Dopo «Cenere e diamanti» un Picasso dalla Polonia

Andrzejewski, lo scrittore scomparso Andrzejewski, lo scrittore scomparso Dopo «Cenere e diamanti» un Picasso dalla Polonia PER ironia impietosa della sorte, proprio negli stessi giorni in cui ci è giunta da Varsavia la notizia della morte (a 74 anni) dello scrittore polacco Jerzy Andrzejewski. nelle nostre librerie —da dove egli era ormai assente da più di vent'anni — è arrivato un suo nuovo romanzo. Viene travalicando per i monti. E' difficile'mettere a fuoco un'unica, nitida immagine fra le molte che lo scrittore presenta. Quale di esse privilegiare, per proporla a un lettore che al più conserva vaga memoria del non molti suoi libri tradotti in italiano? (La volpe d'oro. 1960; Cenere e diamanti, 1961; Buiosulla terra, 1962). fesa degli operai» (KOR), in prima fila nella lotta della società polacca contro 11 padre-padrone, lo Stato-Partito. Per misurare l'intensità, ma anche il carattere conflittuale della sua presenza nella realtà politico-culturale del suo Paese, basta aprire La mente prigioniera di Milosz (Adelphi. 1981) al capitolo Alfa, o il moralista, che ci dà un impietoso ritratto delle sue ambizioni e dei' suol tradimenti, o Piccola apocalisse di Tadeusz Konwicki (Feltrinelli, 1981), che lo presenta In un travestimento tragico-grottesco, la figura di Jan, «il nostro vecchio Zosima». Al di là del giudizio sulla personalità di questo scrittore «definito catto-' Ileo», ma che «sapeva di non esserlo», ciò che rende dolorosamente autentiche e accomuna le sue opere è l'irrisolta, lacerante tensione fra sete di assoluto e spinta delle pulsioni oscure — in primo luogo quella del sesso — che intorbidano 11 cuore dell'uomo. Ne è recente esempio una delle sue opere migliori, un autentico piccolo gioiello narrativo, E ora la fine è su di te (1976). lettura rovesciata del racconto biblico di Caino e Abele. * * Esiste un Andrzejewski giovane, autore prima della guerra di racconti e d'un affermato romanzo, Armonia del cuore (1938). che nella coscienza inquieta dei suoi personaggi esprime un'inappagata ansia di purezza («la nostalgia per la porpora cardinalizia», dirà sarcasticamente Czeslaw Milosz), quei problemi del male e della redenzione cari agli scrittori cattolici francesi come Bemanos. Cè poi l'Andrzejewslcl di Cenere e diamanti (1948), un romanzo fortemente impresso nella memoria individuale e collettiva della Polonia contemporanea — e tradotto nelle principali lingue del mondo — grazie anche alla trasposizione cinematografica fattane dieci anni dopo da A. Wajda, con la splendida, indimenticabile Interpretazione di Z. Cybulski. Qui 11 conflitto — politico e al tempo stesso esistenziale — conferisce una dimensione tragica al dramma delle migliaia di giovani polacchi dilaniati. all'Indomani della guerra, fra una conradiana fedeltà a principi etlcc-morali e l'ineluttabile necessità ri ella Storia, l'accettazione di un nuovo ordine sociale. O ancora l'Andrzejewski che all'inizio degli Anni 50 aderisce clamorosamente alla Nuova Fede marxista, divenendone l'apostolo con scritti di cui avrebbe cercato in seguito di cancellare ogni traccia in un fuoco purificatore. C'è infine l'Andrzejewski del disgelo, della resa dei conti con 11 recente passato staliniano, adombrato nelle metafore di La volpe d'oro (1955) e- Buio sulla terra (1957), che ritroviamo vent'anni più tardi tra i padri fondatori del «Comitato di di¬ (r.o.) Anche Viene travalicando i monti (1963). in cui è'mostrato 11 trionfale riemergere all'arte e alla, vita di un grande pittore (riconosciamo facilmente in lui Picasso), indaga una contraddizione, questa volta fra la grandezza dell'arte e la personalità dell'artista. Novello sacerdote del nostro tempo, egli celebra il rito supremo, quello dell'Arte, attorniato da una corte rumorosa e cinica di liberti: giornalisti, attori, scrittori, registi, mercanti... la miseria di officiante e fedeli, se compromette il Mito e là sua incarnazione, non riesce a Intaccarne l'essenza, il nucleo profondo, malgrado tutto incorrotto e in spiegato. L'artista infatti, lo «sposo che viene travalicando i monti» del Cantico dei Cantici, ' partecipa in qualche modo del mistero della creazione, è — seppur indegno — ministro di un altro grande Rito, come ci dice la simbologia e 11 lessico bibllco-sacrale di. una prosa magmatica che incalza e travolge.

Persone citate: Cenere, Czeslaw Milosz, Feltrinelli, Jerzy Andrzejewski, Milosz, Picasso, Tadeusz Konwicki

Luoghi citati: A. Wajda, Polonia, Varsavia