Europa indifesa contro il re dollaro

Europa indifesa contro il re dollaro Ieri, dopo la breve pausa di venerdì, la moneta americana ha superato le 1521 lire Europa indifesa contro il re dollaro Particolarmente pesante la pressione sul franco, ma anche il marco perde colpi - La lira mantiene le posizioni nello Sme - Cede Foro: 407,75 dollari l'oncia contro 411,50 di venerdì • Forse imminente un rincaro di 30 lire della super (ma dovrebbe essere fiscalizzato) ROMA — E' durata un solo giorno, venerdì, la tregua concessa dal superdollaro. Ieri, alla ripresa delle contrattazioni, la moneta americana ha ripreso la sua Inarrestabile corsa verso l'alto, mettendo a segno nuovi record su tutte le valute. Al fixing italiano il dollaro ha toccato quota 1521,25 lire, contro le 1508.50 della seduta di fine settimana. In un solo mese il dollaro ha guadagnato 64 lire. Ma la nostra moneta è forse quella che meglio resiste alla bufera valutarla provocata dal superdollaro. Sulle piazze di Parigi e di Bonn la nuova impennata della divisa statunitense (in Francia è stata quotata 7,71 franchi contro i 7,64 di veperdl; in Germania 2,56 contro 2,54 marchi) ha provocato nervosismo fra 1 cambisti ed ha costretto le banche centrali ad ulteriori massicci interventi. L'impennata del dollaro sta poi travolgendo le quotazioni dell'oro, sceso ieri a Londra a 407,75 dollari l'oncia, contro i 411,50 dollari di venerdì. Perdite ancor più accentuate il metallo giallo ha accusato a Zurigo. E qualche esperto già prevede una discesa dell'oro sotto i 400 dollari l'oncia. Negli ambienti finanziari ed economici si è del parere che ad alimentare i forti apprezzamenti del dollaro sia la convinzione che ancora per molto tempo i tassi di Interesse negli Usa non diminuiranno. In Europa incominciano a manifestarsi i primi malumori nei confronti della Casa Bianca che fa poco o niente per fermare un andamento che sta mettendo a dura prova lo Sme. Inoltre, si acuisce il timore che la continua cresci- ta del dollaro possa comprimere ulteriormente la domanda di petrolio, creando cosi nuove tensioni tra i Paesi produttori, contrari a nuovi ribassi dei listini del greggio, e quelli favorevoli ad adeguare l'offerta alle condizioni di mercato. L'unico dato consolante (ma non si sa fino a che punto) è che la lira continua a mantenersi salda nei confronti delle altre valute dello Sme. Ma questo non eviterà un aggravio della bolletta petrolifera (11 greggio si paga in dollari) che si scaricherà inevitabilmente sui prezzi di vendita della benzina. Già oggi si potrebbero creare le condizioni tecniche per un rincaro della «super» di 20 lire il litro, rincaro che sarà ratificato quanto prima dal Cip. ma l'aumento dovrebbe essere fiscalizzato. Chi, comunque, continua a mostrarsi ottimista è il ministro per il Commercio con l'estero, Capria, il quale prevede scarsi riflessi negativi sul nostro import-export in seguito all'impennata della moneta americana. «Se il dollaro — sostiene Capria — si attesterà nel 1983 sulla media annua di 1450 lire contro le 1350 del 1982, il maggior aggravio sui nostri conti con l'estero sarà di poco superiore ai 2000 miliardi, una cifra grosso modo compensata dal risparmio che deriva dal crollo del presso dei prodotti energetici: Il ministro ha poi confermato che 11 rialzo del dollaro non potrà avere effetti di svalutazione sulla nostra moneta: «Mot esistono le condizioni per svalutaeioni internazionali o interne e quindi una svalutazione della lira nell'ambito dello Sme non è affatto prevedibile: All'Ice, istituto per il commercio con l'estero, si sottolinea invece che il re-dollaro porterà soltanto «un aggravio per le importazioni, ma nessun beneficio nelle nostre esportazioni» _ e. p.

Persone citate: Capria

Luoghi citati: Bonn, Europa, Francia, Germania, Londra, Parigi, Roma, Usa, Zurigo