Ai Campionati europei di Limoges gli uomini di Gamba sonò ormai vicini ad una medaglia

Ai Campionati europei di Limoges gli uomini di Gamba sonò ormai vicini ad una medaglia Ai Campionati europei di Limoges gli uomini di Gamba sonò ormai vicini ad una medaglia Cresce l'Italia e surclassa la Francia Ma questa Jugoslavia fa paura Ci vuole ancora una vittoria miglior quintetto jugoslavo non ha perso nulla della sua competitivita: splendidi, aggressivi, affiatati (benché non si amino), spavaldi, sempre micidiali nel tiro, Dalipagic, Kicanovic e compagnia sono tuttora in grado di mettere alle corde chiunque. Il guaio è che quando i falli e la fatica insidiano Zlzic e Radovanovic, Djerdja rimpiange la rinuncia di Jerkov: in panchina mancano giganti, contro la Spagna il Pino ha mandato in campo Cosic e il vecchio mormone gli ha messo in crisi la squadra, trascinandosi malinconicamente come un ronzinoreumatico. Non possiamo, dopo tanti anni di sconfitte, non avere egualmente paura della Jugoslavia. Tuttavia gli spagnoli (come, con minor fortuna, i greci ieri) ci hanno dimostrato che questa Jugoslavia è battibile e ci hanno anclie fatto vedere come si può batterla: aggredendola a tutto ritmo, assaltando la sua difesa, c ingendola a pagare con fiato e falli evt..cuali vantaggi anche cospicui nel punteggio. Gli uomini di Diaz-Miguel, venerdì sera, sono andati sotto di molto nel primo quarto d'ora, di fronte all'incredibile sarabanda di canestri di Dalipagic, Slavnic e Kicanovic contro la zona. Ma non si sono mai smontati: sapevano che ii tempo lavorava per loro e alla fine hanno raccolto col cucchiaino i resti di una Jugoslavia senza panchina. Chissà se gli azzurri sapranno fare altrettanto, g.m. LIMOGES — £" una strana bestia questa Jugoslavia che oggi tenterà di escludere gli azzurri dal gioco delle medaglie europee. C'è un quintetto-base traboccante di classe e di gloria, sfavillante dei nomi di Dalipagic, Kicanovic. Slavnic. Radovanovic, Ztzic, tutta gente che ha fatto la storia del basket internazionale nell'ultimo decennio: tre volte campioni d'Europa, una volta campioni del mondo, campioni olimpici a Mosca, vicecampioni a Montreal. Dietro, però, c'è poco più del vuoto. Un solo cambio sicuro fra le guardie, Vilfan, più un ragazzino di limpido talento, il Petrovic di Sebenico, troppo acerbo (forse) per un campionato europeo. Ed altrettanto Inesperti i lunghi di rincalzo (l'ala Sunara, i centri Poljak e Savovic) a parte naturalmente -nonno» Cosic, che a 35 anni è venuto a Limoges soltanto per fare un favore al suo amico Pino Djerdja. Costui tre mesi fa lia accettato il rischioso incarico di allenare fino a Los Angeles questo gruppo di giocatori, sperando di guidarli a chiudere in bellezza la loro ricca carriera internazionale. Nessuno in Jugoslavia l'etera quella panchina, sapendo di dover avere a che fare con una squadra in fatale declino, un po' logora nei rapporti interni, legata a ricordi troppo prestigiosi per non essere considerata deludente in coso dinsuccesso. Alla fine — dopo i no di Nikolic. Novo- II pericoloso Kicanovic sei, Tanjevic. Zercavica — ha detto si Djerdja, 45 anni, zaratino di incerta origine italiana, celebre playmaker nazionale degli Anni 60. Djerdja persegue un obiettivo tutto personale: vuole venire a guadagnarsi qualche liretta allenando nel nostro campionato. E i regolamenti della nostra Federazione permettono di ingaggiare allenatori stranieri soltanto nel caso in cui abbiano conquistato una medaglia europea, mondiale o olimpica... Per riuscirci subito, Djerdja deve battere oggi Gamba. Si è ben visto nelle prime quattro giornate di Limoges che il Meneghin a canestro RISULTATI (quarta giornata) — Girone A: Italia Francia 105-80, Jugoslavia Grecia 77-76; Spagna - Svezia 81-76. Girone B: Urss - Olanda 112-63; Germania Ovest Polonia 85-82; CLASSIFICHE — Girone A: Italia punti 8, Spagna e Jugoslavia 6, Grecia 2, Svezia 0. Girone B: Urss punti 8, Olanda e Germania Ovest 4, Cecoslovacchia, Israele, Polonia 2. PROGRAMMA — Oggi ultima giornata - Girone A: Francia-Svezia, Italia-Jugoslavia (ore 18), Spagna-Grecia. Girone B: Olanda-Polonia, Cecoslovacchia-Urss, Israele-Germania Ovest. Dopo aver affrontato e battuto i transalpini di 25 punti, oggi gli azzurri debbono . affrontare i tradizionali rivali slavi - Basterà anche perdere, ma solo di 1 punto dal nostro Inviato GIANNI MENICHELLI '■" LIMOGES — Viviamo ormai questi Europei di basket con lo spirito del Mundial calcistico. La nazionale azzurra ci sta crescendo sotto gli occhi di giorno in giorno, dimentica le incertezze degli incontri inaugurali, si impone finora come autentica dominatrice del girone di ferro che le è toccato, unica squadra imbattuta, avendo sofferto realmente soltanto nella prima partita contro la Spagna che non per nulla ha poi sconfitto la Jugoslavia. Quel che è successo ieri al Palais Beaublanc suggerisce che l'Italia è arrivata a un passo da una medaglia (e magari di metallo pregiato) e che soprattutto vi è arrivata In forma da medaglia. C'era la Francia da battere: gli azzurri l'hanno presa a sculacciate e sepolta sotto un monte di canestri (105-80). trattandola con classe superiore, quasi con distacco, come una scolaretta indisciplinata. Purtroppo però il basket è uno sport dove ogni errore si paga e la schiacciante vittoria sui padroni di casa non ci dà ancora nessuna garanzia di accesso alle semifinali. La matematica spietata dice che gli azzurri devono assolutamente vincere anche oggi contro la Jugoslavia per poter gareggiare martedì, a Nantes, per i primi quattro posti. In caso di sconfitta per due punti o più. ci tocca il terzo posto nel girone e quindi passiamoalle finali di consolazione. L'unica zattera di salvataggio sarebbe una sconfitta per un puntò: in tal caso saremmo primi per quoziente-canestri, davanti agli slavi o alla Spagna, se quest'ultima battesse per almeno 17 punti la Grecia nell'ultimo incontro della giornata conclusiva. La Jugoslavia è un «babau» che ci spaventa sempre, ma qui è tutt'altro che invulnerabile. Anche ieri ha rischiato la vita contro la bella, modesta e sfortunata Grecia, che ha perso per un punto solo, dopo aver fallito per tre volte il ca¬ nestro del sorpasso. Sabato al greci gli azzurri avevano rifilato 25 punti e ieri hanno rispettato la regola del 25 ai danni dei poveri francesi, che la Jugoslavia aveva battuto per 4 lunghezze. Il match — si fa per dire—con i padroni di casa era cominciato sotto salve di fischi all'indirizzo di Meneghin - Marzorati - Vecchlato - Sacchetti - Riva, il quintetto scelto da Gamba. E' poi finito con tanti applausi per noi e sberleffi per 1 «galletti», con una dura contestazione per Pierre Daò. All'allenatore la folla ha dedicato il coretto «Larrouquls, Larrouquis», invocando il nome del trentaduenne playmaker dell'Orthez, che nella notte, dopo la sconfitta con la Spagna, era clamorosamente scappato a casa, dopo aver fatto panchina fissa per giorni. Non c'è stata partita. Gli azzurri hanno raso al suolo la Francia in pochi istanti: 17-6 al 5', 25-6, 42-13 al 12'. Come previsto Gamba ha sfoderato l'arma segreta della difesa a zona, una eccellente 2-3 e i francesi non ci hanno capito un'acca, nonostante Daò si affacendasse come un matto con la sua lavagnetta magnetica per gli schemi. Stupendi Riva e Sacchetti, sicuri i lunghi, magnifico — è questa la novità — Marzorati, un Marzorati carnetizzato, trasformato d'incanto da gassosa bollita in spumeggiante birra alla spina. Non è il caso di guardare troppo le statistiche: limitiamoci a gongolare per il 65% nel tiro complessivo della squadra. Come suol dirsi, un proficuo allenamento, Italia-Francia 105-80 (54-33) — Italia (ti. 23-33): Meneghin 6 (voto 7), Riva 28 (v. 8), Vecchiato 15 (v. 8), Marzorati 6 (v. 7,5), Sacchetti 13 (v. 8), Brunamonti 2 (v. 5), Villalta 8 (v. 7), Costa 4 (v. 6). Gilardi (v. 5), Bonamlco 13 (v. 6,5), Caglieris 2 (v. 7,5), Tonut 8 (v. 7). .Francia (ti. 6-10): Senegal 2 (voto 4), S zumi ci 14 (v. 6), Fave 6 (v. 4), Dubuisson 8 (v. 4), Haquet 4 (v. 4), Beugnot 4 (v. 6), Dacoury 4 (v. 5), Mondar 2 (v. 4), Brosterhous 6 (v. S), Cachemire 15 (v. 7), Vestrisl5(v. 7).