Sei italiani su dieci non lo comprano

Sei italiani su dieci Sei italiani su dieci non lo comprano SUCCEDE spesso che una casa discografica promuova del sondaggi di mercato? •Non succede quasi mai. E' paradossale: un settore che per sua natura dovrebbe guardare al "marketing" non è assolutamente abituato a usare indici di mercato. In molte case discografiche assimilano il marketing e la promozione, che è un po' come confrontare carri armati e frigoriferi. La crisi attuale è anche crisi da inconsapevolezza, con caratteristiche identiche a quella del cinema italiano da sei-sette anni. Si produce senza conoscenza del mercato, affidandosi a un artigianato tanto sofisticato quanto cieco. «La discografia in particolare non ha nessuna informazione sul mercato del non-consumo che nel suo caso è enorme: il 60% degli italiani non compra dischi. Per l'esattezza 1 dati da noi rilevati sono questi, in riferimento al L.P.: il 57,6 non compra nemmeno un L.P. in' un anno, l'i 1,2 ne compra da uno a due, il 14,7 da tre a cinque, il 10 da sei a dieci, 11 3,3 da undici a quindici, il 3,2 oltre. Il che significa che il vero mercato del disco oggi copre solo il 16,7 degli italiani (dai tredici anni in su)». — Come si spiega questa sproporzione tra il notevole ampliamento dell'ascolto musicale e la ristrettezza del mercato discografico? «Ci sono elementi di arretratezza strutturale delle imprese. I motivi del "non ■ consumo" sono ancora nella carenza di mezzi d'ascolto (giradischi, stereo) e nella cattiva distribuzione del' prodotto. Il 60% che dichiara di non acquistare dischi ha questa composizione: il 30% non comprerebbe dischi in nessun caso, e si tratta soprattutto di abitanti di grandi città più abituati a una fruizione più ampia, dal Livorno Gastone Novelli. Morto nel 1968, a soli 43 anni, con U passare del tempo, l'interesse per la sua pittura è andato crescendo e oggi viene considerato uno degli artisti più importanti della sua generazione. I Buoi quadri, fatti di segni, scritte e sin boli, esprimono, sempre con molta finezza, un bisogno di allargamento del linguaggio pittorico. Alla Galleria Peccolo, dal 14 maggio. Milano Sani Francis. Allo Studio Marconi, mostra di uno dei più noti pittori statunitensi, con opere dal 1960 ad oggi. Appartenente alla seconda generazione dell'Espressionismo Astratto, 1 suol dipinti sono caratterizzati da macchie e spruzzi. Nell'ultimo periodo ha ricevuto una forte influenza dall'arte e dalla filosofia orientale. Dal 12 maggio. Trieste Claudio Verna. Alla Galleria Planetaria gli ultimi dipinti di un pittore che, inquadrato dalla critica nella cosiddetta «Nuova Pittura», con moto liberatorio, ha accentuato una certa gestualità, pur rimanendo in un suo tipico equilibrio tra emotività e controllo. Dal 7 maggio. . Modena Mimmo Paladino. Oltre ad una scultura in bronzo policromo, i mosaici che avevano suscitato scalpore al recente Salone internazionale dei media, non necessariamente riferita al disco in sé e per sé. n restante 30% invece comprerebbe i dischi in condizioni diverse: cioè se possedesse il giradischi, e se trovasse il disco nel negozi». — Come si colloca il consumo di musica rispetto ad altri modi di passare U tempo Ubero? «L'ascolto della musica ha valore primario come consumo di tempo Uberò per circa 3.000.000 di persone. In assolutola preferenza va alla socializzazione (vedere gli amici ecc.) (20,3); segue: guardare la tv (16,2); leggere un libro (11,4); leggere giornali e riviste (8,5); ascoltare musica (5,9). La musica viene al quinto posto. Quelli che indicano la musica come valore primario subito dopo (o insieme) alla socializzazione, ... rivelano una fruizione quasi professionale e si collocano in una fascia d'età molto ristretta: U 30% è tra i quindici e i ventiquattro anni, e di questi U 18,9 è trai quindici e i diciannove. Insomma: direi che la discografia si è creata un mercato molto ristretto di consumatoti mólto giovani, fedelissimi, qualificati, ma quasi un corpo isolato rispetto alla generalità». — II fatto che l'ascolto di musica sia legato alla socializzazione significa ancora come negU Anni 70 ohe nella musica è visto un valore aggregante? «No. NegU Anni 70 U rapporto tra musica e giovani era ideologico, aveva a che fare con la diffusione di comportamenti sociali... oggi invece è quasi un bisogno materiale: trovarsi, scambiare musica, essere solidali. La fruizione della musica è molto de-ideologizzata. I giovanissimi tra i 15 e i 19 anni, ma la cosa vale fino a 24, valutano come qualità più importanti per un cantante: le capacità musicali e la voce». Giorgio Gaber, cantante-attore

Persone citate: Claudio Verna, Gastone Novelli, Giorgio Gaber, Marconi, Mimmo Paladino, Peccolo, Planetaria

Luoghi citati: Milano, Modena, Trieste