Tredici anni di vita con i gorilla

Così un'etologa ha studiato la scimmia più simile all'uomo Così un'etologa ha studiato la scimmia più simile all'uomo Tredici anni di vita con i gorilla NON bisogna guardarlo fisso negli occhi. Uno sguardo prolungato e per il gorilla di montagna (Gorilla gorilla beringei) una sorta di provocazione. Ed è più prudente accucciarsi davanti a lui o camminare a quattro zampe per non dargli l'impressione di superarlo in statura. E' vero che in stazione eretta lo scimmione supera i due metri, ma normalmente si comporta da quadrupede. Meglio dunque uniformarsi alle sue usanze. Al suo cospetto, è consigliabile non fare gesti bruschi, non fumare, parlare, se necessario, solo a voce bassa. Sono norme che vengono impartite ai gruppetti di turisti che si avventurano, preceduti da una guida, sulle pendici dei Vulcani Virunga, nello Zaire, per.incontrare il gigante bruno. Norme di cui erano perfettamente a conoscenza i pochi scienziati che hanno passato mesi o anni della loro vita in mezzo ai gorilla di montagna per studiarne il modo di vivere, 11 comportamento in natura, il carattere, le abitudini. I primi furono lo zoologo tedesco Bernard Orzimek e dopo di lui l'etologo americano George Schaller, che trascorsero l'uno e l'altro vari mesi nell'habitat del grosso antropoide, le buie nebbiose foreste dei Monti I medic Virunga, ai confini tra Ruanda, Uganda e Zaire, Successivamente fu la volta di una coraggiosa zooIoga della Cambridge University, Diane Fossey. che andò a vivere in pianta stabile in quell'ambiente inospitale nel cuore della foresta pluviale centro-africana e vi rimase per tredici anni. In quella lunga permanenza, riuscì a portare a termine, con il patrocinio della National Gcographic Society, la ricerca più interessante e completa sull'etologia di questa rara specie. Ci volle tutta l'astuzia e la paziente perseveranza della studiosa per entrare poco a poco nelle grazie dei gorilla, conquistarne la fiducia e farsi ..adottare., dal i loro clan. '.>. ><•■ Diane riuscì a imparare l'esatto codice di comportamento degli animali. Ne imitava gesti e richiami, si grattava come loro, masticava rumorosamente — o fingeva di masticare — gambi di sedano selvatico. Era diventata insomma un gorilla di montagna anche lei. Il risultato di questa incredibile mimetizzazione fu che potè conoscerli individualmente uno per uno, scoprirne il carattere, seguirne i movimenti e prendere nota di tutto quanto si svolgeva sotto i suoi occhi. Quando ritornava al tramonto nel suo bungalow i esplorano i mec dalle paréti t appozzate delle foto dei suoi amici gorilla, teneva aggiornate le schede di ciascuno e cosi conosceva vita, morte e miracoli di ogni membro della società. Risulta dalle osservazioni sue e degli etologi che ci anni, i peli della schiena si incanutiscono, cosi come succede ai capelli e ai peli degli uomini. E" lui che, senza commettere soprusi o prepotenze, guida il gruppo, dirime le controversie, decide gli spostamenti da farsi Vivono in piccoli clan sotto la guida dell'individuo più anziano e comunicano con 22 suoni diversi. Non conoscono gelosia, le loro società sono pacifiche. Ma stanno scomparendo perlascarsa natalità e il bracconaggio l'hanno preceduta che il gorilla di montagna, per quanto spaventoso a vedersi con la sua mole che sfiora i trecento chili di peso nel maschio adulto e può, raggiungere i trecentocinquanta negli individui obesi degli' zoo, in realtà è un essere timido e pacifico, più tollerante, nei rapporti sociali, di tante altre specie animali. Vive in gruppi che comprendono, da cinque à venti individui comandati da un capo, un anziano dalla schiena ' d'argento. A una certa età infatti, verso i die¬ canismi chimici che sila ricerca del cibo. La sua autorità è accettata con disciplina, forse perché non vi è nulla di dispotico nel suo comportamento. Egli permette che anche i masclti più giovani dalla schiena bruna si accoppino con le femmine sotto i suoi occhi, li lascia fare. Del resto — tutti gli etologi concordano su questo punto — i gorilla di montagna non danno eccessiva importanza all'attività sessuale. Non conoscono la gelosia. E non conoscono nemmeno le lotte tra gruppi per il territorio o per il ci¬ agiscono nel cerv bo. Si può dirò che vivano d'amore e d'accordo. E se qualche volta c'è un accenno di baruffa, basta che -schiena d'argento» faccia un cipiglio minaccioso o qualche urlo intimidatorio; se occorre si solleva sugli arti posteriori e si batte i pugni sul petto per fare cessare di colpo l'alterco. Senza dubbio la somiglianza con l'uomo è ' impressionante. I gorilla hanno la tosse, sbadigliano, hanno il singhiozzo come noi e parlano un loro linguaggio nel quale gli studiosi hanno individuato ventidue suoni diversi. Piccoli e adolescenti amano il gioco, 11 si vede fare lo scivolo sai tronchi d'albero o sui pendii della montagna con gridellini di gioia, come 1 bambini. La madre allatta per quasi due anni il figlioletto, che alla nascita è più piccolo di un neonato umano, però già all'età di tre mesi il gorillino impara con la guida materna quali piante sono buone da mangiare per integrare l'alimentazione lat' tea.- Finché è molto piccino, mamma gorlla se lo tiene stretto al petto con una zampa e cammina sulle altre tre, poi verso i cinque o sei mesi se lo trasporta aggrappato sulla schiena. Quando è diventato più grande, la madre si allonta¬ rvello na sempre più spesso per 1 fatti suoi e lo lascia in compagnia dei coetanei, sotto gli occhi vigili di una benevola .zia». Il ritmo riproduttivo è assai lento. Ogni tre o quattro anni, la femmina partorisce un solo piccolo, dopo una gestazione che dura come quella della donna, nove mesi. Ma la mortalità infantile è molto elevata: muore nei primi mesi di vita circa la metà dei nuovi nati. Una ventina d'anni fa si calcolava vivessero nelle foreste dell'Africa centrale da cinquemila a quindicimila gorilla di montagna. Oggi ne sono rimasti quattrocento, forse anche meno. Alla scarsa natalità si aggiunge la piaga dei bracconieri. Tutta l'area in cui vivono i superstiti è parco nazionale sin da quando quel tetri-' torlo era possedimento coloniale. Ma da quando Zaire e Ruanda sono Stati Indipendenti, 1 gorilla hanno avuto sorte diversa. In Ruanda il governo fa di tutto per tutelarne l'esistenza e impedisce severamente il bracconaggio, nello Zaire Invece le maglie della sorveglianza governativa sono più larghe e i bracconieri hanno mano libera. Il che fa temere seriamente per il futuro del più grande antropoide del mondo. I. Lattes Coifmann

Persone citate: Bernard Orzimek, Diane Fossey, George Schaller, Lattes Coifmann

Luoghi citati: Ruanda, Uganda, Zaire