Dall' inferno dell' alcol Malcom Lowry fuggì con un capolavoro

Torna il romanzo «Sotto il vulcano» Torna il romanzo «Sotto il vulcano» Dall'inferno dell'alcol Malcolm Lowry fì y fuggì con un capolavoro l'alcol, della cera da candele, della vernice e dell'olio che vi aveva versato o spalmato. Lo stesso potrebbe dirsi di Lowry: con "Under the Volcano" si fermò appena in tempo, prima che la tela si sbriciolasse; e con "October Ferry to Gabriola" non ci fu mai il tempo di far più che stendere il primo strato*. Cosi si d& un'idea del me' odo di scrittura di Lowry, ma naturalmente non si spiega il perché "Sotto il vulcano" sia un capolavoro, o perlomeno uno dei romanzi più suggestivi del nostro tempo, da accostare all' "Ulisse" di Joyce o allo "Straniero" di Camus. Né, forse, lo spiega il conoscere un po' meglio Lowry, come appunto il lavoro del professor Day consente di fare. Malcolm Lowry nacque a New Brighton, in Inghilterra, nel 1909, e mori suicida nel 1957. Quarto figlio di una famiglia ricca, nato a una certa distanza dai tre fratelli maggiori — tutti e tre maschi, atletici, benissimo inseriti nella società — si senti sempre 11 brutto anatroccolo, non desiderato e non amato. Un'infezione all'occhio, la cui portata forse esagerò nel ricordo, accentuò per anni la sua solitudine. Crescendo, cercò di supplire alla gracilità costituzionale esercitandosi con 1 pesi, con la conseguenza di gonfiarsi spropositatamente spalle e torace e di accentuare ancora di più la cortezza delle braccia e la piccolezza quasi ridicola delle mani; altra causa questa della sua infelicita: portato alla musica, dovette rinunciare allo studio del pianoforte, ripiegando sul meno impegnativo ukelele. Nelle fotografie Lowry nasconde spesso le mani nelle tasche, e le mani sono l'ossessione di tutti i suoi personaggi — Las mahos de Orlear, con Peter Locca — mani rozze, maldestre: in seguito, per lunghi periodi, il loro tremito esasperato dall'alcol gli avrebbe reso im¬ possibile anche solo firmare un documento. Quando come lo Hugh di Sotto il vulcano, per spirito di indipendenza e di avventura decise di trascorrere l'Intervallo fra scuola e università imbarcandosi come mozzo su di un mercantile diretto nell'Estremo Oriente—colpo di testa approvato dai genitori e debitamente riportato dai giornali, l'aspirante lupo di mare si era presentato al molo sulla Rolla di famiglia — Lowry si scopri del tutto Inetto a qualunque compito pratico, e 1 compagni dopq .averlo vessato come signorino finirono per lasciargli gli incarichi più insignificanti. Segui Cambridge, seguirono strane infatuazioni letterarie, una per lo scrittore norvegese Nordhal Orieg, una per il poeta americano Conrad Aiken: si recò a trovare entrambi, e persuase il secondo a fargli da mentore. in cambio di un sussidio versato da Lowry padre. Seguirono vagabondaggi per il Nuovo Continente con la prima moglie Jan Gabrial, misteriosa americana con un pp-ssato di attricetta a Hollywood: disastrosa unione che culminò in due anni C36-38) di ebbrezza alcolica praticamente ininterrotta, a Cuernavaca. .Abbandonato, incarcerato e finalmente espulso dal Messico, Lowry trovò a questo punto l'amore e la temporanea salvezza. La seconda moglie Margerle Bonner era una donnina intrepida, che riusci a fargli passare cinque anni di relativa tranquillità e sobrietà, e di totale isolamento, in un cottage di pescatori nella Columbia Britannica. Qui Lowry si immerse nell'intensa, addirittura ossessiva stesura di Sotto il vulcano; rievocazione dell'inferno alcolico vis¬ lllustrazione di Russell Mills (da suto in Messico, e nelle intenzioni prima parte di una trilogia dantesca, il cui purgatorio e paradiso sarebbero stati ambientati nel Canada. Nel '45 riusci a staccarsi dal manoscritto e a inviarlo ad alcuni editori, e tornò al Messico. Voleva mostrare a Margerle l'ambiente dei suoi racconti; ma appena arrivato fu ripreso dal vecchio demone. Ricominciò a bere, ricominciarono i guai con le autorità II trionfo inatteso che accolse l'uscita del libro due anni dopo, le lodi dei critici non scossero Lowry, che ormai era passivo, rassegnato, assente. Inutili i nuovi spostamenti in luoghi più o meno esotici; inutile anche l'atroce esperienza di un ospedale psichiatrico londinese. L'abisso reclamava la sua preda, e questa volta la ebbe. Ma in quei cinque anni di lavoro matto e disperatissi- da «The best of british illustratore»)

Luoghi citati: Cambridge, Canada, Columbia, Cuernavaca, Estremo Oriente, Hollywood, Inghilterra, Messico