«Sherlock Holmes non ci piace» di Clemente Granata

«Sherlock Holmes non ci piace» Procure della Repubblica: controllo politico e processo accusatorio I «Sherlock Holmes non ci piace» Con il futuro dibattimento all'americana il pubblico ministero svolgerà soprattutto compiti investigativi Ma il ruolo del poliziotto non è sempre gradito agli organi requirenti, i quali temono anche che ciò rappresenti il primo passo per assoggettarli all'esecutivo - Che cosa pensano i magistrati di Genova DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GENOVA — «Se fossi stato un politico desideroso dtmbavagliare il pm non avrei sollecitato il controllo politico, ma l'approvazione del processo accusatorio. Sorride? No, guardi che non ho mica- tanto torto. Il processo all'americana con la raccolta di prove in udienza renderebbe di fatto impossibile inchieste tipo mafia, scandalo dei petroli, Ambrosiano, criminalità dei colletti bianchi, cioè proprio quei processi che alcuni politici temono di più. Per quei reati infatti sono necessarie istruttorie approfondite inconciliabili col rito accusatorio: Del resto in America le indagini contro la mafia non le hanno fatte i tribunali, ma apposite commissioni». 1 Siamo nei locali della Procura di Genova per raccogliere le valutazioni dei magistrati sulla proposta di far dipendere 11 pm dall'esecutivo e il sostituto dottor Giancarlo Pellegrino se ne esce con codesta affermazione un po' provocatoria e paradossale che tuttavia sembra riflettere abbastanza bene malesseri e disagi nelle Procure di tutta Italia dopo la sortita dei politici. L'affermazione contrae! dice quello che era considerato un elemento ormai acquisi to da parte della cultura giù ridica della sinistra (e Pellegrino è di Magistratura democratica): vale a dire che il processo alla Perry Mason fosse in ogni caso un ottimo istituto per le garanzie offerte al cittadino e per la rapidità del giudizio. A che cosa è dovuto il ripensamento? Il sostituto procuratore dice che .io contraddizione è nei fatti e nei valori: da un lato l'esigenza di un processo rapido con il massimo delle garanzie, dall'altro l'esigenza di accertare e punire reati complessi; da un lato la libertà, la presunzione d'innocenza, dall'altro l'obbligatorietà dell'azione penale e l'esigenza di accertare a fondo i crimini. Gli uni e gli altri sono beni assoluti, ma in contrasto tra loro. Si tratta di vedere in relazione alle singole epoche quale sia il valore prevalente. In tutta franchezza io ora non so quale risposta dare: E' un'incertezza vissuta in modo drammatico dalla magistratura. Lo stesso legislatore, del resto, sembra essersi reso conto che proporre in •modo generale e meccanico il processo all'americana può essere improduttivo. Alcuni ritardi nell'approvazione del nuovo codice, data sempre per imminente, sono dovuti alla necessità di continue revisioni, all'opportunità di studiare forme articolate di intervento processuale, che tengano conto delle diversità dei casi concreti. Stiamo semplificando, ma questo è il problema. Ma forse ci sono altri motivi che spingono 1 più a guardare Perry Mason se non con diffidenza, con entusiasmo mino¬ re di una volta. Nelle Procure si teme che la sua Irruzione sulla scena processuale conduca all'impoverimento effettivo del compiti e del poteri del pubblico ministero con conseguente pregiudizio delle indagini. Lo si afferma talvolta in modo velato, ma alcune dichiarazioni sono significative. Ascoltiamo il dottor Luigi Francesco Meloni, procuratore aggiunto a Genova. «Dal punto di vista sistematico — dice — to nuova collocazione del pm è ineccepibile, ma è diffuso il timore che privando la Procura di alcuni poteri (emissione di ordini di cattura, convalida degli arresti e del fermi) da un lato si pregiu- dichino gli effetti positivi di un immediato intervento del magistrato, dall'altro si crei un'ingombrante procedura a scapito della speditezza nell'accertamento della verità'. E c'è il timore che il pm possa essere trasformato in una sorta di superpoliziotto, d'investigatore, a danno del suo' ruolo originario di magistrato. Ancora Merloni: 'Non ci nascondiamo che la nuova impostazione dei poteri del pm possa far scivolare il magistrato verso posizioni, diciamo cosi, in parte omogenee a quelle delta polizia giudiziaria. Nello stesso tempo non possiamo nemmeno fare un discorso controcorrente nel momento in cui molti avvertono l'esigenza di dare un'impostazione più accusatoria al processo penale. Speriamo che la prassi risolva i futuri problemi. Dobbiamo precisare però che solo il fatto di essere magistrati e non funzionari di polizia ci permette di rispettare in pieno la Costituzione, che rende obbligatoria l'azione penale*. E le perplessità e le riserve aumentano quando 1 magistrati pensano che un pm tipo Sherlock Holmes, oppure ••omogeneo alla polizia giudiziaria*, come dice Merloni, sia più facilmente assoggettabile al controllo del potere esecutivo e quindi più limitato nella sua possibilità d'intervento Sicché il discorso, apparentemente allontanatosi dalla questione originaria (i rap¬ porti tra procura e mondo politico) vi ritorna dritto, in modo abbastanza logico. I magistrati della Procura, qui e altrove, manifestano ampie riserve nel confronti di ogni tipo di soggezione, che non sia quello previsto e disciplinato dalla Costituzione. Non negano che sussista un problema di limiti, di controlli, di responsabilità, ma sostengono che esso è stato notevolmente attenuato dal divieto di archiviazione dell'azione penale, dall'Istituzione del Tribunale della libertà, al vaglio del quale sono sottoposti gli ordini di cattura. Precisano inoltre: «7 magistrati concordano sull'esigenza di una disciplina più aggiornata e puntuale della responsabilità e suggeriscono che quando si sia agito violando le norme o ignorandole anche colposamente scatti un meccanismo di accertamento della responsabilità e quindi di irrogazione delle sanzioni discipltnari, ma ricordano, appunto, che il potere disciplinato è affidato al Consiglio superiore della magistratura nell'ambito del quale già si attua il raccordo con gli altri poteri dello Stato». Divise talora al loro interno su alcune questioni (in primo luogo i poteri del «capo») le Procure sembrano ritrovare la loro unità e compattezza nel rifiutare ogni forma di vassallaggio, ancorché dissimulato, al mondo politico. Clemente Granata

Persone citate: Giancarlo Pellegrino, Luigi Francesco Meloni, Merloni, Perry Mason, Sherlock Holmes

Luoghi citati: America, Genova, Italia