Il nuovo Mefistofele è una spia russa venuta dal Terzo Reich di Nico Orengo

«Passeggiata con il diavolo» di Bona «Passeggiata con il diavolo» di Bona n nuovo Mefistofele è una spia russa venuta dal Terzo Reich Polemiche per il romanzo di Pontiggia Un raggio d'ombra sullo «Strega» PARTENDO dalla persuasione che «oli storici sono inadatti a spiegare la nostra epoca». Gian Piero Bona monta in Passeggiata con il diavolo una macchina romanzesca centrata su uno dei fenomeni più sconvolgenti del secolo, l'affermazione del nazismo. Tutto comincia in un'estate del 1938, nell'Engadlna. Il ragazzo Jeanjln (conosciamo soltanto 11 suo soprannome, che sarà ulteriormente familiarizzato in Ghln) mentre sale In cremagliera da Saint-Moritz verso 1 ghiacciai del Bernina, cade In trance e, sotto gli occhi sbigottiti della governante Elise, prevede lo scoppio della guerra e 11 crollo sanguinoso del Terzo Reich. Molti anni dopo, sugli stessi luoghi, incontra il signor Naujocks, che conosce la sua forza visionaria e lo circuisce con ambigui discorsi. Non tarderemo a scoprire In lui un moderno Mefistofele, violento, ironico e bastantemente kitsch, per di più con un debole verso la letteratura. Non abbiamo nel romanzo un patto espresso con il diavolo, un'anima che si vota a dannazione per sensualità, desiderio di ricchezza e potere. Al giovane Ghln si offre il dono gratuito della conoscenza — una conoscenza di tipo medianico e onirico — perché egli possa raccontare le gesta più recenti e clamorose del diavolo, che del resto si ripetono incessantemente, magari in modo più discreto, nella trama della storia. Naujocks-Mefislefeie conduce Ghin ad assistere per rapidi flash al suo passato di ufficiale delle SS, riesumando le ombre proterve e allucinate di Hitler e dei gerarchi nazisti. Naujocks. anticipazione dell'atteso superuomo, ha Incendiato il Relchstag, ha guidato il massacro delle SA nella «notte dei lunghi coltelli», ha provocato l'incidente di confine che sarà pretesto all'invasione della Polonia. Eroe del crimine e della perversione, anima un '■ teatrino sadomasochistico dove si celebrano 1 riti della razza, le mitologie ariane e nibelungiche. Presente e passato, figure vive e fantasmi s'intrecciano in quest'altra estate davanti a Ghln, atterrito e affascinato. E anche sulle «controfigure» dell'oggi si esercitano con feroce voluttà le arti del nazista redivivo. Appena si avverte, nelle sue elucubrazioni di cattivo loico, una oscura necessità di affermazione, quasi di autogiustificazione. L'uomo può forse scegliere, sulla tastiera della storia, 11 bianco o 11 nero, sapendo tuttavia che entrambi sono indispensabili alla sinfonia. Mentre tuttavia 11 diavolo di Bulgakov (ci riferiamo a un esempio altissimo espresso In questo secolo da una ir~ azione faustiana) è una potenza beffai _j che concorre a promuovere dialetticamente 11 bene, le imprese di Naujocks finiscono per dettare soltanto «una ballata dell'oscurità, una marcia funebre del mondo». Dio è lontano, imperturbabile. Disarmata è la bontà di Elise, novella Margherita, che annegherà nel lago 1 suoi occhi di veggente spaventata. E alla fine del romanzo Ghln scoprirà che Mefistofele si è incarnato in una spia sovietica. Era stato predetto: 'Domani qualcuno erediterà il suo ruoto segreto (di Hitler) sulla terra: Romanzo di grande impegno, Passeggiata con il diavolo non ha sostanziale sviluppo, ma un andamento musicale, di ballata appunto, di marcia funebre, mossa da temi ricorrenti, siano essi di natura concettuale o figurale. Un poco oscuro nelle disquisizioni, prevedibile in certe rievocazioni storiche, prende