Arena: 70 anni di gloria e di Aida

Arena: 70 anni di gloria e di Aida Con Verdi nel 1913 il millenario monumento inaugurò, tra le polemiche, la sua storia di teatro musicale Arena: 70 anni di gloria e di Aida Alla prima c'erano anche Gorki e Kafka - Sessanta memorabili stagioni (con l'interruzione di due guerre) - D'Annunzio arrivava in Isotta-Fraschini - Nel '47 debutta la Callas DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VERONA — Carica di secoli l'Arena, sorta per spettacoli gladiatori, celebra 11 70° anniversario come teatro dell'opera all'aperto. 'All'aperto si fioca a bocce, non si suona musica; commentò sdegnato 11 maestro Antonio Ouarnlerl all'idea del tenore Giovanni Zenateilo di portare l'Aida In Arena. Invece per quell'Aida dell'agosto 1913 (nel manifesto liberty Radames a torso nudo leva alta la spada sullo sfondo areniano) venne pubblico da tutta Europa e da oltre Oceano. Sotto la luce delle fotoelettriche dell'esercito, sulle sedie delle chiese, sulle vaste gradinate, una folla impensabile. Fu uno del più grandi av venlmentl cosmopoliti del pri mo Novecento. Il mondo del melodramma era rappresentato da Botto, Puccini, Mascagni, mica, Pizze tti, Zandonai, con gli editori Ricordi e Sanzogno. Presenti alla prima Massimo Gorki, Roberto Bracco e un giovane venuto da Praga, ancora sconosciuto, Franz Kafka. I bagarini fecero affari d'oro, ma qualcuno fini In prigione. In una serata di calca uh salumaio vendette mille fiaschi di vino e 750 chili di prosciutto, Alla maternità due neonati furono battezzati con i nomi di Alda e Radames. Direttore fu Tullio Serafin, che sarebbe diventato l'amato patriarca del podio areniano, e vi avrebbe diretto la sua ultima Aida mezzo secolo dopo, nel 1063. Le scene di Etto- re Fagluoli, boss scenografico dell'anfiteatro fino al 1050. Quell'agosto si dettero nove spettacoli. E' da questo momento che l'Aida assurge a immagine dell'Arena, e fa dire: 'Quando vedi un'Aida a Verona, non ti immagini più un'altra Alda teatrale'. Le rappresentazioni di quest'opera verdiana sono state 100 in ventiquattro stagioni, gli spettatori sui quattro milioni. Dopo Aida le opere più rappresentate nel settantenne sono Turandot di Puccini, Carmen di Bizet, Mefistofele di Botto, La /orza del destino di Verdi. La fortunata «invenzione» del tenore Zenateilo è l'inizio di una tradizione. Nel 1914 L'Arena offre la Carmen. Ma il 2 agosto, in coincidenza con la prima, in Europa tuona il cannone. Le repliche seguono con le notizie sempre più drammatiche dell'inizio della prima guerra mondiale. Le pianure francesi e belghe sono già coperte di morti e c'è strage a Tannenberg. In Italia si richiamano tre classi, soprattutto a Verona, vicina al confine, si teme il futuro. In Arena mancano gli stranieri, le recite si trascinano distratte e con sforzo: Nella serata di commiato piove e l'anfiteatro è semivuoto. Poi, per cinque anni, non ci sarà più stagione lirica. Si riprende nel 1919 con II figlluol prodigo di Ponchielli, e le stagioni si susseguono trionfanti. Nel 1927 il maestro Ouarnlerl, che aveva commentato il battesimo lirico areniano con «all'aperto si gioca a bocce», dirige Aida, La Vestale di Spontini e le Sinfonie V e IX di Beethoven. La Nona beethoveniana viene ripetuta nel 1975 nella coreografia di Maurice Béjart e accade che quasi subito scroscia la pioggia, l'orche¬ stra e 11 coro devono abbandonare e ripararsi. Béjart ordina che siano sostituiti da una registrazione su nastro. Il pubblico resta 11, ad ascoltare sotto l'acqua. Alla fine, orchestrali e coro vengono ad applaudire 11 pubblico, che ricambia gli applausi Stagioni memorabili Nel 1928 Lauri Volpi nel Rigoletto scatena deliri. L'anno dopo le ambulanze portano all'ospedale venti contusi nell'immane ressa per Beniamino Gigli in Marta di Flotow. Nel 1937 alla prima di Turandot viene D'Annunzio che arringa la folla dal podio d'onore, tor¬ nandosene poi a Oardone sulla sua Isotta Fraschlni decapottablle, un lusso hollywoodiano. 1939: la stagione si chiude con un concerto diretto da Riccardo Zandonai. E' 11 16 agosto. Quindici giorni dopo Hitler Invade la Polonia. Tuona ancora il cannone e per sei anni l'Arena è buia e silenziosa. 81 riprende nel 1946. L'anno dopo incomincia in Arena la carriera di una cantante greca. Maria Callas, molti giornali scrivono 11 suo nome Kallas. Il 1953 è l'anno di Pabst: il grande regista cinematogra¬ fico dirige tutta la stagione. Per Alda manda tre dromedari e due elefanti in scena. Uno dei dromedari fugge e viene ripreso In piazza Cittadella. Il 1955 è la stagione di Rossellini e 1 suoi oraceli fumanti per l'Otello quasi asfissiano Mario del Monaco. Nel 1962 la stagione conclude in anticipo annullando quattro recite perché un Incendio distrugge scene e macchinari del Ballo inmaschera. Ma gli episodi, In settant'annl, sono tanti. E all'Arena hanno cantato tutti 1 più grandi artisti di tre generazioni, A dirigere, óltre a Tullio Serafin, 11 maestro Gavezzani, Vittorio Gui, Peter Maag, Pietro Mascagni, Molinari PradellL Fernando Prevltali, Nino Sanzogno, Antonino Votto, Riccardo Zandonai. L'anno scorso la 60* stagione lirica areniana ha avuto mezzo milione di spettatori, per un incasso di oltre sei miliardi e mezzo. Pubblico in gran parte straniero. Per ogni spettacolo, colonne di pullman e auto che arrivavano da tutto 11 Veneto e da altre regioni, e 1 treni che scaricavano folle. 81 prevede di superare 11 record dello scorso anno con questa stagione (7 luglio -31 agosto) che ha In programma Aida di Verdi, Madama Buttar fly e Turandot di Puccini, 11 Ballo Excelsior (per la prima volta all'Arena) ideato da Manzoni per la musica di Mareni», e un concerto wagneriano diretto da BoncompaB"1- Luciano Citrino Dall'albo d'oro dell'Arena: la Callas, Meneghini e, sullo sfondo, la giornalista Elsa Maxwell - Un allestimento storico;

Luoghi citati: Europa, Italia, Polonia, Praga, Veneto, Verona