La Thatcher verso la vittoria Non si accettano scommesse

La Thatcher verso la vittoria Non si accettano scommesse A tre giorni dal voto anche i bookmakers si sono arresi La Thatcher verso la vittoria Non si accettano scommesse Con i conservatori dati 9 a 1 il rischio diventava quasi inesistente - Ora si punta sul sorpasso dei laboristi da parte dei social-liberali - Un'incognita: l'astensionismo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LONDRA — A tre giorni dalle elezioni politiche, i bookmakers Inglesi si sono arresi: non accetteranno nessuna scommessa sulla signora Thatcher, il business è sfumato. «Non ne caveremo un soldo bucato, perché Maggie stravincerà', ha sentenziato il re degli allibratori inglesi, William Hill. Per il Paese in cui da sempre si tenta di indovinare la sorte, indubbiamente si tratta di un verdetto senza precedenti, che però, in fin dei conti, non deve stupire troppo. Il gioco delle scommesse non ha fatto altro che allinearsi al trend delle ultime settimane; adesso, con i conservatori dati 9-1, il rischio diventava quasi inesistente. Tanto valeva puntare su qualche altro argomento: se per esempio The A lliance, la coalizione li beni 1-socialdemocratica, riuscirà a scavalcare i laboristi, strappando loro il secondo posto. Di certo, mai prima d'ora le previsioni della vigilia elettorale erano apparse cosi uniformi nel disegnare quello che giovedì notte, dopo la chiusura delle urne, dovrebbe diventare il trionfo storico dei tories. Su 7 sondaggi lanciati dai principali giornali per tastare il polso dell'uomo della strada, non uno mette in dubbio la squillante affermazione, della signora di ferro; semmai, le uniche discrepanze riguardano le proporzioni del mandato con il quale tornerà a Downlng Street. Secondo il Sunday Minor, al partito conservatore dovrebbe andare non meno del 44% dei suffragi contro il 27 del laboristi, «visti» addirittura mezzo punto sotto la cosiddetta terza forza, il «bipartito» di Roy Jenkins e David Steel. E' comunque il responso meno favorevole ai governativi i quali, a leggere l'Observer, dovrebbero scattare invece al 47%, cioè un vantaggio di ben 19 punti sui socialisti, mentre il Sunday Telegraph li piazza a quota 45.5% contro il 31,5 dei seguaci di Michael Foot e il 22 dell'Alleanza. Tradotto in seggi (e qui bisogna tenere presente due fattori: l'allargamento della Camera dei Comuni da 635 a 650 deputati e la recente ridistribuzione dei distretti, che favorisce nettamente i conservatori grazie al sistema uninominale simile al modello italiano per il Senato) ciò significherebbe che i seguaci della Thatcher, dagli attuali 334 rappresentanti salirebbero a quasi 400. mentre il Labour Party, adesso con 239 deputati, ne otterrebbe al massimo 225, e tutto a spese del liberali e dei socialdemocratici, condannati a scende¬ re da un totale di 42 a un massimo di 12 eletti. A questi andrebbero poi aggiunti 2 seggi dei nazionalisti scozzesi e i 17 posti da dividersi tra le varie formazioni dell'Ulster. Tuttavia è proprio l'ampiezza dei consensi emersi nelle ultime battute della campagna elettorale, per niente convulsa, con pochissimi manifesti sulle strade, qualche rara pagina di pubblicità sugli organi di stampa (ogni candidato può spendere al massimo 4600 sterline, circa 10 milioni di lire, pena la squalifica) a preoccupare piuttosto seriamente l'ufficio propaganda dei conservatori. Temono in sostanza il 'riflus¬ so di stanchezza* di molti elettori, convinti dell'inutilità di recarsi a votare vista la certezza della vittoria, e ciò potrebbe rendere precaria la situazione in almeno un centinaio di distretti marginali dove 11 divario con l'opposizione si gioca ancora su piccoli numeri. La percentuale di astenuti sarebbe allora la sola sorpresa di queste elezioni cosi scontate ed ovvie per lo scenario che si sta delinenado per l'Inghilterra: altri 4 anni di rigida, intransigente «cura Thatcher», un male minore per l'Inghilterra, cosi almeno sembra, del salto nel buio verso 11 ricambio socialista. Piero de Garzarolli

Persone citate: David Steel, Michael Foot, Piero De Garzarolli, Roy Jenkins, Thatcher, William Hill

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Ulster