Chiesto rinvio a giudizio per 86 br della «Alasia »

Chiesto rinvio a giudizio per 86 br della «Alasia » Accusati tra l'altro di sette omicidi e sedici ferimenti Chiesto rinvio a giudizio per 86 br della «Alasia » Moretti e Azzolini tra i maggiori imputati - Latitante la Balzarani MILANO — SI è conclusa con la richiesta di 86 rinvìi a giudizio l'Istruttoria contro la «Walter Alasia», colonna milanese delle Brigate rosse. Le circa ottocento pagine del giudice Antonio Lombardi dovrebbero avere messo la parola «fine» alla storia di questa colonna, costellata di sette omicidi, sedici ferimenti, sequestri, attentati e rapine (1 capi di imputazione sono 215). Degli 86 imputati solamente tre sono latitanti (Roberto Adamoll, 11 cinquantasettenne Radames Alberton e l'Imprendibile Barbara Balzarani), 75 sono detenuti, 8 a piede libero. Originariamente gli imputati erano 97, ma 4 sono nel frattempo deceduti e 7 sono stati prosciolti. Per altre venti persone ci sarà un supplemento di istruttoria che si dovrebbe concludere entro 11 mese In modo da poter poi riunire 1 due procedimenti in un unico processo che dovrebbe svolgersi all'Inizio del prossimo anno. L'istruttoria era partita come inchiesta contro ignoti A questi risultati — ha detto il dottor Lombardi — si è giunti non solo per la collaborazione di terroristi pentiti, ma anche grazie alle •scrupolose indagini di polizia giudiziaria» L'Istruttoria prende avvio con il sequestro di Idalgo Macchiarmi, dirigente della Sit Siemens, portato su un fnrfmnlCl furgone e fotografato: slamo nel 1972, agli albori della storia delle Br. Poi cominciano a funzionare le pistole: 1 ferimenti del giornalista Montanelli e di dirigenti industriali, l'omicidio di Francesco De Cataldo, vicecomandante delle guardie di San Vittore (aprile '78). Sono tutti fatti di cui l'istruttoria indica gli autori materiali perché 1 dirigenti della colonna, considerati responsabili oggettivi, sono stati tutti condannati per queste azioni. Con gli arresti dell'ottobre '78 e del febbraio '79 la direzione della «Walter Alasia» era stata infatti smantellata. Le Brigate rosse mandarono allora a Milano due leader quali Mario Moretti e Barbara Balzarani (tra gli imputati maggiori vi sono anche Lauro Azzolini, Franco Bonisoli, Calogero Diana, Giuliano Isa, Antonio Marocco, Maria Rosa Belloli) per ricostituire la colonna, ma cominciarono subito i contrasti con i militanti rimasti. Sono di quest'epoca l'irruzione, con relative «gambizzazioni», in una sede della de e l'omicidio di via Scllievano — tre agenti di pattuglia uccisi In un'auto — compiuto solo per rispettare l'indicazione della direzione nazionale Br di compiere un attentato contro «l'apparato di controguerriglia». E' l'ultimo atto dì «obbe dNdTtmr dienza» della «Walter Alasia». Nell'estate del 1980 (riunione della «direzione strategica» a Tor San Lorenzo) essa diventerà completamente autonoma dal resto delle Brigate rosse. Non per questo la sua storia sarà meno drammatica. Ci sono gli omicidi di Renato Briano, dirigente della «Ercole Marcili r,, di Manfredo Mazzanti, direttore dello stabilimento «Falck», e di Luigi Marangoni, direttore sanitario del Policlinico. Per tutti questi casi il giudice istruttore nota «con che facilità e superficialità i terroristi decidano di troncare vite umane»: Mazzanti, per esemplo, fu scelto solo perché una foto ne rendeva più facile l'identiflcazlone. 11 sequestro di Sandrucci è l'ultima azione rilevante della Alasia». Con l'arresto di Vittorio Alfieri e di Pasqua Aurora Betti, considerata dagli inquirenti il «cervello» della colonna, 11 gruppo comincia a sbandarsi. La progettata evasione dal carcere di San Vittore, che doveva segnare un momento decisivo di ripresa, fallisce. OH altri arresti — soprattutto del militanti impegnati della 'infiltrazione sindacale» (delegati e funzionari apparentemente irreprensibili) —. demoralizzazione e pentimenti fanno il resto. s. mr.

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