Borges diventa attore e recita Borges in un film inglese

La pellicola sullo scrittore e la sua opera sarà proiettata in autunno La pellicola sullo scrittore e la sua opera sarà proiettata in autunno Borges diventa attore e recita Borges in un film inglese uno strano incontro con se stesso giovane. L'uomo anziano è seduto su una panchina a Cambridge, di fronte al fiuxne Charles, mentre «l'altro; in realti lui stesso, si trova a Ginevra, a pochi passi dal Rodano, anch 'egli seduto su una panchina: un simbolo che permette il dialogo, un confronto fra due momenti della vita dello scrittore, una delle sue pia belle pagine. Quando questa scena è. stata girata, Borges-attore ha improvvisato, dicendo al regista di -essersi dimenticato il testo*.In realtàlohareso più attuale, aggiungendo dodici anni al suo «personaggio». Così nel dialogo con «l'altro* affiorano molli riferimenti alle sue ultime esperienze: alcune assai tristi perché toccano da vicino il suo Paese, l'odierno potere militare in Argentina, gli episodi cruenti ai quali con dolore il vecchio letterato ha dovuto assistere. L'altro Borges del racconto e del film, quello ventenne, è rimasto fedele a se stesso, ma il giovane attore uruguaiano Roberto Jones, che lo impersonava, si è dovuto adattare ai mutamenti imposti dal suo interlocutore. Lo ha fatto con abiliti, con guizzi d'ingegno, stando così al gioco delle carte cambiate in tavola, ma senza intaccare lo spirito del testo-copione. Il film si apre con una bre- aricatura di David Levineks. Opera Mundi e per l'Italia. ha Stampa,) a i e è o r n o e i ¬ goso commerciante; l'abitudine di astrarsi per lunghi periodi; la composizione di pessime poesie...; il desiderio di considerare le proprie opere alla stregua di composizioni musicali; e la mancanza di un'autentica abilità tecnica*. «Né Lowry né Ryder furono artisti "naturali": di Ryder si dice che non domina mai il suo medium, ma che riusciva a sottometterlo solo dopo lotte strenue; e lo stesso si potrebbe dire di Lowry. October Ferry to Gabriola (il libro al quale Lowry lavorava quando mori, stampato postumo in forma precaria. In Italia edito da Mondadori) è il romanzo di un principiante scritto da un uomo che si è già dimostrato un maestro. Ma, come Ryder, un maestro non delle tecniche della sua arte, bensì di una tenacia di revisione quasi ossessiva al servizio di una visione singolarissima. Ryder non fini mai un quadro; qualunque cosa dipingesse, lavorava e rielaborava, per anni se possibile, finché la tela non si caricava talmente da rischiale di sbriciolarsi sotto il peso del¬ Borges sul I ve introduzione e un'intervista a Borges fatta da Norman Di Giovanni, suo traduttore in inglese, e dal regista. Lo scrittore spiega come gli autori hanno voluto ricomporre le diverse parti in una visione d'insieme. C'è il letterato e la sua opera, colui che scrive se stesso. Anzi, l'intento della produzione cinematografica è stato proprio questo: mostrare come Borges estrae racconti e poesia dalla propria vita. E a un certo punto lui osserva: l set con l'attore Roberto Jones «Non so chi dei due scriva queste pagine, se Borges oppure io stesso Un mescolarsi di significati, un intrecciarsi di età, un gioco di specchi. Nelle scene che descrivono l'itinerario dello scrittore non appare solo il Borges ventenne, o quello attuale, ma anche il Borges bambino, impersonato da un piccolo attore uruguaiano, Berni Dardel, di 13 anni. E, naturalmente, vi figurano alcune ambivalenze del protagoni¬ sta come quella di essere al tempo stesso «sudamericano • e europeo». Quando nell'intervista gli si domanda checosa pensa delle accuse mos- ' segli di essere «europeizzante*, Borges risponde: «No, io sono europeo». E chiarisce il concetto: «Oli inglesi sono inglesi, gli italiani, italiani,! francesi, francesi, 1 tedeschi, tedeschi... solo un latino-americano può sentirsi globalmente europeo». Europeo, infatti, lo è, di cultura e sentimenti; e si sente anche legato ancestralmente all'Uruguay poiché da questa terra proviene un suo avo. Ad ogni modo qui convivono {'«europeo» e il «rioplatense» (quella di latino-americano è una dimensione più vasta e diversa che potrebbe per certi aspetti escluderlo). C'è un altro tema che il regista Wheatley e Di Giovanni hanno voluto esplorare: quello della violenza che appare spesso nelle creazioni letterarie di Borges. Lotte a coltellate, agguati, scontri sanguinosi descritti in poemi e racconti. Lo scrittore ha spiegato di non sapere bene perché utilizza spesso questa figura dell'uomo violento, con un coltello in mano. «Porse — ha detto — è perché sono codardo e personalmente il coraggio mi interessa, specialmente 11 coraggio dell'individuo, il coraggio spontaneo». Ha os¬ servato: «Il coltello è più corto di una spada, più personale». Nei suoi scritti oltre al coltello appare anche la spada, soprattutto nei soggetti «europei*, ispirati ad antiche leggende o miti che parlano di guerrieri, di eroi. E poi tra i suoi ascendenti, c'è un militare di cui Borges dice di ammirare la dimensione epica e il coraggio. Il film servirà ad illuminare di più una personalità complessa che serba sempre delle sorprese. E intanto è un'esperienza che Borges ha vissuto con entusiasmo, adattandosi volentieri alle esigenze di scena. Il grande schermo è stata una delle sue grandi passioni; per anni in gioventù ha fatto il critico cinematografico e ancora oggi, malgrado la sua cecità, va ad «ascoltare* i film, facendoseli un po' raccontare da chi gli sta accanto. La pellicola di cui Borges è protagonista (si sta terminando a Londra il montaggio) durerà un'ora e mezza, sarà doppiata in parecchie versioni, ma quando parla lo scrittore si manterrà sempre lo spagnolo o l'inglese che viene dalle sue labbra. Gli autori sono convinti di aver ottenuto un «buon ritratto*: Borges giovane e vecchio, i suoi sogni e le sue idee, i sentimenti, le ossessioni, l'ingegno e la prontezza di spirito. Piccoli episodi rivelatori hanno accompagnato la la¬

Luoghi citati: Argentina, Cambridge, Ginevra, Italia, Londra, Uruguay