aria e slancio nelle storie laterali di famiglia (le grandi, scombinate famiglie al tramonto), nell'emozione dei puliti e insieme «gotici» paesaggi nordici (mirabile una traversata delle Alpi In aerostato). Raro cultore del romanticismo più stregato, Bona ama come 11 suo protagonista, oltre a Wagner, Novalis e Jean Paul, ha imparato per tempo a intenerirsi e a intenerirci, davanti alla natura e al suoi simboli. Gian Piero Bona: «Passeggiata con il diavolo», 254 pagine, 15.000 lire. LJUOVO era nel centro i del paniere. E qualcuno, con poca delicatezza, l'ha rotto. L'allegoria del, , paniere cela il Ninfeo del • Premio Strega, l'uovo l'ulti-< , mo romanzo di Giuseppe' Pontiggia, -Il raggio d'om-i bro», il poUicione dispettoso appartiene a Cesare Cases. La storia sta chiusa in due, j date di aprile e due di magj pio. Il 10 aprile Alfredo Giu[ liani sulla «Repubblica» sa' luta l'uscita del romanzo di Pontiggia. L'impressione è che saluti più Pontiggia e quanto ha scritto negli anni passati che l'ultimo lavoro/ Colonne di stima, ma anche' l'elusività di giudizio. Il 12' aprile sul «Manifesto» Maria Grazia Cherchi scrive inve-. ce: «Finalmente un romanzo italiano di ammirevole te-' nuta stilistica e che si legge j d'un flato». £' a questo punto che nel paniere saltano il 22 maggio Cases e la neonata rubrica de22'«Espresso» «Da! evitare». Rubrica che, una decina di anni fa, con titolo ■appena diverso, già faceva 'su .Quaderni Piacentini» la' gioia dello stesso Cases, e di una collaboratrice come i Grazia Cherchi. Dunque Cases salta e scrive, non per ri-i spandere a Giuliani ma alla Cherchi: «La tenuta stilisti-' ca la chiamerei povertà. I personaggi sono lneslsten-! ti...» e più avanti: «Niente al¬ legoria, bensì bieco neoreali-' smo, molto spopolato e trattato con uno spray di miste-' ro spruzzato nel vuoto del dialoghi». A questo punto rispónde la, Cherchi. No. Risponde Giù-1 .liani, ancora sulla «Repubblica» del 26 maggio. Dice a 'Cases che «n raggio d'om-' 'bra», «romanzo gradevole ej un po' elusivo», non va giù-' dicato con il metodo inventato da Cases, e cioè quello] della 'Critica funzionale». Se Cases crede di poter distruggere mll raggio d'ombra» perché il suo protagonista non si attiene alla funzione di•titubante» e l'arricchisce di' "moglie 'e amante, o perché il; «Magia rossa», romanzo es professor Losi esibisce la, ■propria biblioteca frenandoti plot e divagando dal mede-. simo, ebbene sbaglia. Allo' stesso modo, dice Giuliani, si potrebbero mandare in pezzi i capolavori di Kafka e Joyce, con tutte le loro incongruenze, i loro funzionari incompetenti e orari impossibili. Vale, forse, per tutti e •tre il mugugno del vecchio cacciatore: «Chi più in alto tira, perde la mira». ., Ritorniamo all'uovo ' nel', paniere. Mondadori desiderava lo Strega per uno dei' suoi autori più seri. Due let-, tori d'eccezione, Italo Calvino e Giulio Cattaneo presentano «Il raggio d'ombra». Le ordio di Gianfranco Ma probabilità sono dunque ottime: arrivano i giudizi posi-, tivi-sull'autore (Giuliani) e sul libro (la Cherchi). Ma... ima qualcosa a monte e tra. cugini c'è sempre. Ecco cosa si dice, tra Milano e Roma, ili ^maligno» «Espresso», scavalcato in lodi a sinistra dal. cugino snob «Repubblica»,; usa ilpollicione di Cases. Altera il cugino potente Mondadori prega il cugino «Repubblica., per una volta tan-l to sollecito, di reintervenire. E «Repubblica», che da tempo litiga con il cugino settimanale, non si fa pregare. Pontiggia, innocente, rischia, come Paolo Rossi, colpevole, di uscire di campo. Nico Orengo anfredi

Luoghi citati: Milano, Polonia, Roma