Come ho visto nascere il caciucco alla londinese

Come ho visto nascere il caciucco alla londinese Come ho visto nascere il caciucco alla londinese tèma suggestivo per chi considera la cucina un'arte: se sia lecito e anzi preferibile nella più celebre zuppa di pesce Italiana, il cacciucco, usare vino rosso anziché bianco. Il Café Royal è una specie di reggia con ristoranti, saloni, bar, caffè, dell'impero di lord Charles Forte, italiano di nascita, il primo che abbia ricevuto un titolo cosi alto pur non essendo nato nei territori del Regno Uniti. L'executive chef dell'In¬ tero complesso, il torreggi ah te Roger Banfield, era rimasto colpito da questa ricetta di pesce col vino rosso; l'aveva voluta provare e si era convinto. Quando ci siamo conosciuti, mi è parso grato per la scoperta, che non è certo una sorpresa per chi vive in Toscana e in Italia; mi ha Invitato a provare la sua personale interpretazione del cacciucco (che forse resterà nel repertorio del Café Royal) e me l'ha offerta a tavola con Calderoni. Cosi ho conosciuto il grande «Meo»: lucido, dritto, un poco militaresco: come chi ha avuto lungo uso al comando. Mi ha raccontato un pò' la sua vita: figlio di piemontesi emigrati in Sud America, nato a Montevldeo, riportato in Italia ancora bambinetto, avviato a un certo punto alla rara arte dell'orafo. Lo distolse da questo avvenire una leggera miopia, che poteva, peggiorare, continuando quel lavoro; e cosi fu avvia-, to alla tavola e alla cucina. Ebbe successo, e capi subito che doveva fare esperienza per il mondo. • A Parigi, fece strada: ma quando scoppiò la prima guerra mondiale,, decise di tornare in patria e arruolarsi nell'esercito italiano. Il suo datore di lavoro lo salutò con le lacrime agli occhi, promettendogli di tenergli 11 posto fino al ritornò. Meo ci credeva poco. Comunque andò, fece la guerra In prima linea, fu sul punto di perdere un braccio per una ferita, ma lo ebbe poi salvo; ' al momento in cui la guerra fu finita ripensò a Parigi e infatti ritrovò 11 suo posto, ma chiese ancora sei mesi di tempo per andare a far pratica a Londra. Da' allora è rimasto la. Non si può ora raccontare tutta la sua carriera e 1 suol trionfi. Ma la storia de¬ gli scampi si. Era già arrivato, nel primi Anni Venti al «Café Royal» e aveva avuto • già più volte l'onore di servire membri della famiglia reale d'Inghilterra che erano di solito buoni Intenditori. In particolare il principe di Galles, poi Edoardo VH. poi Duca di Windsor (lo stesso che avrebbe Infine abdicato per non rinunciare alla sua dama, la signora Slmpson) era un aficionado: amava i suol piatti e Meo in risposta — lo si sente, quando parla — gli era devotissimo. Cercava di fargli cose nuove, ogni tanto. Capitò che lo chef del tempo dell'hotel Danieli a Venezia gli chiedesse certi ingredienti — salse in bottiglia della migliore qualità, o non so che altro — e gli chiedesse anche, più volte, come sdebitarsi. Finalmente a Meo venne in mente di farsi mandare, per aereo, gli scampi del Quarnaro: i migliori del mondo, che ora pare non esistano più. n successo col principe e con altri gourmet* fu enorme. Le ricette? Quelle classiche, che si usano anche oggi. Poi venne il momento della 8teak Diane, anche in onore del principe e di un'altra sua amica del tempo. Racconta che ci arrivò partendo da scaloppe di filetto, abbastanza larghe e sottili. Dopo un rapido passaggio delle scaloppe con

Persone citate: Calderoni, Charles Forte, Edoardo Vh, Roger Banfield, Windsor

Luoghi citati: Galles, Inghilterra, Italia, Londra, Parigi, Sud America, Toscana, Venezia