Stanza importante
Stanza importante Stanza importante ROMA — «In che slama discutiamo?». Anche se può apparire incredibile è stato questo l'unico tema affrontato da sindacalisti e industriali metalmeccanici nelle sette ore passate con Scotti al ministero del Lavoro. Si trattava di stabilire se il negoziato doveva svolgersi al ministero (come chiedeva insistentemente il sindacato), oppure se le parti dovevano incontrarsi al «tavolo naturale», cioè fuori dal ministero (come volevano gli imprenditori). La questione è stata risolta? Non è chiaro. Si vedrà oggi. Di sicuro c'è soltanto che Firn e Federmeccanica si rivedranno al ministero. Poi. tra le ipotesi, ci sono quelle di un trasferimento in sedi esterne come l'Unioncamere o il Cnel, ma non alla Federmeccanica di via del Corso. A questo punto le persone interessate al contratto dei metalmeccànici (un milione di lavoratori e 9 mila imprenditori) non potendo vivere in prima persona i bizantinismi del negoziato qualche interrogativo certamente se lo porranno. Schematicamente e con approssimazione si può tentare di dare alcune risposte. La scelta della sede per la trattativa è diventata in quésta fase un fatto tremendamente concreto in quanto potrebbe determinare la sostanza del nuovo contratto. 11 sindacato vuole restare al ministero, perché questa sede è legata all'in¬ tervento del governo, nella persona di Scotti, per avere «il pieno rispetto dell'accordo del 22 gennaio». La Firn non chiede mediazioni sul «22 gennaio» però non le esclude sugli altri punti della «piattaforma». In altre parole il sindacato ha coscienza che, anche se si risolvesse (ipotesi per ora remota) la questione dell'orario di lavoro dei turnisti, resterebbero almeno una mezza dozzina di altri punti difficili sui quali la mediazione del ministro potrebbe essere decisiva: flessibilità nell'uso della forza lavoro; sesta categoria dell'inquadramento unico (nel senso che la Federmeccanica non ritiene accettabile la soluzione decisa per le aziende pubbliche): strumenti per ridurre l'assenteismo; procedure per raffreddare la conflittualità aziendale; aumenti salariali. Per motivi analoghi, ma esattamente contrapposti, la Federmeccanica dice: «Trai tiamo fuori dal ministero». Gli industriali riconoscono a Scotti il compito di riattivare il negoziato, ma cercano di evitare di averlo come «garante» e peggio ancora come «mediatore», Vogliono evitare di sentirsi di' re ad un certo punto «questa è la proposta del ministro del La voro, prendere o lasciare». Non è sfiducia verso l'equilibrio di Scotti, ma non c'è dubbio che il timore del «potere inquinati te» che le elezioni hanno sul contratto è vivo. Sergio Devecchi
Persone citate: Sergio Devecchi
Luoghi citati: Roma
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