Sorprese in fondo al mare di Piero Bianucci

Sorprese in fondo al mare HrU- Scoperti batteri che vivono a + 250° Sorprese in fondo al mare HrU- Esiste una specie di batteri capace di vivere a 250 gradi centigradi, due volte e mezzo la temperatura dell'acqua bollente. L'hanno scoperta John Baross, della facoltà di Oceanografia dell'Università dell'Oregon, e Jody Deming, biologo della John Hopkins University. Inizialmente i due ricercatori hanno pensato a una contaminazione dei campioni di acqua, prelevati a 2650 metri di profondità nell'Oceano Pacifico orientale presso sorgenti termali solforose sottomarine. Ma dopo controlli rigorosi non sono rimasti dubbi. L'annuncio della clamorosa scoperta è sull'ultimo numero della rivista scientifica Nature. La sua importanza e enorme in quanto estende incredibilmente il campo delle condizioni ambientati che consentono la vita, sia pure in forme elementari. Diventa lecito supporre, a questo punto, che possano esistere forme viventi su altri pianeti, in climi torridi dove fino a ieri si pensava ci fossero solo aridi deserti. Aumentano, insomma, le probabilità che l'uomo e gli animali terrestri abbiano 'Cugini' nell'universo, I processi biologici si fóndano normalmente su reazioni chimiche molto delicate, che possono avvenire solo in un ambito di temperatura piuttosto ristretto: da pochi gradi sotto lo zero a un centinaio sopra (si conoscevano già batteri capaci di resistere a 105° C, e alcune specie microbiche, dette termofile, vivono benissimo, per esemplo, nelle acque termali di Yellowstone a 89° C). Oltre queste temperature i legami chimici delle complesse molecole biologiche si interrompono. In particolare il DNA, l'acido del nucleo cellulare a cui è affidata l'eredità genetica, è molto sensibile alle temperature elevate: se la 'doppia elica' che forma questa macromolecola si spezza, non ci sono speranze per la vita. I batteri scoperti da Baross e Deming fanno eccezione. Secondo i primi dati disponibili, essi riescono a vivere nell'inferno solforoso sul fondo dell'oceano grazie all'alta pressione (250 atmosfere) di quelle acque, pressione che impedisce all'acqua di bollire e trasformarsi in vapore. A 250° questi batteri si moltiplicano con grande rapidità. La vita rivela dunque una straordinaria capacità di adattamento. E' possibile che esseri dalle caratteristiche biologiche finora ritenute impossibili colonizzino buona parte dell'universo e forse anche le viscere calde del nostro pianeta. Questi batteri, scrive Nature, non sono stati trovati prima «semplicemente per il fatto che non sono stati cercati». Oro si apre un nuovo orizzonte di indagine ai biologi e agli esobiologt. La fossa dell'Oceano Pacifico dove è avvenuta la scoperta aveva già offerto un paio di anni fa un risultato inatteso: una «nicchia biologica» dove la vita era alimentata solo dall'energia delle acque termali e non dall'energia solare, come avviene per tutte le altre forme viventi conosciute. Il nuovo ritrovamento sembra confermare che nell'universo la vita non è un'eccezione, ma la regola: conclusione che ha importanti risvolti non solo biologici ma anche filosofici. Piero Bianucci

Persone citate: Jody Deming, John Baross, John Hopkins, Oceano Pacifico

Luoghi citati: Oregon