Massimo è libero, ma non sorride Il giudice; «Ha bisogno d'affetto»

Massimo è libero, ma non sorride Il giudice; «Ha bisogno d'affetto» Ha lasciato ieri il Ferrante Aporti dopo quindici giorni di reclusione Massimo è libero, ma non sorride Il giudice; «Ha bisogno d'affetto» L'incontro con il padre Aldo Iorio: «Portami via subito da qui» - Ripete: «Non volevo che mia madre fosse creduta un'assassina» - Gli incubi.-di quella nojjtej^fefinestre con le- sbarre ^MasohWlv^o'iifeitoriiitb a casa, il dott. Fornelli, procuratore capo del Tribunale dei minori, ha firmato, ieri, il provvedimento per la libertà provvisoria. Una decisione lasciata già intuire nel giorni scorsi al ragazzo e ai suol legali, Lagear e Piano: «Ha già sofferto abbastanza, ora Massimo ha bisogno di affetto e comprensione per dimenticare quei momenti drammatici». Sul portone dell'Istituto di corso Unione Sovietica, il padre, Aldo: «il (tendevo da giorni questo momento, per poter riabbracciare mio figlio». Non ci sono stati abbracci, ma un sofferto, lungo, affettuoso sguardo. Poi. una mano sulla spalla: •Andiamo. Andiamo via papà». Poche battute. Dove preferisci andare? Massimo: .in qualsiasi posto, purclté domattina non veda più le sbarre alla finesira, quando mi sveglierò». Come ti sei trovato nell'Istituto? «Ho conosciuto tanti ragazzi, con piccoli e grandi problemi. Tutti però pronti ad aiutarmi, a capirmi». Un'esperienza negativa? •Semplicemente un'esperienza». E 11 personale interno? • Tutti hanno dimostrato mol- ta comprensione nei miei confronti. • Due educatrici, Enza ed Anna, mi sono state molto vicine. Lo stesso giudice, il dott. Fornelli, mi ha aiutato molto». Non un sorriso. Mormora solo: «Finalmente sono libero». Aldo Iorio, guardandolo negli occhi, gli mormora: • Ti capisco, Massimo, so che hai bisogno di affetto e amore. Saprò darteli». Due sole domande, su quella drammatica notte. Hai avuto paura? «Si, jjgl'attimo sì». Pensi'ancora a' quel momenti? -Qualche volta, anche mentre parlo di tutt'altre cose, mi tornano in mente. D'improvviso. Ma sto imparando a mandare via quei ricordi. Debbo riuscirci, cela farò». Poi sale sull'auto del padre, una 127 rossa. Aldo Iorio: «Andiamo subito fuori Torino, voglio che Massimo resti tranquillo per alcuni giorni. Poi tornerà a casa, se lo vorrà. Potrà riprendere il suo lavoro, tornare a scuola, incontrare nuovamente i vecchi amici. Ridere e scherzare con loro. Ma adesso, per favore, lasciateci un po' in pace. Per lui, ma anche per me. Anch'io ho tanti incubi da dimenticare, anche io ho tante ombre che spesso mi tornano alla mente». Si chiude cosi una delle vicende più drammatiche di questi ultimi anni di cronaca cittadina. Un ragazzo di 17 anni si era accusato di avere ucciso madre e sorella, in una notte confusa, dopo un litigio In casa. Non era vero, voleva difendere 11 nome, la figura della madre che, In un momento di follia, aveva tentato di uccidere anche lui, per poi | soffocare la figlia di 12 anni e imaqsciegds impiccarsi. In via Beccati 50, a Madonna di Campagna, quindici giorni fa, in una casetta a un plano, un piccolo cortile, pieno di fiori: anche ieri pomeriggio le persiane erano chiuse, quasi a proteggere, nascondere una tragedia che è ancora difficile a spiegarsi.

Persone citate: Aldo Iorio, Fornelli

Luoghi citati: Torino