l'editoria veneziana del suo tempo ricca d! preziose edizioni d'epoca; e infine quella riservata all'accademia del Fonteghetto della Farina, dove fin dal 1750 11 Piazzetta fondò una sua scuola di pittura dalla quale poi ebbe origine l'attuale accademia. E' anche questo un particolare illuminante della fortuna dell'artista che due contemporanei, lo Zanetti e il Tessin, avevano definito «Grande intelligente del chiaroscuro* ed anche «Gran disegnatore e pittore coltissimo*. Di 11 a poco, tuttavia, dal Winckelmann il Piazzetta era stato ripudiato con l'intera tradizione caravaggesca italiana mentre un secolo e mezzo più tardi sarebbe stato Roberto Longhi a criticarlo, accusandolo di -arguzia plastica, di origine manieristica», proprio il Longhi che del caravagglsmo era stato invece il maggior valorizza t ore. Figura fin qui controversa, dunque, quella del Piazzetta; o meglio problematica nel suoi spiriti diversi di artista «meditativo, orgoglioso e malinconico», sensibile alle nuove istanze culturali del suo tempo; fin dalla sua prima formazione profondamente segnato dall'influsso di quei •tenebrosi» come 11 Pagani e il Mollnari di cui aveva frequentato lo studio; e deciso, alla morte di quest'ultimo (1704), a trasferirsi presso il bolognese Giuseppe Maria Crespi, nell'Intento di risalire all'originale indirizzo del suo primo maestro. Non meno attraente nella |mostra appare il capitolo in cui si dellnea la ricchezza dell'ambiente con 11 napoletano Solirnena, allora a Venezia con alcune sue opere significative, e compagni di corrente dal dalmata Federico Bencovlch a Giulia Lama chiamata a far quasi da spalla al Piazzetta (di cui era probabile parente) e che costituisce certo una singolare attrattiva della mostra, sebbene sino a oggi sconosciuta al grande pubblico. Giulia Lama non stenta Infatti a rivelare la sua colta matrice di donna che aveva studiato matematica, era poetessa, pittrice, e per vivere faceva però lavori d'ago come ricamatrice; mentre la sua pittura era In grado di «radi calìzzare, come notò 11 Pallucchini; quella del Piazzetta, per via di un violento chiaroscuro capace di esprimere compiutamente la sua angoscia esistenziale: Alle succose Intonazioni bruno-rossastre' attinte in gioventù dalla schietta vena popolaresca del Crespi, una volta tornato a Venezia 11 Piazzetta, che non aveva mancato di sentire 11 richiamo del luminoso colorismo patrio, tornò quindi a scaldare la sua tavolozza con un chiaroscuro «intenso e fermentante». Fu allora che dalle grandi pale giovanili al soffitto per 1 Santi Giovanni e Paolo e alla Pala del Gesuatl si vide crescere la fastosa luminosita, mentre la tarda serie di composizioni dal temi storici — tradotti, stando al Mariuz, in una sorta di «teatro delle passioni» — finiva con l'anticipare in una sorta di gusto accademico un autentico senso neoclassico. Al centro della vicenda, quasi eludendo la poetica dei «tenebrosi» in quella riscoperta d'un naturalismo dalla luce «soliva», 11 Piazzetta si consegnava tuttavia alla memoria del più, con la florida esuberanza della famosa indovina: una delle sue opere certo più godibili (anche dal, .pubblico più vasto), mentre' la' stessa spavalda bellezza dell'Immagine profana che se n'era fatta protagonista non tardava, In effetti, a lasciare intendere la sua distanza dal modello naturalistico. Anch'essa, come ogni figurazione piazzettesca, rimane come sospesa tra realta e fantasia, figurazione a suo modo enigmatica nel possibilismo d'una simbologia che non manca di accrescerne 11 fascino più se- greto' • Angelo Dragone

Luoghi citati: Piazzetta, Venezia