Amore e scontro di titani come li raccontava Haendel

Amore e scontro di titani come li raccontava Haendel «Aci e Galatea» ha chiuso la stagione della «Tempia» Amore e scontro di titani come li raccontava Haendel TORINO — Cominciata nel nome di Bach, la stagione dell'Accademia corale «Stefano Tempia» si è chiusa nel nome di Haendel, realizzando con largo spiegamento di forze vocali ed orchestrali la favola pastorale Acl e Galatea, cioè VAci e Galatea seconda, non l'oratorio profano che Haendel aveva scritto a Napoli in giovinezza, bensì il masque scritto in Inghilterra nel 1720 per una festa nel palazzo del suo ricco protettore Lord Chandos. Ma nonostante 11 testo Inglese, di John Gay (ne aveva curato la traduzione Italiana Vittorio Gui), la musica di Ad e Galatea si volge ancora indietro alle esperienze italiane dell'autore, sostanziandole d'una grande ricchezza di polifonia strumentale. Pur rispecchiando la ricercatezza un po' manierata dell'ambiente aristocratico cui è destinata, quest'azione mitologica In due atti con quattro personaggi e larga partecipazione corale non manca d'al¬ cune arie capaci di stabilire una certa caratterizzazione psicologica e drammatica: due di Galatea ce la mostrano gentile e Innamorata, In contatto con la freschezza d'una natura pastorale e bucolica. Più interessante è, nel second'atto, 11 tentativo di caratterizzare, con l'ampiezza degli intervalli e la durezza del ritmo, la truculenza del «mostro Polifemo», che insidia la gentile Galatea e schiaccia sotto un macigno 11 povero Acl (che verrà pietosamente trasformato in ruscel lo, donde il bel ritmo ondoso e acquatico dell'ultima scena), Polifemo, la cui vocalità è fortemente distinta e caratterizzata anche In seno all'unico terzetto che riunisce le voci dei protagonisti (altrimenti son tutte arie con da capo), è uno del primi contatti. In chiave leggermente umoristica, con quel campioni della forza fisica — Eracle, Sansone, Ismaele, Saul — che hanno poi sempre sollecitato la fantasia di Haendel, quasi proponendogli uno specchio della sua titanica energia. L'esecuzione di questo esemplare d'una civiltà musicale lontana pone problemi filologici e tecnici tremendi, esasperati per le voci dall'enorme differenza del dlapoason tra 1 tempi di Haendel e 1 nostri. Ne ha fatto le spese specialmente 11 tenore William McKlnney, costretto a veleggiare In un registro Intermedio fra tenore e contro tenore. Meno problematica la tessitura dell'unica aria assegnata al superfluo personaggio di Damone, sostenuto da Tullio Pane, mentre una bella gatta da pelare ha avuto anche il soprano Laura Groppi. Unico personaggio perfettamente a posto, vocalmente e stilisticamente, 11 Polifemo del basso Carlo De Bortoli. Al resto cercava di supplire la consapevole e convincente direzione di Alberto Peyretti, coadiuvato dal maestro del coro Mauro Bouvet. Buon pubblico e cordialissimi applausi, m. m.

Luoghi citati: Inghilterra, Napoli, Torino