A, b, c: primo elenco dei libri inutili di Claudio Gorlier

s T s Parliamone A, b, c: primo elenco dei libri inutili D9 ACCORDO, c'è la crisi del libro. L'italiano in generale legge poco; se legge, legge periodici illustrati; e, soprattutto, c'è la televisione, a guardare si fa meno fatica che a leggere, ecc. Però, mettiamoci una mano sul cupre, da zelatori della causa del libro, rispondiamo alla domanda: che accidenti di roba viene fuori di questi tempi? Spulciando sui banchi delle librerie, ho cominciato a catalogare qualche categoria di libri inutili, anzi, il più delle volte, nocivi ove capitino in mano a ingenui, incauti, immaturi: a) Libri fatti con pezzi già apparsi su giornali. Molto spesso ne sono autori giornalisti che, invidiosi dei successi di Biagi e Bocca, pensano che tentar non nuoccia, poten-dosi poi sostenere corporativamente: ma, ancor più spesso, ne sono autori scrittori a cui sono stati chiesti àrticoIetti su futilità assortite, e inebriati dall'improvviso magistero, si preoccupano di conservarli a futura memoria. Gli argomenti sono per lo più superati in quanto mode del momento, le stesure non reggono oltre Poccasionalità della prima pubblicazione, in compenso sono scrupolosamente riprodotti anche i refusi dei relativi giornali, come garantiscono avvertenze del tipo: «Mi ero riproposto di rivedere e correggere queste pagine secondo il corso degli eventi, ma la rielaborazione sarebbe stata dì necessità troppo lunga e avrébeforsefatto perdere quel certo sapore d'epoca che...». b) Libri del passato riscoperti dopo lungo oblio. In questa direzione pare essersi impetuosamente incamminata tutta la piccola editoria che intorno al '68 pubblicava' manualetti e libelli politici sul modo di eliminare il padre, di sputare su questo o quello, di distruggere la scuola e altre istituzioni capacissime di distruggersi per conto loro. Ora si fruga nella polvere di vecchie biblioteche, riesumando capolavori presunti, purché fuori diritti, La veste editoriale di prammatica è una adelphata o una guanciata, ovvero'una copia conforme dei libri di Adelphi, che è grande, e di Guancia, che è il suo profeta. Gli scritti di accompagnamento sono perentori come: «Non si pud avere' una nozione della letteratura tanto vasta da comprendere contemporaneamente Stendhal e Proust. Beccatevi, dunque, il nostro, e andate con Dio...». c) Libri riempiti di trucioli dcil'impero austroungarico. Ieri ci sono state, è vero, grandi scoperte in proposito, da Robert Musil a Joseph Roth, ma, oggi, francamente, si esagera. Oscuri dilettanti, comunque nati in Volinia o in Stiria, hanno diritto all'opera omnia. E, degli autentici grandi, si pubblicano implacabilmente anche le pagine bianche appena gualcite o maculate di caffè sino a indurre il più fedele innamorato di un autore a sospettare che costui non fosse poi cosi grande. Scoraggiano ulteriormente complesse chiose del genere: «Il lettore troverà riportate le annotazioni che l'autore era solito collocare prima del testo. Trattandosi per lo più di cifre, numeri e sigle, esse vengono riprodotte nella loro veste originale. A pie1 pagina la traduzione. Non tutto, però, come s'è detto, è stato decifrato, anzi, per così dire, nulla...». !' L'elenco, purtroppo, dovrà continuare... Ot dl B Oreste del Buono Illustrazione di Enrico Pantliani. un rapporto di doppio che continua all'infinito, Hai, cui ha ridato vita il dottor diandra, mago (è il caso di dirlo) dei computer e padre di Hai, che '"tiandra ama con affetto . .si schizoide, come forse schizoide è lo stesso Hai, divenuto più umano degli umani nel bene e nel male. Il tutto si sviluppa nel segno dell'indecifrabile monolite, totem dell'evoluzione della cosiddetta civiltà umana e del cosmo, emblema dei segreti più riposti dell'evoluzione dall'alba del tempi. L'utopia, la si chiami o. meno fantascienza in queste sue estreme versioni, si imbeve di mito, sezione aurea degli apporti della scienza moderna lievitata in fantasia, trascesa nel suol codici per piegarsi alle speranze e alle disperaziocini dell'uomo di oggi. Stiamo chiedendo soccorso ai poemi omerici, alle saghe nordiche, e le coniughiamocon la fisica, la psicanalisi, l'antropologia, sublimando la sessualità e la nozione di piacere nella sollecitazione alla scoperta; dopo la morte di Dio lo chiamiamo in „, causa, sottoforgia di una ' mente'unfVefSale^fte si in-' fila negli interstizi del cosmo, nutrita di Einstein e di filosofie orientali. Ma Dio è. In parallelo il romanzo, di cui pure si è decretata la morte e che, a somiglianza di Bowman, tenta di rinascere attraverso l'ibridazione con la t scienza, nell'aspirazione, essa stessa utopistica, a un nuovo linguaggio dopo aver toccato il grado zero. Sotto questo profilo, gli strumenti dell'utopìa rischiano di diventare illusori: 1 meccanismi narrativi e le categorie concettuali di Clarke impallidiscono, a dir poco, a confronto con le disarticolazioni lunari e i silenzi di Beckett. Il discorso è un altro, e investe gli sconfinamenti mistici di Clarke, di Kubrick, se volete del Tarkovskl di Solaris. A Sri Lanka, come ha spie-, gaio in un'intervista a Furio Colombo per «La Stampa', Clarke attende, con l'aiuto di un poderoso satellite, il messaggio degli •alleni». Nel suo ottimismo, peculiare di molta ' utopia antica e recente, egli lancia una sonda su un , futuro capace di riflettere e di riscattare l'alienazione del presente, o descrive piuttosto una fuga del nostro inconscio turbato? Ecco un caso in cui la domanda vale più di tutte le risposte possibili. Claudio Gorlier «Hic sunt leones »: le traversie dell Editore P.tl Se Mondadori 71 Mondadori 22 Rizzoli 19 Mondadori 16 Rizzoli 15 Sperling &K. 100 Sperling &K. 56 Mondadori 45 Mondaoori 31 Bomplani 27 Frassinelli 27 ll'immaginario

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